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Riforma
forense : OUA , approvazione subito
di
Mauro W. Giannini
"Un
ingiustificato attacco ad una categoria che conosce, senza
sgravi fiscali e aiuti di stato, le leggi del mercato, che
si confronta con la competitività, pur con una legge professionale
vecchia di più di 80 anni. L’avvocatura ha raggiunto le 230
mila unità e ha già dovuto subire, soprattutto i più giovani,
le conseguenze nefaste della legge Bersani. Eppure alla vigilia
di una riforma forense finalmente condivisa e di una importante
e, forse, decisiva Conferenza Nazionale dell’Avvocatura (a
Roma il 20 e 21 novembre), si lancia un’ incauta iniziativa
in grande scala per contrastare il percorso parlamentare del
ddl all’esame del Senato". Così Maurizio de Tilla, presidente
Oua, commenta la lettera inviata dalle associazioni di categoria
della grande media e piccola impresa, delle assicurazioni,
delle banche, delle cooperative, del commercio, inviata a
tutti i quotidiani e a Governo e Parlamento.
"Non
è vero che l’Europa esclude la consulenza legale esclusiva.
- spiega il presidente OUA - Anzi, dalla direttiva Bolkestein
emerge espressamente il contrario. La sinergia, per non dire
simbiosi, tra grandi imprese e Antitrust non è certamente
corretta sul piano dei rapporti istituzionali D’altra parte
l’esclusività della consulenza dei legali non esclude che
all’interno delle imprese si possa svolgere la medesima attività.
L’avvocatura è in fase di svolta finale si è presentata una
piattaforma di proposte (un decalogo) per una nuova legge
dell’ordinamento forense che si articola su principi ben precisi:
ristabilire l’inderogabilità dei minimi tariffari, ripristinare
il divieto di patto quota-lite, prevedere l’esclusività della
consulenza legale e non ammettere le società di capitale e
con soci di solo capitale".
Per
de Tilla, "È, inoltre, importante stabilire l’introduzione
del numero chiuso all’università e l’accesso programmato alle
scuole di formazione forense, ma anche definire con rigore
i criteri della formazione continua e dell’aggiornamento permanente.
È necessaria la previsione di titoli di specializzazione come
elemento di ulteriore qualificazione e sicurezza del servizio
dell’avvocato. Per l’iscrizione all’albo, inoltre, si deve
fissare il limite massimo di 50 anni d’età e si deve possedere
il certificato di abilitazione valido entro i cinque anni,
con alcune possibili deroghe. Serve, inoltre, che ci sia continuità
ed effettività nell’esercizio dell’attività e l’applicazione
dei criteri stabiliti dalla Cassa forense. Non si facciano
illusioni – conclude de Tilla – l’avvocatura rilancia: la
riforma è urgente e il ddl all’esame del Parlamento non ammette
significative mutilazioni. L’obiettivo è ridare concrete prospettive
professionali agli avvocati italiani e così dare un rinnovato
sostegno ad un importante settore produttivo del Paese".
Ma
non tutti gli avvocati sono d'accordo sulla riforma in via
di approvazione: l'Unione dei Giovani Avvocati Italiani ritiene
che si tratti di
una riforma "favorevole alle gerarchie ordinistiche ma
contro la base della classe forense, i consumatori ed il sistema
produttivo italiano. Secondi i calcoli fatti saranno circa
50.000 gli avvocati cancellati dagli albi professionali a
causa dell’ illiberale normativa sulla continuità professionale.
Gli avvocati a rischio cancellazione dall’albo professionale
per non continuità professionale saranno indotti ad incardinare
cause, anche pretestuose, con gravissimo danno per il sistema
giustizia e per i cittadini".
Secondo
il presidente
UGAI, Gaetano Romano, con la riforma
"Tutti gli avvocati 'superstiti' all’interno degli albi
dovranno subire nuove balzelli ed incombenze che renderanno
quasi impossibile la libera professione forense. Stesso discorso
per il nuovo iter per essere iscritti nei nuovi elenchi degli
specialisti caratterizzato da nuovi esami professionali e
nuove spese. Tutto ciò andrà a ripercuotersi sulle tariffe
applicate ai cittadini". Inoltre,
"e' confermato anche il cosiddetto 'business' della formazione
a spese dei legali" con ripercussione su costi e tempi.
Critiche
anche per l'abolizione dell’abilitazione automatica per diventare
cassazionista "voluta sostanzialmente dal Consiglio Nazionale
Forense composto solo da avvocati già cassazionisti - risponde
ad una miopia gerontocratica che vede i giovani avvocati bersagli
predestinati della riforma".
Per
queste ragioni, l'UGAI ha organizzato una manifestazione per
il 28 novembre in Piazza Navona a Roma alle ore 15.30, chiamando
a raccolta avvocati e cittadini.
Dossier
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