21 settembre 2008

 
     

Informazione : perquisizioni , Unci e Fnsi temono per diritto di cronaca
di osservatoriosullalegalita.org

La nuova perquisizione disposta ieri dalla Procura di Napoli contro i colleghi dell’Espresso "conferma che esiste un indirizzo complessivo delle Procure che punta a limitare il diritto-dovere di cronaca e la libertà dei cittadini di essere informati violando le sentenze della Cassazione e della Corte Europea dei diritti dell’uomo". Lo sostiene l’Unione Nazionale Cronisti Italiani che, incontrando due giorni fa con Fnsi e Ordine dei giornalisti, il Vice presidente del Csm, sen. Nicola Mancino, ha richiamato la sua attenzione su questo allarme.

"Non si può dire che esista una parola d’ordine tra le Procure per colpire i giornalisti", ha detto il Presidente dell’Unci Guido Columba, "ma certo l’intensificarsi delle perquisizioni contro i cronisti in tutta Italia sembra indicare che si ritiene di poter intimidire liberamente i giornalisti per indurli a non scrivere nulla di ciò che ai magistrati inquirenti non piace sia portato a conoscenza dei cittadini".

L’Unci sta per completare il 'Libro bianco' dei pessimi rapporti che nell’ultimo periodo intercorrono tra magistrati e giornalisti: in esso - spiega Columba - oltre a documentare un accanimento fuori luogo contro colleghi che svolgono il loro dovere, saranno elencati "quelli che appaiono dei veri e propri abusi da parte delle Procure: la disposizione di sequestrare Pc, agende, interi sistemi editoriali, anche di persone estranee alla vicenda, invece di limitarsi a cercare il corpo dell’eventuale reato; il ricorso a ipotesi accusatorie fantasiose e strumentali, intimidire i cronisti con quelle che appaiono delle vere e proprie 'pene accessorie' che possono essere disposte solo al termine di un processo regolare".

In una nota la direzione del settimanale L'Espresso parla "di una seconda pesantissima azione di intimidazione da parte della procura di Napoli" assicurando ai lettori "che il settimanale continuerà nella sua opera di puntuale informazione e denuncia e che non si farà intimidire da spettacolari e gravi iniziative della magistratura tese a limitare la libertà di informazione".

Il Comitato di redazione ritiene invece 'offensivi' "per il lavoro dei nostri colleghi sono apparsi i modi con cui l'intervento della Guardia di Finanza è stato effettuato. Gli agenti, che hanno sequestrato i computer di Di Feo e Fittipaldi, si sono presentati in redazione di sabato, un giorno dopo l'uscita in edicola. Ci chiediamo se il ritardo non sia legato all'obiettivo di trovare gli uffici sguarniti per poter operare con mani più libere. Alla luce di queste considerazioni, ci domandiamo se anche in Italia abbiano valore le sentenze europee che tutelano la libertà di stampa. E invitiamo le istituzioni che credono nei valori democratici, a partire dal Presidente della Repubblica, a difendere l'esercizio del diritto di cronaca".

Dal canto suo, la La Federazione Nazionale della Stampa Italiana ritiene "davvero sconcertante, ed a questo punto intollerabile, che nuovamente la magistratura, con un’azione grave ed invasiva, sia ritornata a perquisire le abitazioni dei colleghi Giuliano Di Feo, Emiliano Fittipaldi, del collaboratore di Napoli Claudio Pappaianni (alla cui moglie sono stati sottratti anche effetti personali) e la redazione de L’Espresso".

Ma "Non solo è sconcertante la ripetuta azione di perquisizione nei confronti della stessa redazione e degli stessi colleghi ma suona quasi come una beffa", in relazione alle motivazioni e alla stessa discussione che proprio il giorno prima la Fnsi, con il Presidente Roberto Natale ed il Segretario generale Franco Siddi, l’Ordine nazionale con il Presidente Lorenzo Del Boca ed il Segretario Enzo Jacopino e il Presidente dell’Unci, Guido Columba, hanno avuto con il Senatore Nicola Mancino, Vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura.

"Pur non essendoci ovviamente relazione con i fatti odierni, i temi sul tavolo erano appunto le continue lacerazioni dei rapporti tra una parte della magistratura ed i giornalisti in particolar modo evidenziati dalle continue, quanto a nostro avviso inutili, perquisizioni a danno di colleghi e redazioni - commenta la FNSI - Al Vicepresidente del Csm la delegazione dei giornalisti italiani aveva espresso la propria preoccupazione per il deterioramento dei rapporti tra alcune procure e quindi tra due funzioni costituzionalmente riconosciute e che vanno tutelate nella loro dignità ed autonomia" mentre gli atti "sembrano più volti ad intimidire che a trovare prove utili alle indagini della magistratura".

La delegazione dei giornalisti nell’incontro aveva sostenuto la necessità e la propria volontà di riportare serenità ed equilibrio tra magistratura ed informazione magari attraverso la formulazione di una sorta di attività di indirizzo da parte del Csm, anche forti della recente sentenza della Corte di cassazione che ha giudicato illegittime queste perquisizioni. Dopo la nuova perquisizione, tuttavia, alla FNSI "pare francamente stridente il fatto che mentre in Campania si fa mattanza di persone e la criminalità dilaga, la magistratura distolga forze di polizia ai veri problemi per, ripetiamo, inutili prove di forza e spettacolari e pletoriche perquisizioni".

Su questi temi il Segretario generale della Fnsi, Franco Siddi, ha avuto quindi un lungo colloquio telefonico riservato anche con il presidente dell’Associazione Magistrati, Luca Palamara.

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