17 gennaio 2009

 
     

Gaza : Annozero e rischi sul campo , tempesta sull'informazione
di Mauro W. Giannini

Il presidente del CdA RAI, Claudio Petruccioli, ha scritto ieri al presidente della Camera, Gianfranco Fini, rispondendo alla telefonata nel corso della quale Fini aveva affermato che nella trasmissione 'Annozero' del 15 gennaio "e' stato superato il livello di decenza".

A queste parole aveva reagito prontamente Santoro, commentando che "In un paese normale il livello della decenza lo supera un Presidente della Camera che, travalicando i suoi compiti istituzionali, interviene per richiedere una censura nei confronti di un giornalista che sta compiendo il suo dovere di informare l’opinione pubblica" e lo staff della trasmissione aveva segnalato che secondo la legge la determinazione dell'indirizzo generale e l'esercizio della vigilanza dei servizi radiotelevisivi competono alla Commissione parlamentare di vigilanza sul servizio pubblico radiotelevisivo (commissione attualmente bloccata per la controversa elezione del presidente Villari).

Nella sua lettera, Petruccioli ha scritto di aver "riflettuto su quanto mi ha detto; e, anche, sui molti commenti che si sono succeduti sullo stesso argomento" ed ha affermato che "nell’insieme, l’informazione della Rai sul conflitto a Gaza sia completa, equilibrata, responsabile", con la consapevolezza "di quanto grande sia, in particolare per un servizio pubblico, la responsabilita’ di informare e raccontare un conflitto carico di sofferenze e di lutti, di problemi irrisolti da decenni, di passioni contrapposte che – purtroppo – si trasformano spesso in odi irriducibili".

A giudizio di Petruccioli, "La trasmissione Annozero di ieri sera non ha tenuto conto di questa esigenza. Al di là delle intenzioni, ha finito – cosi’- per alimentare unilateralita’, animosita’ e contrapposizioni. Esattamente l’opposto di cio’ che si chiede di fronte al conflitto in corso. E non solo agli 'uomini di buona volonta''; ma, specificamente, a coloro che fanno informazione. Perche’, in questo caso, informare non vuol dire proporre le ragioni o i torti di una parte come ragioni o torti assoluti, al punto che basterebbe riconoscerli e denunciarli per porre fine all’incubo".

"Si deve, invece, render conto delle ragioni – purtroppo duramente confliggenti - delle parti che si scontrano; e ricordare che, solo riconducendole a compatibilita’ e reciproco riconoscimento, e’ possibile intravedere la pace". Ma, secondo Petruccioli, "anche le critiche è bene tengano conto della stessa esigenza di equilibrio, per non alimentare ulteriormente risse e anatemi". Per "non cadere piu’ in errori del genere", Petruccioli promette di sottoporre queste riflessioni alla valutazione del Consiglio di Amministrazione mercoledi’ prossimo.

E, poco prima che infuriassero le polemiche politiche contro Santoro, sempre il 15 gennaio si era tenuta anche una manifestazione di protesta davanti alla RAI per denunciare invece l'informazione unilaterale (cioe' filoisraeliana) su Gaza, mentre lo stesso giorno la FNSI denunciava le forti limitazioni ed i rischi per i giornalisti sul campo, dopo che a Gaza un edificio dove lavorano giornalisti era stato colpito dall'esercito israeliano e due operatori televisivi erano rimasti gravemente feriti.

"Ancora una volta le forze militari in campo impediscono un’informazione libera" aveva dichiarato la Fnsi, che sostiene le iniziative della Federazione internazionale dei giornalisti (Ifj) e si associa alla protesta dell'Associazione della stampa estera in Israele, che condanna innanzitutto la politica dell'esercito israeliano di controllare le notizie degli eventi bellici. Questo si cerca di realizzare, ricordano i giornalisti in Israele, attraverso il divieto sistematico di entrare a Gaza ed anche attraverso il vero e proprio bombardamento di uffici dove lavorano. E tutto ciò avviene - concludeva il comunicato del sindacato dei giornalisti italiani - nonostante le assicurazioni dello stesso esercito israeliano che afferma di voler salvaguardare questi edifici. La Fnsi, nell’auspicare che si giunga al più presto ad una tregua, chiede che si ponga fine alla violazione di principi basilari dell’informazione".

Speciale informazione

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