La
cultura del rispetto per il diverso
di
Margherita Corriere*
Sono
molto gravi gli attacchi ai disabili e gli insulti diffusi
in rete nei confronti delle persone affette da sindrome di
Down da parte di ragazzi cosiddetti “normali”; è il caso di
domandarci cosa sia oggi la normalità e, soprattutto, quali
siano i valori di questi giovani frequentatori di face book
che inneggiano al turpiloquio e alla discriminazione più abbietta.
Giustamente,
come commentato dal padre di una ragazzino down, sono persone
che ispirano commiserazione e pena, perché non hanno ideali,
né valori etici su cui reggere la loro esistenza; in sostanza
sono delle persone prive di una sana interiorità, figli di
una contingente pseudocultura materialista ed edonistica che,
all’amicizia ed al rispetto per l’altro contrappone la legge
del più forte e che all’ascolto ed all’attenzione per i propri
simili contrappone una assurda bramosia di sopraffazione e
una iniqua “legge del più forte”.
Ritengo
che a monte ci sia la mancanza di una sana cultura dell’attenzione
e del rispetto dell’altro. Il diverso, vuoi che sia l’immigrato,
il disabile, l’anziano, viene guardato con ostilità, come
una entità che non appartiene al proprio mondo, ma, anzi,
che dà fastidio e che deve essere annientato.
Assistiamo al diffondersi in rete di un razzismo globalizzato
ai danni soprattutto dei disabili; non può esistere vigliaccheria
più deprecabile: è iniquo prendersela con delle persone la
cui sola “colpa” è quella di essere diversamente abili, una
delle categorie più fragili e bisognose di aiuto,perché costituita
per la massima parte da uomini, donne, bambini e anziani che
non possono difendersi contro i soprusi perpetrati ai loro
danni a causa dei loro gravi handicap invalidanti.
È bene che la società civile si indigni seriamente e che condanni
in maniera ferma e decisa tali gesti discriminatori e iniqui;
è importante che si realizzino seriamente canali culturali
e pedagogici che facciano concretamente comprendere alle nuove
generazioni (e non solo a loro !!) che la vita reale non è
una fiction, che la quotidianità non è quella di certe trasmissioni
televisive demenziali e alienanti e che i disabili sono i
nostri simili, con gli stessi nostri diritti, ma con una carica
di sentimenti e di umanità che può arricchire interiormente
noi tutti – come dimostrato da questa bellissima poesia di
una persona disabile anonima trovata in rete.
Diamo
voce al cuore dei disabili e alla loro bellezza interiore:
avremo tanto da imparare!!
VORREI
… POTREI
Quanto
vorrei a volte,
poter essere un gabbiano,
volare sopra il mondo
senza essere riconosciuta.
Potrei sfiorare l'acqua del mare
e farmi trasportare dalle dolci onde,
sentire il vento che viene a contatto
con tutto il mio piccolo corpo.
Con
un battito di ali
potrei raggiungere quell'immensa luce di colori
che fa brillare
ogni cosa che tocca.
Potrei
sprofondare nelle morbide macchioline bianche
che avvolgono il cielo
e assistere da lontano alla vita
che scorre sotto di me.
(Poesia scritta da una ragazza diversamente
abile)
*
avvocato, responsabile provinciale per Cosenza dell'Osservatorio
sulla legalita' e sui diritti
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