Scudo
fiscale calpesta certezza e proporzionalita' della pena
di
Rita Guma*
Chi
non paga le imposte dovute danneggia tutti.
Chi effettua falsi in bilancio danneggia risparmiatori e creditori.
Chi
ricicla il denaro aiuta i mafiosi, gli sfruttatori della prostituzione
e i mercanti di droga.
Sembra
che questi basilari concetti siano stati dimenticati con l'approvazione
al Senato dello scudo fiscale, di fronte alla quale - come
nel caso di altri condoni similari, da qualsiasi governo messi
in atto - l'Osservatorio sulla legalita' e sui diritti Onlus
esprime indignazione, ritenendo
che da tale scelta derivi un danno non solo al concetto di
legalita', che ne esce a pezzi, ed agli onesti in generale,
che si sentono beffati, ma a moltissimi cittadini 'deboli'
in particolare.
Con
la scusa del ridimensionamento della spesa pubblica si sono
infatti effettuati in questi anni tagli ai servizi di base
con danno per i cittadini piu' bisognosi e di recente si sono
effettuate strette e tagli su categorie come disabili, invalidi
e relative famiglie, che gia' con difficolta' riescono ad
ottenere quanto loro dovuto dallo Stato.
Se invece fosse stata effettuata una politica fiscale adeguata
all'emersione dell'evasione, ci sarebbero state maggiori entrate
nella piena legalita' e non ci sarebbe stato bisogno di quei
tagli.
Inoltre,
i crack finanziari di questi anni hanno dimostrato come siano
i piccoli risparmiatori a pagare il prezzo dei giochi finanziari
sporchi dei furbetti del quartierino, che invece generalmente
ne escono illesi.
Se al contrario le pene fossero state adeguate al delitto
(invece che ridotte, come voluto da un precedente governo
Berlusconi) e se non si fosse proceduto anche per i reati
finanziari all'indulto (votato sotto il governo Prodi dalla
quasi totalita' dei parlamentari) i responsabili di aver buttato
al macero anni di risparmi di intere famiglie starebbero oggi
pagando in galera.
Opporsi ai vari scudi fiscali, quindi, non e' moralismo o
giustizialismo, come alcuni strumentalmente affermano, ma
consapevolezza che c'e' chi paga sulla sua pelle (a volte
in modo duro) i reati fiscali altrui e che i responsabili
non possono restare impuniti, anche per non inviare un messaggio
fuorviante a tutti gli altri nella loro stessa condizione
di delinquere.
Infine,
ancora una volta - con la scusa del "fare cassa", quindi avallando
l'idea che il fine giustifichi i mezzi - si favoriscono ladri
e furbetti a scapito delle persone per bene, il tutto mentre
si finge severita' e tolleranza zero inasprendo le pene per
le categorie piu' deboli e per i reati minori, quelli che
riguardano 'bottini' irrisori.
Insomma,
la maggioranza parlamentare dimostra di credere in una giustizia
debole con i forti e forte con i deboli e calpesta i principi
della certezza e della proporzionalita' della pena, basilari
in un Paese che voglia dirsi civile.
*
presidente Osservatorio
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