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21 maggio 2009
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Parlamento
inutile ? Il parlamento e' inutile come dice Silvio Berlusconi? Certamente lo e' se il meccanismo elettorale (il cosiddetto 'porcellum', da lui voluto e approvato dalla sua maggioranza due legislature fa) non permette la scelta fra i nomi in lista e se le candidature sono frutto della decisione del segretario o presidente del partito, per cui i parlamentari di maggioranza sono quasi tutti soltanto una emanazione del premier e quelli di minoranza soltanto una emanazione dei leader dei partiti di opposizione. Ne' la sinistra ha pensato di fare eccezione rimediando con primarie interne, che avrebbero almeno cambiato il meccanismo di composizione delle liste, fino a modifica piu' democratica della legge elettorale. Inoltre e' inutile un parlamento scavalcato continuamente con il ricorso alla fiducia e con la decretazione d'urgenza, di cui l'attuale premier fa larghissimo uso. Ma i Costituenti non previdero un parlamento inutile, anzi ne fecero (come in altre democrazie parlamentari con la separazione dei poteri esecutivo-legislativo-giudiziario) un consesso utile a discutere a fondo ogni progetto di legge, a creare commissioni specializzate sulle singole tematiche, a far emergere le posizioni di minoranza che - sempre a norma di Costituzione - non vanno scartate o soppresse, ma tutelate. Certo non e' peregrino il sospetto che la concezione espressa da Berlusconi sia negli atti che nelle parole sia preludio o almeno desiderio di una dittatura. Un parlamento addomesticato o addirittura inesistente sarebbe molto comodo in una democrazia dittatoriale, cioe' in uno Stato in cui vi fosse una parvenza di democrazia ma le istituzioni (compresa la magistratura) fossero al servizio del 'leader supremo'. Sul taglio del numero dei parlamentari siamo in via di principio d'accordo, anche se il numero di 100 sembra proprio voler rispondere all'esigenza di facciata di cui sopra. A chi abbia un po' di dimestichezza con i lavori parlamentari, infatti, non sfugge come 100 parlamentari (oggi sono 1000) non sarebbero in grado ne' di rappresentare adeguatamente le diverse posizioni di minoranza di un Paese di 60 milioni di abitanti, ne' di svolgere una adeguata attivita' di presentazione ed esame delle leggi. A meno che, appunto, non si voglia lasciare loro solo un ruolo di facciata. Inoltre non sfugge neppure come - anche con un sistema elettivo - sia molto piu' facile condizionare una maggioranza parlamentare quando si deve avere a che fare con 51 persone e non con 500. Ovviamente non e' che a noi dell'Osservatorio - che tuteliamo i diritti dei cittadini e la legalita' - piaccia la formazione e l'operato dell'attuale parlamento. A nostro giudizio, per servire davvero e bene il cittadino, andrebbero apportate le seguenti modifiche: - ritorno alla legge elettorale con preferenza - riduzione del numero dei parlamentari, ad esempio dimezzandolo - riduzione degli stipendi ed eliminazione delle pensioni dei parlamentari (nel senso che ciascun parlamentare nella sua 'vecchiaia' prendera' la pensione corrispondente al suo impiego o professione, dato che il parlamentare non e' un impiego o una professione, e quindi non dovrebbe dar luogo a pensione) - incompatibilita' fra l'esercizio delle libere professioni o i ruoli di amministratore d'impresa ed il ruolo di parlamentare (oggi un insegnante o altro impiegato pubblico deve porsi in aspettativa se eletto nelle istituzioni, e anzi si chiede a gran voce di estendere le incompatibilita' per i magistrati dopo la cessazione del mandato elettivo, non e' chiaro perche' non debbano fare altrettanto imprenditori o liberi professionisti quali, ad esempio, gli avvocati di cui gli scranni parlamentari sono pieni) - incompatibilita' fra i seggi parlamentari e gravi condanne penali e per reati contro il patrimonio o la pubblica amministrazione - divieto per i mafiosi privati dell'elettorato attivo e passivo di effettuare propaganda elettorale per terzi. In questo modo: - il cittadino-elettore potrebbe scegliere il proprio rappresentante in base al profilo e all'operato ed il rappresentante - mirando alla rielezione - si darebbe da fare in ossequio al programma presentato e nell'interesse del cittadino, non nel proprio o in quello del proprio leader dante causa - si avrebbe un parlamento meno pletorico e con costi per i compensi dimezzati, mentre si azzererebbero i costi per le pensioni - si avrebbe un parlamentare piu' consapevole, non uno in cerca di sistemazione per la vecchiaia, e verrebbe anche eliminato il problema del sostegno a governi ormai inadeguati al solo fine di prolungare il proprio mandato individuale per far maturare gli anni per l'agognata pensione - si ridurrebbe sia la dispersione di energie (causata dalla necessita' - da parte di imprenditori e professionisti - di seguire anche la propria attivita' privata mentre sono in parlamento), sia i conflitti d'interesse o la crescita dell'attivita' privata dovuta alla visibilita' e al potere del ruolo di parlamentare - si eliminerebbero - con vantaggio per la sostanza e anche per l'immagine del parlamento - soggetti con propensione per il furto, il peculato e la corruzione dai luoghi dove si decidono gli investimenti e la gestione del Paese - si ridurrebbe in maniera consistente l'influenza mafiosa sui candidati (1) Dubitiamo pero' che siano questi i cambiamenti che Silvio Berlusconi ha in mente e dubitiamo che molti altri parlamentari (di maggioranza e opposizione) sarebbero desiderosi di attuarli. (1) * presidente dell'Osservatorio sulla legalita' e sui diritti onlus ___________ NB:
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