09 ottobre 2008

 
     

Norma salvabancarottieri : informazione libera a difesa dei cittadini
di Alessandro Balducci

Ancora una volta dobbiamo ringraziare quei pochi giornalisti indipendenti che fanno il loro lavoro con notevole professionalità ed autonomia. Ci riferiamo alla conduttrice di Report che, nella puntata dedicata al caso Alitalia (in onda domenica prossima), ha segnalato come all’interno del decreto per Alitalia sia contenuta una norma che potrebbe avere effetti devastanti sui processi ai bancarottieri di Cirio e di Parmalat.

La notizia è stata subito rilanciata dal sito internet di un diffuso quotidiano nazionale(*). Qualche ora dopo il ministro delle finanze Tremonti ha dichiarato che o il governo (a cui lui appartiene) avrebbe cancellato quella norma, oppure lui se ne sarebbe andato. E’ andata a finire – per adesso - che il governo ha dichiarato di cancellare la norma contestata.

Ci tenevo ad evidenziare, inoltre, ai lettori dell’Osservatorio, come i siti web degli altri quotidiani nazionali abbiano taciuto la notizia della norma salva-bancarottieri fino a che il ministro delle finanze non ha lanciato alle agenzie l’aut-aut. E’ una cosa abbastanza tipica del momento particolare che stiamo attraversando: una notizia, anche se gravida di conseguenze gravi per la cittadinanza ed i suoi diritti, diventa di dominio pubblico, e quindi viene trattata dai mass-media, solo quando ne parla un politico.

Per entrare nel merito della “sporca faccenda”, è opportuno riportare quanto scritto nell’articolo di internet: “Con un semplice, e in vero anche mal scritto, articolo 7bis che modifica la legge Marzano sui salvataggi delle grandi imprese e quella sul diritto fallimentare del 1942. L'emendamento dice che per essere perseguiti penalmente per una mala gestione aziendale è necessario che l'impresa si trovi in stato di fallimento. Se invece è guidata da un commissario, e magari va anche bene come nel caso della Parmalat, nessun pubblico ministero potrà mettere sotto processo chi ha determinato la crisi".

"Se finora lo stato d'insolvenza era equiparato all'amministrazione controllata e al fallimento, in futuro, se la legge dovesse passare com'è uscita dal Senato, non sarà più così. - prosegue l'articolo - I cattivi manager, contro cui tutti tuonano, verranno salvati se l'impresa non sarà definitivamente fallita. Addio ai processi Parmalat e Cirio. In salvo Tanzi e Cragnotti. Salvacondotto per l'ex presidente di Capitalia Geronzi. Colpo di spugna anche per scandali di minore portata come quello di Giacomelli, della Eldo, di Postalmarket. Tutto grazie ad Alitalia e al decreto del 28 agosto fatto apposta per evitarne il fallimento. Firmato da Berlusconi, Tremonti, Scajola, Sacconi, Matteoli. Emendato dai due relatori al Senato, entrambi Pdl, Cicolani e Paravia. Pronto per essere discusso e approvato martedì prossimo dalla Camera senza che l'opposizione batta un colpo.”

Attenzione! Tremonti appare tra i firmatari del decreto Alitalia che contiene anche la norma salvacondotto. Ha dichiarato che o la norma beniva cancellata o lui si sarebbe dimesso. Ma alla luce della realtà dei fatti, forse la cosa migliore sarebbe che il governo cancellasse la norma e lui desse le dimissioni, perché delle due l’una: o Tremonti sapeva della norma e dei suoi effetti nefasti sui processi in corso ed allora ha firmato consapevolmente (e quindi non e’ il caso che rimanga al suo posto per sua stessa dichiarazione) oppure ha firmato senza rendersi conto di quello che firmava. Ed allora abbiamo un ministro che firma a cuor leggero qualsiasi cosa che gli venga messa sotto il naso. Meglio per noi tutti, vista l’attuale situazione di tempesta finanziaria ed economica, che il suo posto sia occupato da persona più accorta.

E poi c’è la parte più amara dell’intera vicenda. E cioè che la storia degli scandali e delle crisi finanziarie che tanto danno hanno provocato ai bilanci dello stato ed alle tasche dei contribuenti, non hanno insegnato niente alla nostra classe politica. La politica preferisce gettare un po’ di fumo negli occhi agli elettori organizzando conferenze-stampa in cui si afferma, con la faccia severa ed accigliata, che lo Stato è in prima linea per difendere i risparmiatori e che nessun correntista si deve preoccupare perché “nessuna banca fallirà”.

Però poi nell’indifferenza generale si approvano provvedimenti che rendono difficile se non impossibile la persecuzione di coloro che, pur avendo guadagnato milioni di euro, hanno portato aziende pubbliche e private al disastro e gettato sul lastrico migliaia di ignari cittadini. La norma salva-bancarottieri è solo l’ultimo esempio, ma si pensi anche alla depenalizzazione de facto del falso in bilancio, tanto per ricordarne una (o all'indulto per i "furbetti del quartierino", ndr).

Pensiamo che l’informazione libera ed indipendente (e lasciata libera di pubblicare le intercettazioni, ndr) sia una delle migliori armi per combattere la criminalità economica ed impedire che i grandi furti ai danni dei cittadini e dei risparmiatori vengano perpetrati. Ma una volta che centinaia o migliaia di persone hanno visto evaporare i loro depositi a causa della gestione dissennata da parte di manager senza scrupoli, una volta che l’affronto ed il danno sono stati inferti a quelle persone ignare, allora è doveroso per una democrazia procedere nel perseguire con la giusta determinazione gli amministratori, pubblici o privati che siano, autori di quei disastri: non solo per evitare che simili crimini si ripetano, ma anche per consentire un risarcimento, se non finanziario almeno morale, alle vittime delle grandi truffe e dei grandi scandali.

Tra queste vittime ci sono molti pensionati che hanno investito in quelle aziende – poi fallite o andate a ramengo - perché pensavano, così facendo, di garantirsi un’esistenza più dignitosa.

L’Osservatorio sarà sempre dalla loro parte. Speriamo che lo sia anche la classe politica.

(*) la Repubblica del 09.10.2008

Speciale etica e politica

___________

NB: I CONTENUTI DEL SITO POSSONO ESSERE PRELEVATI CITANDO L'AUTORE E LINKANDO
www.osservatoriosullalegalita.org