20 aprile 2009

 
     

Microcriminalita' : le ricette di Galli della Loggia
riceviamo e pubblichiamo

Da molto tempo imperversano numerosi sui maggiori quotidiani articoli di opinione sulla sicurezza e sulla lotta alla microcriminalità, fatti di analisi, di denunce, di raccomandazioni e di ricette.

Domenica 19 aprile 2009, Ernesto Galli Della Loggia "ha sparato" la sua opinione sulla prima pagina del corriere della sera puntando il dito contro "le polizie locali o vigili urbani che siano" e contro l'inerzia delle amministrazioni pubbliche incapaci e/o inadempienti per mancanza di volontà.

L'opinionista del più grande quotidiano nazionale vede questo aumento della violenza urbana come un fenomeno favorito, oltre che dalla "scarsa trasparenza" e "fannullaggine" delle corporazioni e dalla negligente passività dei sindaci, dalla potente lobby delle industrie del divertimento ("titolari di bar, ristoranti, pub e discoteche") e dalla potenza e intoccabilità dei "giovani protetti dal tabù che circonda ogni loro moda, svago, o comportamento collettivo, anche quelli più stupidi e riprovevoli".

Scrive inoltre Galli Della Loggia: "Il difetto è nel manico, in chi ha la responsabilità politica della polizia urbana". In altre parole, secondo l'opinionista, il costante aumento della microcriminalità è da attribuire a "sindaci di destra e di sinistra" che non osano toccare privilegi e consuetudini delle corporazioni della polizia urbana.

A mio avviso, l'analisi, pur intelligente e acuta, del grande Galli Della Loggia, pecca in alcuni passaggi di una certa superficialità, soprattutto nella parte finale in cui individua le cause, indicandone indirettamente i rimedi. Magari bastasse l'efficienza della polizia urbana a risolvere il problema della microcriminalità, magari bastasse il richiamo ai sindaci nel controllo delle proprie corporazioni e amministrazioni. Penso sia stato già sperimentato nelle scuole che il bullismo e il teppismo non si combattono trasformando gli insegnanti e i dirigenti scolastici in agenti di polizia ma dando risposte articolate e, soprattutto, interistituzionali.

Sarebbe alquanto miope un'analisi monolaterale così come dire che dello spaccio e/o del teppismo nei bagni degli istituti scolastici fossero colpevoli i bidelli oppure che del bullismo nelle classi fossero colpevoli gli insegnanti. Gli episodi quotidiani di violenza sessuale, xenofoba, domestica, stradale, che si stanno moltiplicando nelle nostre città sono qualcosa di molto più grande e complesso che, a mio avviso, richiede poche divise, molto lavoro socio-pedagogico di rete e molta "intelligence" nella programmazione di governo della cosa pubblica.

L'omicidio di Gabriele Sandri, le baby gang razziste di Tor Bella Monaca, l'uccisione di pedoni da parte di automobilisti ubriachi o cocainomani, il tiro al bersaglio contro ambulanti senegalesi, bengalesi e pachistani, l'uccisione di un giovane padre di famiglia per un parcheggio, l'accoltellamento mortale di un ventenne napoletano per un apprezzamento galante ad una donna, dimostrano la complessità e le molte sfaccettature metropolitane di un generale sovvertimento del sistema di valori trasversale a tutta la società.

Forse, potremmo dire che è alquanto puerile rovesciare sui vigili urbani le colpe di quanto sta accadendo, soprattutto dopo il coinvolgimento di corpi dell'esercito in compiti di polizia urbana, in presìdi e sgomberi di campi abusivi, dopo l'approvazione del pacchetto sicurezza, dopo l'emanazione di ordinanze antilavavetri, antilucciole e anticlandestini. Forse servirebbe mobilitare risorse umane, dare la giusta importanza anche alle politiche sociali e scolastiche delle amministrazioni, e poi rivedere i palinsesti televisivi, ripensare la comunicazione in ambito sportivo, calcistico, politico, riflettere sul ruolo dei mass media....

Una frase maldestra di un ministro potrebbe rendere insufficienti centinaia di vigili urbani aggiuntivi. Un gesto imprudente di un calciatore famoso potrebbe rendere insufficienti mille celerini allo stadio. D'altro canto, se un calciatore amato dalle folle si impegnasse in uno spot quotidiano contro la microcriminalità allo stesso modo con il quale si impegna nella pubblicizzazione di un'acqua minerale o di un gestore telefonico potrebbe uguagliare, negli effetti, la forza repressiva di migliaia di paracadutisti della Folgore dispiegati su tutto il territorio nazionale.

Per questi motivi ritengo siano poco appropriate le ricette di Galli Della Loggia e di tutti quei guru della carta stampata orientati alle azioni di repressione piuttosto che alle azioni di sistema delle politiche di welfare nella lotta contro la microcriminalità.

Domenico Ciardulli
Management del Servizio Sociale
Università di Roma Tre

Speciale sport e legalita'

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