Osservatorio sulla legalita' e sui diritti
Osservatorio sulla legalita' onlusscopi, attivita', referenti, i comitati, il presidenteinvia domande, interventi, suggerimentihome osservatorio onlusnews settimanale gratuitaprima pagina
12 marzo 2010
tutti gli speciali

Rom in Italia : Amnesty International , "diritti violati"
di Mauro W. Giannini*

Amnesty International ha chiesto alle autorita' italiane di rivedere un controverso piano di edilizia che a Roma ha provocato lo sgombero forzato di centinaia di Rom e aprira' la strada ad altre migliaia nei prossimi mesi. Amnesty ha avvisato che il nuovo documento, cosiddetto (a torto) "Piano Nomadi", che ha avuto inizio nel luglio 2009, viola il diritto alla casa e i diritti umani di migliaia di Rom. Le misure prevedono la distruzione di oltre 100 insediamenti rom in tutta la capitale e il trasferimento di un numero di Rom stimato in 6.000 in soli 13 nuovi campi alla periferia della citta'.

E' probabile che il piano lasci oltre 1.000 persone senza fissa dimora a Roma. Secondo Ignacio Jovtis, esperto di Amnesty International in Italia, "Queste misure hanno urgente bisogno di essere ripensate. Le famiglie rom in tutta la capitale italiana ora rischiano di perdere i loro beni, i loro contatti sociali, il loro accesso al lavoro e ai servizi dello Stato. Vi è inoltre il rischio che se il piano è attuato possa essere utilizzato come modello per gli sfratti forzati in altre regioni italiane. Sfratti senza consultazione preventiva e l'offerta di un'adeguata sistemazione alternativa a tutti gli interessati sono una violazione dei loro diritti umani".

Nei mesi scorsi, centinaia di famiglie rom sono già state sfrattate da almeno cinque campi diversi. Prima della chiusura del Casilino 900, uno dei maggiori campi di Roma, nel febbraio di quest'anno, un certo numero di capi rom sono stati ampiamente consultati. Tuttavia, internazionali dei diritti umani richiede la consultazione con tutti gli abitanti sgomberati. Peraltro la chiusura del campo Casilino 700, nel novembre 2009, non inserita nel "Piano nomadi", si è svolta senza alcuna consultazione preventiva ed ha provocato centinaia di senzatetto rom. Gli abitanti di molti altri campi autorizzati rischiano la stessa sorte. Invece di offrire l'accesso dei Rom ad un alloggio dignitoso, denuncia Amnesty, le autorità li stanno trascinando in campi remoti. Questo aggrava ulteriormente gli ostacoli e crea una discriminazione dei Rom nella ricerca di un lavoro regolare, che permetta loro di accedere ad alloggi privati.

Amnesty International nota infine che "Il piano si chiama 'Piano Nomadi'. Ma la maggior parte dei Rom non sono nomadi". Si stima siano tra i 12.000 e i 15.000 i Rom che vivono a Roma e dintorni. Circa 3.000 di questi sono italiani Sinti, che hanno lunghe radici nel Paese. Dal 1960, molti Rom sono arrivati da Stati dell'ex Jugoslavia. Una gran parte di questi ora ha permessi di soggiorno, e molti dei loro figli sono cittadini italiani. Amnesty rileva che negli ultimi anni, le autorità italiane hanno adottato "una serie di misure discriminatorie che hanno contribuito alla stigmatizzazione dei Rom che vivono nel paese. Gli sfratti sono diventati più frequenti in quanto sono stati conclusi tra il governo nazionale e vari enti locali accordi speciali sulla sicurezza a seguito dei qualie alcuni poteri sono stati trasferiti dal Ministero degli Interni alle autorità locali con l'obiettivo di affrontare le minacce percepite alla sicurezza.

Anche il Gruppo EveryOne lancia l'allarme sulla questione: "La città di Roma, nonostante gli interventi allarmati dell'Alto Commissario per i Diritti Umani Navi Pillay, della Commissione europea e di tutta la società civile, prosegue la politica degli sgomberi di tutti gli insediamenti Rom di fortuna, senza offrire alcuna alternativa abitativa né sociale, e i trasferimenti delle famiglia che abitavano da tanti anni in campi storici all'interno di veri e propri ghetti videosorvegliati e soggetti a leggi speciali. I piccoli insediamenti lungo il Tevere e dislocati in varie zone della capitale sono stati evacuati e distrutti. Solo negli ultimi dodici mesi, 6 mila Rom, di cui la metà in età infantile, sono stati messi in mezzo alla strada. con segnalazioni di lutti causati dalla precarietà e dalle intemperie nonché gravi drammi umanitari e aggressioni da parte di razzisti. Il Casilino 900, che esisteva a Roma da più di 40 anni, è stato annientato e i suoi abitanti sono stati trasferiti in altri campi-ghetto, dove sono soggetti a continui controlli, pagano l'affitto per le condizioni di semi-detenzione, vivono a contato con nuclei caratterizzati da differenti tradizioni e sono destinati ad essere evacuati entro 20 mesi, senza alcuna alternativa ancora predisposta".

Unica speranza, secondo il gruppo di attivisti, l'impegno del dottor Marco Squicciarini della Croce Rossa Italiana, Responsabile nazionale per i Rom, "che insieme a noi sta tentando di realizzare alcune fattorie biologiche (progetto "Romasia") nel Lazio, dove accogliere le famiglie, garantendo loro attività lavorative tradizionali (agricoltura e allevamento biologici), scolarizzazione dei minori e un serio piano di integrazione nel tessuto sociale circostante. Ci si chiede che fine faranno le famiglie del Casilino 900, tuttavia, se i nostri sforzi non dessero il frutto sperato. Intanto in data odierna i portavoce Rom di Tor de' Cenci sono stati convocati dalle autorità del comune di Roma. Quando si parla di 'portavoce', bisogna considerare che si tratta di persone vulnerabili, minacciate di sgombero come tutte le altre, terrorizzate di fronte alle autorità e spesso disposte a firmare qualsiasi accordo pur di evitare la tragedia di un'evacuazione senza alternative. Dialogando con i 'portavoce' dei ghetti, i nazisti riuscirono - temporaneamente - a giustificare agli occhi del mondo le deportazioni nei lager, la mortalità elevatissima, le condizioni di vita inumane degli internati".

Per ora i Rom di Tor de' Cenci resistono. Hanno rifiutato di sottoscrivere patti leonini e chiesto di non essere trasferiti né a Castel Romano né alla Barbuta, ma di rimanere nel loro attuale insediamento, attuando le opportune migliorie, dove si sentono integrati, lavorano e hanno la possibilità di mandare a scuola i bambini. Le autorita' hanno invece confermato che chiuderanno il campo ed hanno spiegato che nel XII municipio ci devono essere massimo 600 Rom, che per 10 municipi fa 6000 Rom: il numero massimo che la giunta Alemanno ha deciso di “accogliere” nella Roma Capitale. Questo "numero chiuso", nota EceryOne, "si pone quale violazione delle norme internazionali che proteggono individui e popoli, mentre l'espulsione di circa 3/4 mila Rom rientra nel crimine contro l'umanità che si chiama 'espulsione di massa'. Sempre violando gli accordi internazionali, le Istituzioni escludono la presenza delle associazioni e degli operatori umanitari dalle fasi attuative di ogni politica anti-Rom".

L'attivista Stefano Montesi riporta che "i Rom hanno chiesto aiuto, sollecitano la presenza delle associazioni, dei giornalisti e soprattutto di avvocati che li garantiscano da eventuali - e annunciate - procedure sommarie". Amnesty invita invece a scrivere alle autorita' italiane.

* si ringrazia Claudio Giusti

per approfondire...

Dossier immigrazione e razzismo

Dossier diritti

_____
NB: I CONTENUTI DEL SITO POSSONO ESSERE PRELEVATI
CITANDO L'AUTORE E LINKANDO
www.osservatoriosullalegalita.org

°
avviso legale