Osservatorio sulla legalita' e sui diritti
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26 febbraio 2010
tutti gli speciali

La cultura del rispetto per il diverso
di Margherita Corriere*

Sono molto gravi gli attacchi ai disabili e gli insulti diffusi in rete nei confronti delle persone affette da sindrome di Down da parte di ragazzi cosiddetti “normali”; è il caso di domandarci cosa sia oggi la normalità e, soprattutto, quali siano i valori di questi giovani frequentatori di face book che inneggiano al turpiloquio e alla discriminazione più abbietta.

Giustamente, come commentato dal padre di una ragazzino down, sono persone che ispirano commiserazione e pena, perché non hanno ideali, né valori etici su cui reggere la loro esistenza; in sostanza sono delle persone prive di una sana interiorità, figli di una contingente pseudocultura materialista ed edonistica che, all’amicizia ed al rispetto per l’altro contrappone la legge del più forte e che all’ascolto ed all’attenzione per i propri simili contrappone una assurda bramosia di sopraffazione e una iniqua “legge del più forte”.

Ritengo che a monte ci sia la mancanza di una sana cultura dell’attenzione e del rispetto dell’altro. Il diverso, vuoi che sia l’immigrato, il disabile, l’anziano, viene guardato con ostilità, come una entità che non appartiene al proprio mondo, ma, anzi, che dà fastidio e che deve essere annientato.

Assistiamo al diffondersi in rete di un razzismo globalizzato ai danni soprattutto dei disabili; non può esistere vigliaccheria più deprecabile: è iniquo prendersela con delle persone la cui sola “colpa” è quella di essere diversamente abili, una delle categorie più fragili e bisognose di aiuto,perché costituita per la massima parte da uomini, donne, bambini e anziani che non possono difendersi contro i soprusi perpetrati ai loro danni a causa dei loro gravi handicap invalidanti.

È bene che la società civile si indigni seriamente e che condanni in maniera ferma e decisa tali gesti discriminatori e iniqui; è importante che si realizzino seriamente canali culturali e pedagogici che facciano concretamente comprendere alle nuove generazioni (e non solo a loro !!) che la vita reale non è una fiction, che la quotidianità non è quella di certe trasmissioni televisive demenziali e alienanti e che i disabili sono i nostri simili, con gli stessi nostri diritti, ma con una carica di sentimenti e di umanità che può arricchire interiormente noi tutti – come dimostrato da questa bellissima poesia di una persona disabile anonima trovata in rete.

Diamo voce al cuore dei disabili e alla loro bellezza interiore: avremo tanto da imparare!!

VORREI … POTREI

Quanto vorrei a volte,
poter essere un gabbiano,
volare sopra il mondo
senza essere riconosciuta.

Potrei sfiorare l'acqua del mare
e farmi trasportare dalle dolci onde,
sentire il vento che viene a contatto
con tutto il mio piccolo corpo.

Con un battito di ali
potrei raggiungere quell'immensa luce di colori
che fa brillare
ogni cosa che tocca.

Potrei sprofondare nelle morbide macchioline bianche
che avvolgono il cielo
e assistere da lontano alla vita
che scorre sotto di me.

(Poesia scritta da una ragazza diversamente abile)

* avvocato, responsabile provinciale per Cosenza dell'Osservatorio sulla legalita' e sui diritti

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