22 settembre 2008

 
     

ANM : timori per riduzione risorse , separazione carriere e riforma CSM
di Mauro W. Giannini

Il governo è "del tutto inadempiente rispetto alle reiterate richieste di interventi e, al contrario, ha effettuato drastiche riduzioni delle risorse finanziarie e del personale, che provocheranno a breve il definitivo allontanamento della prospettiva di qualunque risposta di giustizia ai cittadini".

Lo afferma il Comitato direttivo centrale dell'Associazione Nazionale Magistrati a conclusione dell'incontro di ieri, nel quale ha ribadito "l'urgente necessità di un ampio processo di riforme dirette ad assicurare funzionalità ed efficacia al sistema giudiziario, secondo le proposte già presentate al Ministro della Giustizia in materia di riforma del processo civile e penale, revisione delle circoscrizione giudiziarie, depenalizzazione dei reati minori ed introduzione di pene alternative alla pena carceraria".

L'ANM ritiene fondamentale "verificare la concreta attuazione delle importanti innovazioni introdotte con la recente riforma dell'ordinamento giudiziario in tema di responsabilità disciplinare dei magistrati, di periodiche valutazioni di professionalità, di temporaneità degli incarichi direttivi ed organizzazione delle Procure come occasione per un ampio rinnovamento dell'istituzione giudiziaria, sempre finalizzato all'efficienza della risposta di giustizia".

Nei giorni in cui ricorre il diciottesimo anniversario della morte del collega Rosario Livatino (in onore del quale l'ANM di Agrigento, gli enti di formazione decentrata del C.S.M. dei distretti siciliani e il Polo Universitario di Agrigento hanno promosso l'ncontro di studio sul tema "Sicurezza, garanzie e processo penale") l'ANM ricorda che i magistrati italiani "spesso esercitano le proprie funzioni in contesti ambientali caratterizzati da una diffusa criminalità organizzata ponendo a rischio l'incolumità personale, come avvenuto in recenti episodi. Non è, quindi, in alcun modo funzionale all'efficacia del sistema giudiziario una riforma dell'assetto costituzionale della magistratura".

In quest'ottica l'Associazione riafferma le ragioni della sua contrarietà alla separazione delle carriere del giudice e del pubblico ministero, alla riforma della composizione del CSM per attribuire più spazio alla politica ed alla ulteriore revisione del sistema disciplinare: "Aumentare la partecipazione di esponenti politici nell'organo di governo autonomo ed in sede di giudizio disciplinare non sarebbe funzionale alla risoluzione delle reali problematiche, bensì unicamente a fornire alla politica un maggiore potere sui giudici ed a ridurre l'indipendenza e l'autonomia della magistratura2.

Analogamente, per l'ANM, "sono inaccettabili interventi, tanto più con legge ordinaria su importanti istituti processuali che operino surrettizie modifiche volte di fatto ad indebolire il sistema delle garanzie. Chiediamo al Ministro della Giustizia, al Governo ed al Parlamento - conclude il documento del CdC - di adottare subito tutte le iniziative necessarie per consentire ai magistrati di fornire risposte idonee ed in tempi rapidi alla domanda di giustizia nell'ambito dell'attuale assetto costituzionale. In particolare, la gravissima disfunzione degli uffici giudiziari ed il profondo disagio dei magistrati che vi lavorano, gravemente accentuati dagli interventi in sede di legge finanziaria, impongono un incisivo impegno di denuncia e di protesta".

Pertanto, il Comitato Direttivo Centrale auspica la massima partecipazione alle iniziative delegate alle sezioni distrettuali per denunciare le condizioni cui si trovano gli uffici giudiziari e gli effetti devastanti sulle risorse e sul personale dei recenti provvedimenti legislativi.

Preoccupazione sulla riduzione delle risorse finanziarie e del personale era stata espressa, unitamente all'ANM, anche dall'Organismo Unitario dell'avvocatura e dall'Associazione Italiana Giovani Avvocati in un documento congiunto inviato al ministro prima dell'approvazione del provvedimento. Nel documento si chiedeva di considerare la giustizia come un settore strategico della pubblica amministrazione e quindi non sottoporlo a tagli che avrebbero inciso negativamente sull'efficienza della giustizia, gia' minata dall'attuale situazione degli uffici.

Speciale giustizia

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