27 settembre 2008

 
     

Separazione delle carriere : il problema e' il caffe' insieme ?
di osservatoriosullalegalita.org

Sconcerta la giustificazione data dal ministro della giustizia Angelino Alfano alla volonta' del governo di separare le carriere dei magistrati.

Lo pensa il Movimento per la giustizia, che in una nota commenta "Eravamo abituati all'argomento, stantio, del caffè e del 'tu' che giudici e pubblici ministeri prendono insieme e si danno; mentre gli avvocati stanno con il cappello in mano. Ricordiamo anche il tema dell' 'ascensore', che forse questa volta è sfuggito, per la fretta. Ma che sia il Ministro della Giustizia a proporlo come giustificante la separazione delle carriere sconcerta davvero, per la pochezza e inconsistenza dell'argomento, e per l'offesa che - ci dobbiamo domandare quanto inconsapevolmente - viene rivolta a tanti magistrati italiani, che quotidianamente si impegnano con correttezza e fatica, e nell'assoluto rispetto delle diverse funzioni, per tentare di contribuire alla realizzazione di quella giustizia secondo le regole e in tempi ragionevoli, che la Costituzione prevede come diritto dei cittadini".

"Sconcerta l'insistenza su una banalità che, se vera, dovrebbe porre il ben più grave problema di una generalizzata serie di separazioni tra gip e giudici del dibattimento, giudici di primo e di secondo grado, giudici del merito e della legittimità, tutti incapaci di resistere all'attrazione della casta, o timorosi della vendetta dei colleghi traditi - aggiunge Carlo Citterio, egretario generale del Movimento - Una banalità appunto offensiva, che trova nella quotidianità dell'esperienza giudiziaria la propria smentita".

"Il tema della separazione delle carriere - spiega il Movimento - è delicato e meriterebbe un confronto serio e trasparente sui valori e sulle finalità che si perseguono, e sulle implicazioni dell'esito finale della 'ristrutturazione' che si propone, anche non fingendo di ignorare i mutamenti imponenti che l'appena varata riforma dell'ordinamento giudiziario ha introdotto e che di fatto hanno già realizzato molto più che una mera separazione di funzioni".

"Dove va un p.m. staccato dalla giurisdizione, se non in braccio, necessariamente, all'Esecutivo (perché un p.m. che gestisce l'azione penale sul territorio nazionale ed è parte di un organismo autonomo da ogni altro potere è una follia, e quindi costituisce una menzogna l'indicarlo come obiettivo)? - si chiede Citterio - Quale beneficio traggono i cittadini da un p.m. che costruisce la sua carriera dal numero di condanne che ottiene, o che agisce secondo le indicazioni della politica? Perché l'Europa guarda al sistema italiano come ad un modello, cui noi dobbiamo spontaneamente rinunciare? No, il problema è il caffè insieme...".

Speciale giustizia

___________

NB: I CONTENUTI DEL SITO POSSONO ESSERE PRELEVATI CITANDO L'AUTORE E LINKANDO
www.osservatoriosullalegalita.org