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22 gennaio 2009
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Per
ricordare : la Shoah italiana nei racconti dei sopravvissuti «Oltre sei milioni di vittime della Shoah da tutta Europa. Oltre ottomilaseicento le vittime italiane, in massima parte uccise nel campo di Auschwitz; pochissimi i sopravissuti. Sono le voci di questi ultimi che il libro di Marcello Pezzetti offre, frutto di dolorose ma lucide testimonianze raccolte dalla Fondazione Centro di documentazione ebraica contemporanea (Cdec). Voci che
parlano per l'infinita moltitudine dei sommersi, rimasti senza ascolto».
(Giorgio Sacerdoti, presidente Fondazione Cdec) «Le leggi
razziali hanno fatto sì che ci sentissimo più ebrei di quello che ci sentivamo
prima. Ero diventata qualcosa di speciale, perché avevan fatto delle leggi
per me...» (Elena Kugler) «Davanti a me c'era uno del Kommando che portava un ragazzino verso un caretto; c'erano due tedeschi, uno dei due gli ha detto: "Férmete! Il regazzino nun l'apoggiare, ma lancialo dentro il caretto!" 'Sto regazzino poteva ave cinque, sette mesi... quando questo l'ha buttato, inaspettatamente uno dei due ha tirato fuori la pistola... e c'ha fatto il tiro a segno. Avevano scomesso dei marchi, se lo colpiva o nun lo colpiva». (Alberto Sed) «Gli italiani
parlano con disinvoltura delle colpe naziste e non parlano delle colpe
italiane. Vogliono l'assoluzione. Io sono stato denunciato da italiani,
imprigionato da italiani, messo in un campo di italiani e poi consegnato
ai tedeschi per andare a morire». (Nedo Fiano) In questo libro, piu' di cento sopravvissuti raccontano la loro storia, componendo un grande racconto corale dell'ebraismo italiano. Dal mondo di prima, l'infanzia, la scuola, alle leggi antiebraiche e alla conseguente catena di umiliazioni. E poi l'occupazione tedesca, gli arresti, le detenzioni, la deportazione. Complessivamente nel 1943 venne deportato circa un quinto degli ebrei residenti sul territorio italiano: oltre 9000 persone. Nella quasi totalità dirette ad Auschwitz. Ma chi erano gli ebrei italiani? All'inizio degli anni Trenta erano circa 45 000 persone; le comunità più consistenti erano quelle di Roma (oltre 11 000), Milano, Trieste, Torino, Firenze, Venezia e Genova. Comunità, in generale, fortemente integrate nel tessuto sociale del Paese, a tal punto che dopo la liberazione solo un'esigua minoranza dei sopravvissuti scelse, a differenza degli ebrei di altre nazionalità, di vivere altrove. Il libro
della Shoah italiana ___________ NB:
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