19 dicembre 2008

 
     

Politici senza etica ? Si riformi la giustizia
di Alessandro Balducci

Il Presidente della Repubblica, nel suo discorso di mercoledì 17 si è soffermato su alcune questioni di estrema importanza. Vorrei segnalarne ai lettori dell'Osservatorio almeno due:

1) Lentezza della giustizia: «Unanime è il riconoscimento dell'esigenza di intervenire decisamente sull'abnorme, intollerabile durata dei processi». I tempi della giustizia, prosegue Napolitano, «appaiono incompatibili con una economia avanzata che viene in Italia ormai frenata nel suo dinamismo, più che mai prezioso in una fase critica come l'attuale».

2) Etica nella politica: Di fronte a "una situazione molto seria", serve "un costume di severità, uno sforzo senza precedenti di gestione corretta e oculata in molti campi dell'azione pubblica", "il massimo rigore nell'uso del denaro pubblico", oltre a interventi "che non possono essere elusi di razionalizzazione e di riforma".

Sulla lentezza della giustizia e sulle strade da percorrere per avere, oltre ad una giustizia rispettosa delle garanzie dei cittadini, anche una giustizia ragionevolmente rapida ed efficiente, l'Osservatorio e' intervenuto a più riprese. A tal proposito volevo soltanto ricordare che per raggiungere questo obbiettivo non più procrastinabile, sarebbero necessari una serie di provvedimenti concreti e di efficacia immediata che potrebbero essere approvati in pochi giorni.

Non serve modificare la Costituzione. Basterebbe avere come punto di riferimento il servizio giustizia ed il suo corretto funzionamento nell'interesse dei cittadini, e non continuare a legiferare avendo come scopo la limitazione del campo d'azione di giudici e dell'indipendenza della magistratura, come fatto finora.

Sul secondo punto vorrei soffermarmi un attimo, anche alla luce delle recenti inchieste dei giudici sulle presunte irregolarità nella gestione degli appalti che stanno coinvolgendo e sconvolgendo le amministrazioni locali in Toscana, Abruzzo, Campania, Basilicata. Fermo rimanendo che vale la presunzione d'innocenza fino a prova contraria, è indubbio che una cosa è l'accertamento dei fatti e della responsabilità penale degli amministratori sotto indagine, ed un'altra è invece la responsabilità politica.

I partiti cui appartengono quei politici ed amministratori che risultano pesantemente coinvolti nelle inchieste hanno il dovere di trarre delle conclusioni dopo queste vicende e di prendere opportuni provvedimenti.

Sarà anche vero che il Sindaco Iervolino non ha niente a che fare coi suoi assessori finiti in manette e che lei fosse all'oscuro di certe manovre sugli appalti; ma non può continuare ad andare avanti nel suo lavoro come se niente fosse. Tanto più che le inchieste della magistratura interessano una realtà, come quella di Napoli, assurta all'onore (o disonore) delle cronache mondiali per la tragedia dei rifiuti. Stesso discorso va fatto per il governatore Bassolino: lui è addirittura sotto processo a Napoli, insieme ad altre persone, con l'accusa di truffa aggravata e continuata ai danni dello Stato e frodi pubbliche in forniture. Ma continua imperterrito a mantenere la poltrona di Presidente di Regione.

Eppure l'intervento di Napolitano non lascia adito a dubbi: amministrare con severità e rigore la cosa pubblica ed il denaro pubblico deve costituire un obbiettivo da perseguire con convinzione e determinazione, se si pensa al fatto che quel denaro proviene da tasse pagate da cittadini e lavoratori colpiti da una crisi economica senza precedenti e che da un momento all'altro possono perdere il lavoro o ritrovarsi in condizione di povertà. E' opportuno lasciare che le Procure svolgano fino in fondo il loro lavoro d'indagine, senza privilegi per nessuno.

Non giova molto alla chiarezza ed all'onorabilità di Deputati e Senatori quella votazione bipartisan nella Giunta della Camera - con la sola eccezione del rappresentante di Italia dei Valori - per negare la richiesta di autorizzazione all'arresto per il deputato del Pd Margiotta.

Se si vuole che l'opinione pubblica riacquisti un po' della fiducia perdita nella classe politica, non è meglio lasciare alla Magistratura il compito di stabilire responsabilità e colpe, visto che poi gli stessi deputati della maggioranza di governo chiedono ad alta voce le dimissioni di sindaci ed assessori? Questa solidarietà di "casta" è fortemente lesiva per un'immagine della politica al servizio dei cittadini-elettori. L'astensionismo massiccio in Abruzzo dovrebbe indurre i nostri rappresentanti a sviluppare qualche ragionamento.

E poi: perché ogni qualvolta i giudici mettono le mani sugli affari dei politici, alcuni ministri ed anche il capo dell'esecutivo, dichiarano che occorre con urgenza "una riforma della giustizia"? Perché è sempre la giustizia a dover essere riformata e mai si affronta la questione di una "svolta etica" nel comportamento dei politici? Questa sarebbe una riforma a costo zero per le tasche dei contribuenti.

Un'ultima cosa. Noto con piacere che i mass-media hanno riscoperto la "questione morale". Siamo nell'imminenza di un'altra stagione "Mani pulite"? C'è da augurarselo ma non ci illudiamo più di tanto. Innanzitutto c'è un aspetto di tutta questa risonanza mediatica che lascia francamente perplessi. Giornalisti ed opinionisti hanno ricominciato a lanciare appelli alle "dimissioni dei politici disonesti", degli assessori e dei Sindaci coinvolti. Qualcuno ha anche scritto che Veltroni deve prendere in pugno la situazione e fare "pulizia" nel suo Partito perché l'Italia non può permettersi di avere un'opposizione inquinata da tanti corrotti etc.

Cari signori novelli "Savonarola": ma vi siete dimenticati che l'Italia ha un presidente del consiglio che è imputato in ben due processi (senza contare quelli passati la cui trattazione occuperebbe un paio di volumi della Treccani) di cui uno, per le compravendite gonfiate dei diritti televisivi ed un altro, il famoso "processo Mills", per reati di CORRUZIONE? E perché nessuno chiede le dimissioni da deputato di Marcello dell'Utri, uno dei più ascoltati consiglieri del capo del governo, che è stato condannato in primo grado a 9 anni per concorso esterno in associazione mafiosa?

Stiamo parlando di legalità e di etica, due valori che, val la pena ricordare, sono universali e costituiscono il patrimonio di ogni società avanzata socialmente e culturalmente, e che quindi non vanno distribuiti a seconda del colore politico.

Speciale etica e politica

Speciale giustizia

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