08 luglio 2009

 
     

Non sono fatti privati se riguardano chi non separa pubblico e privato
di Rita Guma*

Sebbene anch'io sia infastidita, e lo abbia scritto anche sul sito, per i dettagli sulla vicenda Berlusconi scodellatici ogni giorno nel piatto e dello spazio dato sui media a veline ed escort invece che a donne impegnate per il bene dell'Italia e del mondo, non ritengo si tratti solo di una vicenda privata, per tre importanti ragioni:

1) il governo Berlusconi, (questo ed il precedente) ha varato leggi e fatto scelte incisive sulla vita personale dei cittadini sulla base di ferrei valori morali che erano proclamati in modo stentoreo ed invece non si sono affatto rivelati ferrei: costoro limitano la liberta' degli altri, denigrano la vita privata altrui, impediscono la felicita' della gente entrando nel suo letto (pensiamo agli omosessuali), perseguitano le prostitute, esaltando un modello di famiglia tradizionale mentre loro stessi trasgrediscono, frequentano escort, tradiscono le mogli, hanno figli fuori dal matrimonio, etc etc etc.
In questo caso il privato diventa pubblico, e non lo dico io, ma tribunali europei e il Consiglio dei ministri del Consiglio d'Europa.

2) visto il legame fra rapporti 'personali' e candidature (che oggi sono blindate a causa di una legge porcata voluta sempre dal governo Berlusconi e quindi non consentono scelta agli elettori), e' reale la possibilita' che abbiano acquisito ruoli istituzionali o lo acquisiscano in passato professioniste del sesso (a pagamento o meno) e questo riguarda - eccome - noi cittadini!
Come ci riguardano gli eventuali ricatti che queste signorine e gli 'intermediari' abbiano posto o potrebbero porre in essere nei confronti del capo del governo italiano, visto che il prezzo dello scambio rischia di essere un ruolo istituzionale o un appalto pubblico.

3) ancora, e' importante sapere cosa sta accadendo per evidenziare il comportamento dei due pesi e due misure del Vaticano quando si tratta di normali cittadini e quando invece si tratta di potenti, specialmente se questi hanno regalato l'abolizione dell'ICI.
In un Paese dove la Chiesa fa pressioni su leggi riguardanti la sfera personale (come il testamento biologico) e sessuale delle persone ed ha dimostrato pubblicamente dissenso dalle scelte di un governo piu' laico (ma in genere con leader piu' aderenti ai canoni personali stabiliti dalla Chiesa) e' giusto si sappia che quando i fatti riguardano Berlusconi e soci il tono dei richiami all'etica e' sommesso, la precisazione della gerarchia arriva da prelati di secondo piano, a scoppio ritardato e senza fare nomi in modo che si possa dire "non si riferiva a me".
E non perche' io sia di sinistra (non lo sono e sono spesso stata pubblicamente critica - nel merito - su decisioni dei governi di sinistra o su candidature della sinistra) ma per amor di verita' e di coerenza, e per fornire una corretta informazione ai cittadini elettori.

Per non parlare della vera opinione sulla donna che emerge da tutte le azioni messe in atto da certi personaggi politici, a livello pubblico o privato, e che va resa nota agli elettori e alle elettrici.

Insomma, sarebbero fatti privati se i politici protagonisti di questa storia non considerassero uno scandalo (e non volessero vietare agli altri, per legge) cio' che essi invece fanno tranquillamente, talora alla luce del sole.
Sarebbero fatti privati se le amiche dei politici di alto rango fossero inserite in ruoli di comparse, non candidate a ruoli istituzionali.
Sarebbero infine fatti privati se i politici coinvolti non blaterassero sempre di selezione per merito, relegando poi le donne in gamba ma bruttine in ruoli di secondo piano per dare spazio alle belle e maggiorate (o gonfiate), e sminuendo quelle con gli "attributi" (come la Merkel, la presidente Finlandese Halonen, la Marcegaglia o l'assessora del palpeggiamento a L'Aquila) sul cui ruolo non possono incidere.

Insomma, sarebbero fatti privati se gli interessati mantenessero separati i piani pubblico e privato e se non pretendessero di fare leggi 'moralizzatrici' laddove essi trasgrediscono.

Credo invece che ridurre tutto ad una questione di curiosita' morbosa, come fanno alcuni commenti (strumentali e - ahime' - qualche volta anche in buona fede), sia riduttivo ed anche offensivo, perche' attribuisce sentimenti meschini a persone che come me e tanti altri non sono mossi da ragioni politiche o commerciali ne' da morbosita' ma solo preoccupati per il bene comune e la gestione della cosa pubblica.

* presidente nazionale dell'Osservatorio sulla Legalità ed i Diritti Onlus

Speciale etica e politica

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