09 settembre 2008

 
     

Penalisti di Cagliari in agitazione : condizioni di lavoro inaccettabili
di Mauro W. Giannini

La sezione di Cagliari della Camera Penale della Sardegna ha deliberato di proclamare lo stato di agitazione "per sottoporre all'attenzione dei colleghi, della magistratura, dei dirigenti degli uffici di cancelleria, del personale in genere, degli organi di informazione, dei cittadini, la situazione nella quale versa il palazzo di giustizia di Cagliari e la condizione nella quale gli avvocati sono costretti a svolgere la propria opera a discapito della propria dignità professionale e, soprattutto, della funzione difensiva ancora costituzionalmente garantita".

In un documento i legali spiegano che l'iniziativa e' stata intrapresa "non solo per denunciare le carenze, le incongruità o le deficienze, ma per sollecitare soluzioni concrete, immediate, efficaci, effettive e condivise". Infatti, aggiungono i penalisti, "Mentre da tempo le associazioni degli avvocati, hanno chiesto di attuare una razionalizzazione del carico delle udienze, specie quelle penali, un agile funzionamento degli uffici e un sereno e costruttivo rapporto con magistrati, funzionari e personale di cancelleria, viceversa assistiamo quotidianamente ad una marginalizzazione del diritto di difesa attraverso prassi che , di fatto, tendono ad abrogare le norme consacrate dal legislatore nel codice di rito. Marginalizzazione derivante dall'organizzazione delle Cancellerie e delle udienze che non riconosce ai difensori il ruolo ad essi attribuito dalla legge e cioè quello di soggetti necessari del processo".

Per contro, spiega la Camera penale cagliaritana, "l'attuale assetto organizzativo privilegia nell'accesso agli uffici figure accessorie quali consulenti tecnici o appartenenti alle forze di polizia e riconosce con sempre maggior frequenza a soggetti extra processuali, quali i giornalisti, la priorità assoluta sulla conoscenza di notizie procedimentali o processuali. Tale stato di cose gravemente lesivo della funzione difensiva e del decoro della classe forense trova ulteriore riscontro nel lessico degli uffici giudiziari secondo il quale gli Avvocati sono annoverati nella categoria del 'pubblico'. Tale concezione, nel corso del tempo, ha portato una costante riduzione degli spazi fisici e temporali dedicati alla funzione difensiva e si è concretizzata, ad esempio, nella contrazione significativa degli orari e dei giorni nei quali gli avvocati possono chiedere informazioni sui procedimenti, depositare atti, estrarre copie, cosa che inibisce di fatto la possibilità di svolgere tutte quelle incombenze che stanno al di fuori dell'udienza, ma che ne costituiscono il presupposto indefettibile".

Attualmente l'adozione dei protocolli per l'udienza penale di primo grado dinanzi al giudice monocratico, affermano poi i penalisti, "si è rivelata soltanto un modo per abusare del tempo dei professionisti gravandoli in via esclusiva di incombenze che non competono loro. Si erano previste due fasce orarie dedicate alla trattazione dei processi, dalle 9 alle 11 e dalle 11 alle 13 che, di fatto, sono del tutto inutili se preventivamente non si fa una stima della durata approssimativa di ciascun dibattimento in ragione del numero dei testi, degli imputati, delle parti civili, dei difensori e dell'importanza delle questioni di diritto da trattare e soprattutto non si controlla per tempo la regolarità delle notificazioni".

Inoltre, "La situazione degli uffici che si occupano del rilascio delle copie dei fascicoli penali è insostenibile, ciò non solo perché i difensori, pur continuando a pagare i diritti di cancelleria, provvedono a fornire la carta e ad effettuare le fotocopie, ma anche perché è impossibile estrarre le copie quando queste riguardano procedimenti con molti imputati e i relativi fascicoli sono poderosi. (Tutto ciò mentre nelle aule d'udienza si sostituiscono sedie nuove con altre altrettanto nuove, o i monitor dei computer con altri di design più moderno). Dei sei ascensori di cui è dotato il palazzo ne funzionano a singhiozzo soltanto due".

Mentre le risorse pubbliche vengono destinate ad opere non urgenti e/o indispensabili, protestano i penalisti cagliaritani, "nessuna Autorità si preoccupa di allestire un idoneo spazio per consentire un colloquio 'riservato' agli arrestati in attesa di giudizio direttissimo e ai loro difensori. La vergogna dell'attuale situazione anche sotto il profilo igienico è sotto gli occhi di tutti. Non esiste un ufficio informazioni che renda meno penosa al cittadino la ricerca degli uffici o delle aule d'udienza. Non è mai stato allestito un presidio di pronto soccorso".

Inoltre, "Per depositare una denuncia presso la segreteria della Procura o più semplicemente per consultare un fascicolo relativo ai dibattimenti di primo grado dinanzi al giudice monocratico, gli avvocati sono costretti a fare le file anche di tre quarti d'ora, mentre ne sono esentati, per non meglio precisate ragioni di giustizia, i consulenti, qualsiasi persona svolga un'attività di polizia giudiziaria, rappresentanti più o meno qualificati di uffici pubblici".

Da tempo, fa rilevare la Camera penale di Cagliari, "gli avvocati hanno individuato delle soluzioni che sono state sistematicamente disattese, spesso con malcelato fastidio, o comunque, non opportunamente promosse. Poiché la situazione è divenuta del tutto insostenibile e manifesta la volontà di disattendere le giuste istanze della classe forense, gli avvocati aderenti all'Unione delle Camere Penali hanno deciso di porre fine alla sopportazione stoica del quotidiano avvilimento della propria professione, rivendicano con forza la propria professionalità, la loro ineludibile funzione difensiva e non intendono sopportare oltre".

Per questo "La sezione di Cagliari della Camera Penale della Sardegna proclama lo stato di agitazione. Invita tutti gli iscritti e chiunque abbia interesse a risolvere questa situazione, a partecipare all'Assemblea che si terrà lunedì 22 settembre alle ore 11,30 presso la Biblioteca del Consiglio dell'Ordine degli avvocati di Cagliari per deliberare sulle ulteriori iniziative da assumere".

L'iniziativa e' sostenuta dall'Unione Camere Penali, la cui La Giunta ha stigmatizzato l'organizzazione della giurisdizione "secondo modelli autoritari e lesivi della dignità, della funzione e del ruolo della difesa", espresso solidarietà ai colleghi cagliaritani ed alla Camera Penale della Sardegna, riservandosi ogni ulteriore intervento, ove necessario, a tutela della stessa, scritto in merito, fra gli altri, al Presidente del Tribunale di Cagliari, al Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Cagliari, al Procuratore Generale presso la Corte d'Appello di Cagliari e al Presidente della stessa, Corte d'Appello, "per conoscenza e per l'eventuale adozione dei provvedimenti di propria competenza", nonche' - per conoscenza e/o per l'adozione dei provvedimenti (anche di carattere ispettivo) di competenza - al Ministro della Giustizia, al Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione, al Consiglio Superiore della Magistratura, ai Presidenti delle Camere, ai Presidenti delle Commissioni Giustizia della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica.

Speciale giustizia

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