12 dicembre 2008

 
     

Violenze sui bambini o genocidio ? Il caso dei Nativi Americani
di osservatoriosullalegalita.org

Nel giugno scorso il primo ministro canadese Stephen Harper ha chiesto ufficialmente scusa in una seduta parlamentare per gli orrori commessi nelle scuole cristiane in cui decine di migliaia di nativi americani furono praticamente reclusi con la forza da bambini.

Circa 150.000 bambini inuit e appartenenti alle Nazioni indiane furono prelevati forzatamente dalle loro comunita' nei secoli scorsi e costretti a vivere nelle scuole residenziali, con lo scopo di imporre loro la cultura e la religione correnti nella maggioranza bianca del Paese. Secondo la CBC (testata canadese), le scuole residenziali canadesi erano circa 130 e alcune sono sopravvissute fino al 1996.

Negli USA, oltre 100.000 nativi americani furono costretti dal governo a frequentare scuole cristiane. "Il sistema, che ha avuto inizio con il presidente Grant nel 1869, è continuato anche nel 20° secolo" spiega Alessandro Profeti, che da anni approfondisce storia e cultura dei nativi americani.

"Funzionari della Chiesa, missionari, e le autorità locali hanno preso i bambini dai loro genitori e li hanno spediti nelle scuole cristiane, le Boarding School, e costretti altri ad iscriversi nelle scuole cristiane delle riserve. - continua Profeti - Sono stati separati dalle loro famiglie, per la maggior parte dell’anno, talvolta senza una sola visita della famiglia. Praticamente imprigionati nelle scuole, i bambini hanno sperimentato una devastante litania di abusi, di assimilazione forzata e abusi sessuali e fisici. L’escalation di abusi sessuali sulle scuole delle riserve è continuata fino alla fine degli anni 1980". (vedi anche il rapporto della Commissione per la verita' sul genocidio del Canada).

Secondo Profeti, "Le sevizie fisiche e psicologiche, le torture, gli stupri, i reati sessuali, gli omicidi e tutti gli altri atti di violenza, aggravati dal comportamento silente ed omertoso fin qui sistematicamente osservato dalla Chiesa, non possono e non devono essere ulteriormente nascosti. Tali crimini, che hanno avuto come conseguenza la morte, solamente nel Canada, di 50.000 bambini Nativi Americani, strappati alle loro famiglie con la complicità dei governi e costretti con la forza alla conversione culturale e religiosa, con la finalità e il modus operandi definito dal Diritto Internazionale come 'Genocidio'."

Studiosi e attivisti hanno solo adesso iniziato ad analizzare quelli che definiscono “gli effetti cumulativi di queste esperienze storiche in genere sulle comunità tribali e le generazione di oggi”. Effetti in molti casi devastanti. Poiche', sottolinea Profeti, "il 72% di queste scuole scuole - lager era gestita dalla Chiesa Cattolica, e per la restante parte da altre Chiese", sarebbe doverosa oggi un'ammissione ufficiale in cui il Vaticano riconosca "pubblicamente la propria responsabilità diretta in questi crimini" per onorare la memoria di quei ragazzini nativi americani e fare giustizia.

Alle accuse di diffamazione e disinformazione (non si mettono in discussione le sevizie, su cui vi sono testimonianze oculari, ma il fatto che di tali abusi siano state responsabili strutture cattoliche), Profeti e Kevin Annett rispondono con un elenco di chiese canadesi che portano nomi come "Chiesa Cattolica" o "Chiesa dell'Immacolata Concezione", che appaiono inequivocabili. "Ci sono, afferma Profeti, 79 scuole residenziali indiane cattoliche romane, elencate in questa lista che Annett stesso ci ha fornito, su un totale di 118 scuole residenziali che hanno operato in Canada tra il 1831 e il 1996. Giudicate voi se la nostra è diffamazione. Vi ricordiamo, che a questa lista mancano tutte le boarding school in USA, e le scuole delle missioni cristiane cattoliche nelle riserve". (e riferimenti alla Chiesa romana compaiono anche nel rapporto di cui sopra).

Annett - laureato in antropologia e Teologia e ministro della Chiesa Unita del Canada - opero' nella chiesa rurale di Manitoba e nei pressi di Toronto. Egli ha scritto due libri sugli abusi nelle scuole residenziali del Canada ed ha prodotto sul tema un documentario "Unrepentant: Kevin Annett and Canada's Genocide", vincitore nel 2006 del premio per la migliore regia all'International Independent Film & Video Festival di New York.

Il film descrive la storia personale di Annett quando si è scontrato con la Chiesa Unita per il suo interessamento ai fatti accaduti nelle scuole residenziali canadesi e il genocidio commesso dai responsabili religiosi di queste scuole, e riporta numerose testimonianze dei nativi sopravvissuti. Annett e' stato cacciato dalla Chiesa Unita e criticato - con diverse motivazioni - da coloro che vedono nella sua denuncia una minaccia alla riconciliazione fra la Nazione indiana canadese e le autorita' e il popolo (non aborigeno) del Canada.

A settembre scorso, infatti, il governo canadese ha varato un piano di quasi due miliardi di dollari per indennizzare le vittime ed ha stabilito una commissione per la verita' e la riconciliazione che esamini la questione. Ma Annett afferma che la questione non puo' essere chiusa con delle scuse e dei pagamenti. Occorre indagare sulle responsabilita' penali e morali delle uccisioni, degli stupri, delle sterilizzazioni forzate e degli altri abusi perpetrati ai danni dei bambini nativi americani.

Per questo, Profeti e altri sostenitori della causa dei Nativi Americani chiedono di scrivere a Benedetto XVI, Archivio segreto del Vaticano, Radio Vaticana, Uffico Internet della Santa Sede, “L’Osservatore Romano”, Diocesi di Roma, Ufficio Stampa e comunicazioni sociali del Vicariato di Roma, Famiglia Cristiana, Vatican Information Service, Chiesa Cattolica Italiana, Ufficio Nazionale per le Comunicazioni Sociali e Centro Televisivo Vaticano (benedettoxvi@vatican.va, asv@asv.va, sedoc@vatiradio.va, dirgen@vatiradio.va, ufficio-internet@net.va, office@net.va, ornet@ossrom.va, segreteriagenerale@vicariatusurbis.org, comsoc@roma.chiesacattolica.it, stampa@vicariatusurbis.org, famigliacristiana@stpauls.it, direzionefc@stpauls.it, vis@pressva-vis.va, giuliodori@chiesacattolica.it, f.mazza@chiesacattolica.it, ctv@ctv.va) una lettera che chiede al Vaticano il riconoscimento delle proprie responsabilita'.

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