10 febbraio 2009

 
     

Morte di Eluana : poche riflessioni
di Rita Guma*

L'Osservatorio sulla legalita' e sui diritti Onlus ritiene che sulla vicenda di Eluana Englaro i toni di questi giorni siano stati improntati da molti a tutto fuorche' all'umana pieta'.

Chi richiamava infatti quella per Eluana, non ne concedeva spesso alcuna ai suoi familiari, che - mentre a parole rispettava - cercava di delegittimare in ogni modo, accreditando un fine di liberazione da un peso che era solo una presunzione cinica e indimostrabile. Analoghi dubbi sono stati seminati in ordine all'accertamento della volonta' di Eluana da parte del Tribunale, continuando ad accreditare un sostituirsi della Giustizia al Parlamento che invece la Corte Costituzionale aveva escluso.

Il fatto che chi rispettava la scelta della famiglia abbia tenuto per settimane il silenzio da questa richiesto e che invece altri abbiano manifestato in ogni modo la loro posizione ha influito sulla percezione della vicenda da parte dei cittadini, in un mondo dominato dai media. Peraltro spesso ai cittadini sono state fornite informazioni parziali che non hanno consentito di valutare appieno la situazione e le implicazioni in termini di dignita' dei trattamenti per chi sia in stato vegetativo.

Nel merito, le questioni in gioco in casi come quelli di Eluana - cioe' di persone in stato vegetativo senza aver espresso la loro volonta' con un documento scritto mentre erano senzienti - erano molte, e sarebbe riduttivo volerle analizzare qui. Inoltre non ci sembra il caso di farlo a poche ore dalla morte della giovane, cosi' come non abbiamo voluto entrare nella polemica in queste settimane, limitandoci ad intervenire su aspetti che riguardavano le implicazioni istituzionali connesse alla vicenda, che sono state molto gravi.

Per quanto riguarda invece i casi di persone senzienti ma dipendenti da macchine o la possibilita' di esprimere quando nelle piene facolta' il proprio orientamento in ordine a possibili situazioni di coma o vegetative, ci sembra che l'impostazione che salvaguardi la liberta' di tutti i cittadini ed il pensiero etico e religioso di ciascuno consista nel permettere - con il testamento biologico - che ciascuno possa disporre di essere trattato in conformita' alle proprie convinzioni e non gli sia usata la violenza di un trattamento forzato indesiderato. Cio' che alcuni interpretano come estremo sacrificio in base a convinzioni religiose, rappresenta infatti per altri una violazione della propria dignita' cui deve essere permesso di sottrarsi.

Ci auguriamo che la triste vicenda di Eluana non condizioni negativamente il dibattito parlamentare e porti invece ad una legge giusta ed equilibrata sul fine vita. L'aggressivita' della politica su questa questione non e' peraltro giustificata, dato che i parlamentari dovrebbero fare 'mea culpa' per aver fatto prima passare anni nell'indifferenza al tema e poi privilegiando la discussione di altri provvedimenti che a ben vedere non avevano altrettanta urgenza e importanza, il che ha prolungato notevolmente un dibattito che pur c'e' stato.

Anche secondo Papa Paolo VI, talora la vita deve considerarsi non piu' pienamente umana. Un confine che a nostro avviso non puo' stabilire lo Stato, onde non ricadere nell'eugenetica, ne' un medico che si faccia orientare dalle proprie convinzioni etiche o religiose imponendo trattamenti o viceversa interrompendoli come una sorta di Angelo della morte, ma che deve essere demandato alla liberta' e sensibilita' del singolo:

"Pur escludendosi l'eutanasia, cio' non significa obbligare il medico a utilizzare tutte le tecniche di sopravvivenza che gli offre una scienza infaticabilmente creatrice. In tali casi non sarebbe una tortura inutile imporre la rianimazione vegetativa, nell'ultima fase di una malattia incurabile? Il dovere del medico consiste piuttosto nell'adoperarsi a calmare le sofferenze, invece di prolungare piu' a lungo possibile, e con qualunque mezzo e a qualunque condizione, una vita che non e' piu' pienamente umana e che va verso la conclusione". (lettera del cardinale Villot, 1970).

* presidente Osservatorio sulla legalita' e sui diritti onlus

Speciale diritti

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