11 ottobre 2008

 
     

La crudelta' della pena di morte : appunti per una conferenza
di Claudio Giusti*

Antefatto 22 settembre 2005: l'Alabama uccide John Peoples. Nessuno se ne sarebbe accorto se non fosse stato che Peoples voleva essere ucciso con la sedia elettrica, ma, come è accaduto in Tennessee e Ohio, gli è stato impedito.

Perché? dopo tutto la sedia ha cotto, senza particolari proteste, 5.000 persone. (Un quarto del totale, se non si contano i 10.000 linciaggi). La ragione è nel desiderio di "anestetizzare" la pena di morte e occultarne l'orrore. La sedia elettrica è troppo visibile e le sue fiamme potrebbero causare un ripensamento nell'opinione pubblica. Così si sterilizza la morte con l'ago avvelenato che, dietro la sua asetticità, non dà la sensazione dell'omicidio di stato, ma della morte indolore.

La realtà è ben diversa.

Prologo Le vene che si rompono, durante una delle mie 134 donazioni di sangue, mi fanno riflettere sulla crudeltà del sistema di morte americano.

L'iniezione letale Ovvero: il terzo tentativo di umanizzare la pena di morte (almeno per chi la guarda). La primogenitura dell'idea va all'allora governatore della California Ronald Regan che, da bravo allevatore di cavalli, propose il colpo di pistola o l'iniezione. (Sul colpo di pistola ritorneremo). L'iniezione letale fu introdotta in Oklahoma nel 1977, ma fu il Texas a usarla per primo, il 7 dicembre 1982, su Charlie Brooks (ovviamente nero). Primo in tutto il povero Brooks: in Texas, a Fort Worth e primo afro-americano a essere "giustiziato" dal 1964.

"Stringi il pugno Antonio" La pena di morte può raggiungere insuperabili livelli di comicità surreale. Anni fa, non riuscendo a trovare le vene di un disgraziato, il direttore del carcere gli chiese: "Antonio, non troviamo la vena, potresti essere così gentile da fare il pugno?". Antonio strinse il pugno, trovarono la vena e Antonio morì.

La faccenda però può essere molto lunga. A volte, non scovando le vene, e con due aghi da infilare, si deve operare il condannato per aprirgli un'arteria nell'inguine allo scopo di inserire un catetere. Ci vollero 50 minuti di tagliuzzamenti per uccidere Ricky Ray Rector, che morì perché il governatore Clinton voleva diventare presidente.

Di fronte a simili orrori c'è chi ha seriamente proposto che si introduca il colpo di pistola alla nuca e che a somministrare il proiettile fatale sia il Governatore (o il Presidente, in caso di esecuzioni federali), con l'aiuto dei giurati che hanno mandato al patibolo il disgraziato. Purtroppo la proposta non è stata presa in considerazione. Comunque, come ha reso evidente l'uccisione di Angel Diaz in Florida, la macelleria vera ha inizio dopo che gli aghi sono stati inseriti.

La procedura di morte attraverso l'iniezione non richiede un boia specializzato: basta un paramedico, se proprio non si vogliono spendere soldi per un dottore. Si inseriscono due lunghi aghi (uno a destra e uno a sinistra) collegati, attraverso un tubicino, a una macchina che contiene tre grosse siringhe. Si premono contemporaneamente due pulsanti e la macchina spara nelle vene del condannato tre sostanze chimiche. Per primo il Pentotal, un potente calmante che impedisce la contrattura dei muscoli e fa fluire liberamente il veleno, poi il Pavulon, un paralizzante vietato nell'eutanasia degli animali, che impedisce al corpo di mostrare i conati della morte e infine il cloruro di potassio che spacca il cuore.

Secondo l'autorevole rivista medica inglese The Lancet questi farmaci procurano atroci sofferenze che sono nascoste dalla paralisi causata dal Pavulon. Per impedire che la perdita di controllo degli sfinteri da parte del condannato faccia scomparire l'effetto "sterilizzazione" si usano un tampone e un catetere.

La perdita del controllo degli sfinteri è un problema che affligge tutti i sistemi di esecuzione, in modo particolare l'impiccagione, mentre la sedia elettrica è costruita su di una specie di grande catino per impedire che i vari liquidi facciano morire fulminati anche il boia e i testimoni. [I patiboli erano costruiti da Fred Leuchter, quello che divenne famoso per avere negato l'esistenza delle camere a gas ad Auschwitz].

Anche l'esecuzione meno incasinata può avere aspetti grotteschi. Kirt Wainwright (Arkansas 1997) passò un'oretta, con gli aghi nel braccio e nel collo, in attesa che la Corte Suprema decidesse il suo destino. A volte invece si deve fermare tutto e rispedire il condannato in cella, almeno per un po', come è successo in Ohio a Jay D. Scott, ucciso, al terzo tentativo, il 14 giugno 2001. Il primo c'era stato il 17 aprile e il secondo il 15 maggio. Al secondo gli avevano già messo gli aghi quando un giudice sospese l'esecuzione.

Questo spiega perché disinfettano il braccio prima di inserirvi l'ago: sarebbe sconveniente se, fra un tentativo e l'altro, il condannato si beccasse una bella infezione. Comunque Scott era pazzo furioso e non si deve essere accorto di nulla. (in Ohio sono proprio sfortunati, nel maggio del 2006 c'è voluta un'ora abbondante per trovare la vena adatta a uccidere Clark e, un anno dopo, due ore per ammazzare il suicida omicida Chrisotpher Newton)

Variante irachena Secondo Amnesty International (Voices for Freedom ACT03/04/86) nell'Iraq di Saddam Hussein centinaia di detenuti sono stati uccisi togliendo loro il sangue. I poveretti erano resi incoscienti e costretti a fare una "donazione" mortale: infatti la quantità di sangue prelevata era tale da farli poi morire d'infarto. Variante cinese. Da parecchio tempo si rincorrono notizie secondo le quali in Cina si usano, per fare le esecuzioni con l'iniezione, dei furgonati Fiat trasformati in camere della morte mobili. Temo che servano per gli espianti di organi.

Primo tentativo di umanizzazione della pena di morte: la ghigliottina, Francia 1790. Nicolas Jacques Pelletier è il primo a essere ucciso, il 25 aprile 1792, con questo nuovo sistema. Siamo in piena Rivoluzione Francese e la Convenzione accetta la proposta di un medico (Joseph Ignace Guillottin) per umanizzare la pena di morte (in realtà il marchingegno era la modernizzazione di un vecchio sistema di morte italiano). Il Re Luigi XVI morì, il 12 gennaio 1793, sotto tre colpi della lama inclinata da lui stesso suggerita (come si dice? meglio stare sempre zitti?).

La ghigliottina fu considerata un passo avanti perché sostituiva i vecchi atroci supplizi: ruota, scure, rogo, squartamento, sventramento, impiccagione (con o senza tortura). Non esce però dalla sfera di influenza culturale francese e il papato la usa ampiamente.

Al posto della televisione. Le esecuzioni pubbliche erano un modo per divertire la plebe. Il sistema più usato era l'impiccagione vecchio stile, con il boia che, legato un capo della corda attorno al collo del condannato, lo tira su per la scala appoggiata al patibolo (una specie di porta da calcio), fissa l'altro capo e poi butta giù il disgraziato, salendogli sulle spalle per spezzargli le vertebre cervicali (atlante ed epistrofeo). Da sotto il tirapiedi aiuta. Poi, vivo o morto che sia, il condannato viene squartato e i pezzi appesi alle porte della città (poi si domandavano perché c'erano le epidemie). Squartamento e odierne autopsie hanno lo stesso scopo: accertarsi che il condannato sia effettivamente morto.

Gli inglesi restano affezionati al "long drop". Che però richiede più che un boia un artista. Il condannato è posto su di un palco sopra una botola. E' legato e incappucciato (i cappucci sono sempre gli stessi). La botola si apre e il corpo precipita. La lunghezza della corda deve essere proporzionata al peso del condannato e alla sua struttura muscolare e il boia deve conoscere il suo mestiere. Se va tutto bene la corda si tende, il nodo si stringe e le vertebre si spezzano causando prima l'incoscienza e poi la morte per soffocamento.

La morte non è istantanea, come si scoprì a Norimberga, e il cadavere deve restare appeso almeno un'ora (a Norimberga avevano fretta e li finirono con iniezioni di cloro). Se la corda è corta assistiamo allo strangolamento, se è lunga alla decapitazione (come accadde a Eva Dugan, in Arizona il 21 febbraio 1930 e più di recente in Iraq). Strangolamenti e decapitazioni convinsero i legislatori di New York a utilizzare la sedia elettrica.

Recentemente, nello stato di Washington, il pluriomicida Mitchell Rupe si ingozzò di dolcetti fino a raggiungere il peso di 180 chili. Le autorità decisero che non valeva la pena di rischiare di decapitarlo, visto che già stava morendo di tumore al fegato. (i dolcetti fanno male? direi di si visto che Rupe è morto all'inizio del 2006).

In Minnesota, nel 1885, la corda era troppo lunga e il condannato arrivò addirittura con i piedi per terra. Tre sceriffi si arrampicarono sul palco e lo tirarono su, tenendolo appeso fino a quando non morì. Da allora il Minnesota è una delle 15 giurisdizioni abolizioniste americane.

Secondo Koestler, nell'Inghilterra dell'800, i patiboli erano talmente numerosi da essere usati come riferimento dalle prime guide turistiche (seguite la caratteristica strada alberata e poi, arrivati alle forche, girate a destra lungo il pittoresco ruscello).

"La colonna vertebrale dell'impiccato si spezza nel punto in cui si inserisce nel cranio, le scariche elettro-chimiche costringono le membra ad agitarsi in una danza grottesca, sotto l'urto della corda gli occhi escono dalle orbite e la lingua dalla bocca, mentre intestini e vescica si vuotano bagnando le gambe e gocciolando al suolo" Professor Chris Barnard (Rand Daily Mail of June, 12th 1978)

Secondo tentativo: Edison vs. Westinghouse (New York 1890) William Kemmler fu la cavia involontaria nella prima esecuzione con la sedia elettrica. La decapitazione causata dall'impiccagione mal riuscita ha il difetto di inondare di sangue gli astanti e un paio di disastri del genere convinsero le autorità di New York a cercare aiuto nella moderna tecnologia. Chiesero a un tizio di costruire un marchingegno elettrico che desse la morte istantanea e costui si rivolse a sua volta a Edison.

Il grande inventore era contrario alla pena di morte ma voleva danneggiare il suo concorrente Westinghouse che patrocinava l'uso della corrente alternata, mentre Edison usava la continua. La prima è molto più pericolosa della seconda, ma notevolmente più facile da distribuire e, in effetti, fu quella che vinse la gara: in tutti i sensi. Edison procurò un alternatore di seconda mano al tecnico che stava costruendo la sedia elettrica, mentre Westinghouse, contrario a Edison se non alla pena di morte, passava fiumi di denaro al povero Kemmler nel tentativo di evitarne l'uccisione con la sua corrente alternata.

Alla fine la Corte Suprema (In Re Kemmler) non trovò nulla da ridire sul nuovo attrezzo di morte e la prima electrocution ebbe luogo il 6 agosto del 1890. Sin dal primo momento se ne comprese tutto l'orrore, e Westinghouse commentò acidamente che avrebbero ottenuto un risultato migliore se avessero usato una scure (come aveva fatto Kemmler con la sua convivente), ma non si può fermare il progresso e da allora quasi 5.000 persone sono state cotte vive dalle varie Old Sparky e Yellow Mama. Solo nel 2001 la Corte Suprema della Georgia decise che trasformare la gente in bistecche bruciacchiate è contrario alla costituzione di quello stato, ma non vi preoccupate, la sedia era già stata rimpiazzata dal nuovo ritrovato tecnologico: l'iniezione letale.

I condannati che muoiono sulla sedia elettrica ricevono alcune scariche a 2.200 volt e a volte prendono fuoco come accadde all'innocente Tafero, in altre occasioni si strozzano nel loro stesso sangue come "Ciccio" Davis o restano vivi come Francis nel 1946 (poi definitivamente cotto l'anno successivo con la benedizione della Corte Suprema). Resta solo il Nebraska ad averla come unico sistema di morte. Gas Nevada. La camera a gas non ha mai goduto di grandi favori e oggi gli ambientalisti si incazzano per via del gas mortale che viene rilasciato nell'atmosfera. In California uccise Caryl Chessman.

Fucilazione (Utah) I secondini non vollero sparare diritto al cuore dell'amico Eliseo Mares (1951) che morì dissanguato e da allora vengono arruolati dei volontari (puoi assassinare legalmente e ti pagano per farlo!) Da quando non ci sono più le esecuzioni pubbliche è la più ritualizzata. Il condannato viene bendato e legato a una poltrona di legno, circondata da sacchetti di sabbia. Gli si piazza sul cuore un cartellino rosso e cinque tiratori gli sparano da breve distanza, ma una cartuccia è ancora a salve come accadeva quando i secondini erano obbligati a fare anche i boia. E' un peccato che lo Utah sia passato all'ago avvelenato.

Metodi primitivi. Decapitazione con la spada, lapidazione, impiccagione lenta, ecc. La fucilazione è il sistema di morte più usato. Ce ne sono due tipi: un gruppo di persone spara su uno o più condannati, oppure un solo boia spara alla testa o al cuore di un solo disgraziato. Il primo sistema è il più popolare. Spesso però la salva non uccide immediatamente e il disgraziato deve essere finito con un colpo di pistola sparato a bruciapelo, come è accaduto, davanti alle telecamere, in Guatemala nel 1996. E' anche successo che qualcuno degli astanti sia stato ferito da un proiettile di rimbalzo.

In Cina e a Taiwan si utilizza il secondo metodo e i fucilati sono usati per i trapianti. A Taiwan un prigioniero si ostinava a non morire nonostante i colpi che gli venivano sparati al cuore. Solo dopo molti tentativi si è scoperto che il poveretto aveva una deformazione congenita e il cuore tutto spostato a destra, mentre quelli gli sparavano a sinistra. Sempre a Taiwan un fucilato arrivò all'espianto ancora vivo. I medici lo intubarono e lo misero in rianimazione dove rimase un paio di giorni. Poi fu riportato al poligono e accuratamente crivellato di proiettili.

Si ritiene che fatti del genere siano accaduti anche nella Cina continentale dove i condannati a morte sono diventati la "banca degli organi" che alimenta un fiorente mercato internazionale di trapianti. La notizia dell'arrivo di camere della morte mobili è probabilmente collegata agli espianti. (Non mi occuperò in questa occasione della nota bufala dei bambini rapiti dalla Mafia per alimentare un improbabile mercato degli organi espiantati)

Impiccagione lenta. Al contrario del "long drop" consiste nello strangolamento del condannato. In Iran quei poveracci vengono appesi a una gru che li porta in alto a beneficio della folla. Quando li tirano giù sono soliti sparargli in testa, perché questo tipo di impiccagione non da alcuna garanzia di morte.

Brutalità sovietica Nell'URSS si utilizzava un metodo che, nella sua brutalità, aveva aspetti positivi. Il condannato era tenuto all'oscuro di tutto e, il giorno dell'esecuzione, gli si faceva credere che veniva trasferito nel carcere del tribunale per un appello. Il boia, vestito da poliziotto, si metteva dietro al condannato e gli sparava un colpo alla testa all'improvviso. Questo evitava le lunghe sofferenze del tira e molla giudiziario americano che a volte diventa una vera e propria isteria giudiziaria.

Il lungo incubo giapponese. I giapponesi amministrano la pena di morte con oculata ferocia. In quel paese le condanne sono ottenute con metodi che susciterebbero perplessità persino in Texas e poi, dopo alcuni anni, la condanna viene "finalizzata": diventa cioè definitiva. Questo significa che, da quel momento in avanti, in qualsiasi giorno, senza preavviso, il prigioniero può essere impiccato.

In Giappone la tortura dell'attesa viene portata ai massimi livelli del sadismo: per dieci o vent'anni il condannato passa le sue giornate sapendo che in ogni momento il boia potrebbe aprire la porta della sua cella. I familiari dei condannati vengono a sapere della morte del loro congiunto dai giornali e, a volte, ci vogliono giorni perché il Governo si degni di fare l'elenco con i nomi dei "giustiziati", come è accaduto a Natale 2006.

Conclusione Crocifiggere Thomas Harrison Provenzano? La Corte Suprema della Florida si è sempre coerentemente rifiutata di considerare la cottura (alla fiamma o al sangue) un sistema di morte "crudele", ma i politici del posto avevano paura che, dopo le fiamme che avevano avvolto Pedro Medina e il sangue che aveva strozzato "Ciccio" Davis, lo facesse un giudice federale. Se fosse accaduto si sarebbero trovati senza un sistema di morte di ricambio, così decisero di passare alla siringa avvelenata. Purtroppo il primo condannato disponibile era Thomas Provenzano, un pazzo furioso che si credeva Gesù e per il quale era in corso una disputa legale.

Il tema del contendere era se Provenzano fosse abbastanza pazzo da essere salvato dall'esecuzione, o se invece in lui vi fosse ancora un barlume di razionalità sufficiente a farlo consegnare al boia senza rimpianti. (Nel solito Arkansas avevano ingozzato di farmaci Charles Singleton fino a farlo diventare sano da morire). Intanto che si discuteva della follia del povero Thomas la follia dei governanti discuteva della "crudeltà" dei vari sistemi di morte e un politicante, particolarmente dotato di senso dell'umorismo, propose che Provenzano fosse crocifisso, in modo tale che, essendo lui convinto di essere il Cristo, nessun giudice federale osasse intervenire.

La disputa venne infine risolta da un giudice che sentenziò che, non essendo Provenzano in grado di camminare sulle acque, non era nemmeno in grado di provare la sua follia e che quindi valeva quanto previsto dal Comma 22: "Chi è pazzo può chiedere di essere esentato dalla pena di morte, ma chi chiede di essere esentato dalla pena di morte non è pazzo." Thomas Harrison Provenzano morì, al secondo tentativo, il primo giorno dell'ultima estate del millennio: gli altri pazzi sono ancora a piede libero. Dio salvi gli Stati Uniti d'America.

Post Scriptum Un condannato a morte è fuggito. Michael Dewayne Johnson si è sempre protestato innocente. Ha sempre detto di non essere stato lui a uccidere Jeff Wetterman e ha sempre dato la colpa a David Vest: quello che, con la sua testimonianza, lo ha spedito nel braccio della morte. Purtroppo le sue proteste d'innocenza non sono servite a nulla e il tritacarne giudiziario americano l'ha trascinato fino alla soglia del patibolo.

Ma, poco prima dell'esecuzione, Michael Johnson è fuggito. Ora nessuno potrà più fargli del male. Non potranno infilargli gli aghi nel collo, non potranno aprirgli l'inguine per inserirci una sonda, non potranno costringerlo a morire con un tampone e un catetere negli sfinteri. Michael non è stato l'ennesimo anonimo sacrificio umano scannato sull'altare di quella che gli americani chiamano giustizia. Michael si è riappropriato della dignità dovuta ad ogni essere umano e si è ucciso prima che lo stato del Texas lo assassinasse.

Sfuggendo ai suoi carnefici ha scritto con il proprio sangue: "Non sono stato io".

Oggi, 22 ottobre 2006, Michael Dewayne Johnson è un uomo libero.

* membro del Comitato scientifico dell'Osservatorio

Speciale giustizia USA

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La pena di morte americana è un sacrificio umano