ottobre 2008

 
     

Disabilita' , mancate tutele sindacali e ' fannulloni '
riceviamo e pubblichiamo

Salve, sono un dipendente di una grande azienda pubblica locale con oltre 20 anni di anzianità. Dal 2000, fruisco della legge 104, per quel che concerne i tre giorni-mese, e della legge 53/2000 per i due anni di aspettativa che fruisco frazionando i 24 mesi complessivi. Sono genitore di quattro figli, la maggiore è portatrice di handicap grave, riconosciuta.

Essendo gli altri figli minorenni, ho preferito fruire dei giorni di permesso, oltre che per assistere la maggiore in caso di impellente necessità, nei giorni in cui la scuola è chiusa, quindi il sabato e la domenica. La scuola, infatti, pur con delle limitazioni strutturali, ed il continuo scadere del servizio offerto a causa dei tagli di risorse, rimane il solo punto di appoggio e riferimento, anche se per poche ore al giorno, per un tentativo di socializzazione ed integrazione nel territorio dove vivo, dove appunto, mancano le strutture adeguate a casi come questo e tutto il carico maggiore derivante dalla gestione di persone con disabilità viene a trovarsi, in aggiunta, sulla famiglia.

In questi anni, l’Azienda in cui lavoro ha tentato di dissuadermi dal beneficiare delle agevolazioni attraverso una pressione anche di tipo psicologico, (i fruitori sono visti come privilegiati), dietro una maschera di false comprensioni, screditandomi agli occhi dei colleghi e additandomi come lavativo ed inaffidabile, distogliendomi da alcune mansioni o inducendomi ad autoescludermi. Senza pensare minimamente alla serie di disagi e sofferenze che il male comporta e l’impegno che implica, con un ordine di servizio molto restrittivo nei confronti dei soggetti fruitori la legge 104, il dipendente veniva obbligato a comunicare con un anticipo di almeno 25 giorni, poi ridotti a 7, la data del giorno di permesso, arrivando anche al punto di contestarmi, verbalmente, da solo alla presenza di numerosi dirigenti, (ponendomi quindi in ulteriore difficoltà) che io potevo chiedere i giorni solo per i ricoveri o per le visite mediche le quali sono calendarizzate con largo anticipo (malgrado non è questo che la legge preveda).

L’azienda è anche giunta ad effettuare dei prelievi forzosi in busta paga al dipendente, non pagando le giornate per le quali, malgrado la richiesta, non sia stato “concesso” il beneficio del permesso retribuito L.104 ponendo la dicitura “assente” vicino al nominativo. Questa pratica, una fra le tante, per mortificare l’avente diritto oltretutto senza neanche una contestazione preliminare e senza aver esperito la prassi disciplinare obbligatoria per legge, la quale viene avviata solo dopo che il dipendente chiede conto di questa decurtazione !

Ora, la questione sarebbe di semplice soluzione: -vorrei non avere mai acquisito il diritto dei tre giorni/mese o poco altro previsto da leggi sull’handicap, meno che mai per un figlio. Piacerebbe poter fare a meno e non aver mai dovuto richiedere per mia figlia l’elemosina di un trattamento di accompagnamento, (che basta si e no per qualche terapia a pagamento). Consapevole di dire una cosa ovvia, ogni persona non vorrebbe mai essere fruitore, destinatario o beneficiario degli interventi previsti dalle leggi 104 e/o 53 e che le aziende, in genere, tentano di non concedere servizi, benefici o comunque provano a resistere alle legittime richieste degli interessati da questi problemi che sono cittadini, contribuenti, elettori. Chi vive problemi di così grande natura, invece, guarda verso lo Stato proprio come ad un buon padre di famiglia per vedersi riconosciuti tutti quei diritti universali che dovrebbero prescindere sia da logiche di bilancio, (i soldi ci sono ma malversati) che da logiche di appartenenza politica o etnica o geografica o religiosa, da condizione di salute, sociale, etc.etc.

- Giusto sarebbe se le persone interessate, i padri e/o le madri, o chiunque abbia in carico la responsabilità di queste persone, potessero proficuamente dedicarsi al proprio lavoro, disponendo di risorse adeguate per poter retribuire personale specifico che li possa coadiuvare nella titanica impresa quotidiana del semplice “tirare avanti”, senza buttare questi nostri figli in cronicari, o lasciarli da soli in casa nella disperazione e nella rassegnazione, ma incoraggiare nonché educare, con politiche di sostegno adeguate, alla loro permanenza in casa, con mamma e papà sorelle e fratelli, mogli e mariti, incentivando la vita di relazione, sia delle persone invalide che delle loro famiglie, andando a reperire tutte le risorse necessarie in altri settori, per esempio stanando tutta l’evasione (ed elusione) fiscale, oppure andando a ridurre gli sprechi da privilegi di casta ove si verificano e dove sono talmente consolidati da essere visti come normali, o semplicemente non dirottando altrove risorse destinate in origine all’handicap.
Non mi importa molto se i governanti muovano le leve delle più basse istintività umane, (invidie, competizione scorretta sul posto di lavoro, etc.), per promuovere attività al momento favorevoli ai loro scopi; mi sento danneggiato quando le leggi per fare cassa e per fare consenso, sparano nel mucchio, pretendendo che “paghi il giusto per il peccatore” definendo i malati “fannulloni”. Da qui ad equiparare i portatori di handicap ed i loro congiunti che “godono”,(quale termine improprio visto l’argomento!

- Si può “godere di handicap”?-), di agevolazioni lavorative, il passo sarà sicuramente, oltre che prossimo, breve. Poche voci si sono udite a difesa dei lavoratori, tra i grandi (muti) assenti, proprio quelle istituzioni deputate alla difesa dei diritti dei lavoratori, che tra le loro file contano, notoriamente, tutti i piantagrane, assenteisti, ed anche facinorosi, dei loro rispettivi posti di lavoro.

Certo mi rendo conto che contro i grandi poteri, le danarose lobbies, non sia conveniente schierarsi, meglio allora scagliarsi contro gli anelli più deboli della catena sociale, anche perché, tra l’altro, talmente impegnati come siamo, nella sopravvivenza che non si avrà né il modo, né la voglia, né il tempo per reagire ad un altro insulso attacco ai nostri poveri e già stracciati diritti.

segue >>

tutte le lettere

Vai alla petizione

___________

NB: I CONTENUTI DEL SITO POSSONO ESSERE PRELEVATI CITANDO L'AUTORE E LINKANDO
www.osservatoriosullalegalita.org