22 giugno 2009

 
     

Prostitute ed escort : ipocrisia al potere
riceviamo e rispondiamo

Il TAR ha dato ragione ad Alemanno sulle ordinanze anti-prostituzione. Ma possiamo dire che il sindaco abbia ragione sulla base di una sentenza favorevole di un tribunale amministrativo?

Il rimprovero che molti, da sinistra, rivolgevano a Veltroni era quello di nascondere la polvere sotto il tappeto. Ricordo Don Roberto Sordelli e Massimiliano Smeriglio che, giustamente, accusavano il buonista di "yes, we can" di dimenticare gli invisibili, la cosiddetta "città di sotto" per dedicarsi alla "città vetrina" e ai festival del cinema. L'operazione anti-prostituzione di Alemanno e di altri sindaci, fatta a colpi di pattuglie, di ordinanze e di multe, mirava ad eliminare dalle strade il "folklorismo" dei mercati del sesso.

In linea di massima, possiamo dire che, effettivamente, c'è una diminuzione della visibilità delle prostitute sulle consolari e vicino alle zone abitate della capitale. Alcuni pensano che il fenomeno si sia mimetizzato bene nella metropoli, altri pensano che il fenomeno sia sia spostato verso i comuni della provincia. Secondo molte associazioni come Gruppo Abele, Caritas Italiana, Save the Children, vietare la prostituzione in strada significa spingere chi si prostituisce nel sommerso degli appartamenti, dove chi è sfruttato lo sarà ancora di più, invisibile per forze dell'ordine e operatori sociali. In effetti, poco si sa sul dove e sul come si sta organizzando il represso mercato del sesso. Si pensa che si sia spostato nei condomini o in case private o negli alberghi.

Infatti, ogni tanto emerge qualche notizia di cronache che orienta sull'evoluzione. L'ultima notizia è di pochi giorni fa: un operaio venticinquenne ha ucciso una giovane prostituta di 21 anni in un albergo di Ariccia, dopo che era scoppiata una lite sulla somma da pagare per la prestazione. Altri fatti di cronaca recenti a Milano "finanzieri stuprano prostituta e poi fuggono con l'auto di servizio", oppure a Torino : "poliziotto si innamora di una prostituta romena e la libera dallo sfruttatore, adesso il poliziotto e la prostituta convivono". Oppure a Roma: "Il lato oscuro della Roma bene. Casalinghe, studentesse, figlie di professioniste, ognuna di esse arrivava a guadagnare 30 mila euro al mese."

La realtà che viene fuori dalle leggi e dalle ordinanze repressive è paradossale: la prostituzione di "alto bordo" che si svolge nelle navi, negli hotel e nelle ville rimane nei fatti intatta. Per Vip, ma anche per i non Vip muniti di un discreto reddito, rimane abbastanza agevole l'immunità e impunità nel procurarsi la "merce". Una merce che spazia dalla fotomodella alla semplice studentessa universitaria desiderosa di automantenersi agli studi che si autorganizza in "cooperativa" o assolda o viene assoldata da un agente incaricato di curare le public relations.

Il problema forse si pone solo per le fasce di reddito basse, sia dal punto di vista dei clienti (operai e impiegati, single e non, di ceto medio basso) sia dal punto di vista di quelle "lucciole", straniere e non, che esercitano da poco e con pochi mezzi. Tutto ciò continua nel classico doppio livello tipico della storia del nostro paese. Viene in mente quel famoso film "Grande grosso e verdone" in cui l'uomo politico, per ingraziarsi la Curia, si dichiarava favorevole a leggi repressive ma poi frequentava personalmente un giro di prostitute.

La situazione, per così dire, etica e normativa, non è quindi delle più coerenti, nonostante il Consiglio dei ministri abbia approvato il disegno di legge su «misure contro la prostituzione» messo a punto dal ministro per le Pari Opportunità, Mara Carfagna, insieme ai colleghi della Giustizia Angelino Alfano e dell'Interno Roberto Maroni. Pene più severe per chi organizza o partecipa a un'associazione finalizzata allo sfruttamento della prostituzione. Pugno di ferro per chi organizza o partecipa allo sfruttamento della prostituzione. Il sindaco di Verona Tosi l'ha proibita addirittura nelle case, altri sindaci fanno le ronde serali per controllare le strade.

Beh, una certa paradossale ipocrisia traspare se si pensa a quel deputato colto con le mani nel sacco in un hotel di via Veneto oppure alla vallettopoli con strascichi nelle stanze della Farnesina, per non parlare di fatti più recenti e attuali. A mio avviso, meglio sarebbe per i sindaci, e penso in particolare al sindaco di Roma, svestirsi dei panni di moralizzatori e dotarsi di una propria politica innovatrice e condivisa che guardi le esperienze più equilibrate e meno enfatiche di altri paesi europei.

Domenico Ciardulli

Risponde il nostro presidente, Rita Guma:

Perfettamente d'accordo sull'ipocrisia, che pero' una volta si avvaleva dell'ombra ed oggi ci sembra piuttosto smascherata e talora ostentata. Anzi, ci sembra questo il motivo piu' importante per cui non si puo' asserire che la vicenda privata riguardante Berlusconi sia solo privata e che vada trattata come tale, come fanno alcuni uomini politici con la tipica solidarieta' maschile e alcune donne vicine al premier per motivi che preferiamo non indagare.

Questa maggioranza e questo governo, infatti, hanno condotto importanti battaglie 'etiche' in nome di principi che alcuni loro importanti esponenti disattendono ed in nome di tali principi ha legiferato limitando le liberta' dei cittadini 'normali', quelli, cioe' che non possono permettersi di derogare sotto l'occhio benevolo di qualche alto prelato e fra le strizzatine d'occhio dei compagni di partito. Ci riferiamo ad esempio alle coppie di fatto, oltre che al caso in questione della prostituzione.

Ovviamente lo sfruttamento della prostituzione e' un fenomeno molto grave, e si possono avere idee diverse su come affrontarlo, ma la risibilita' dell'aspetto 'moralizzatore' di certe scelte non puo' passare sotto silenzio, come pure non puo' essere negata la politica dei due pesi e due misure adottata in un Paese la cui Costituzione recita "la legge e' uguale per tutti".

Per quanto riguarda la decisione del TAR Lazio, occorre rilevare che questo ha ritenuto in realta' inammissibile il ricorso proposto da due associazioni per i diritti delle prostitute contro il rinnovo dell'ordinanza anti-lucciole deciso dal sindaco di Roma fino al gennaio 2010 perche' non le ha ritenute parte in causa.

Il TAR ha invece respinto il ricorso di altre due persone che evidentemente avevano i requisiti per accedere al Tribunale, affermando che la facoltà di prostituirsi liberamente non e' un diritto costituzionale, ma la conseguenza della liberta' garantita dalla Costituzione e che l'ordinanza di Alemanno "non mira a limitare la libertà di autodeterminazione, ma, al contrario, ad evitare che essa venga illecitamente compressa e che la prostituzione violenta abbia il sopravvento su quella (asseritamente) libera". Ovviamente tale decisione puo' essere appellata.

Speciale diritti

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