19 settembre 2008

 
     

I giornalisti , l'informazione e la mafia
di Mauro W. Giannini

Si torna in questi giorni a parlare di informazione, inchieste di mafia ed impegno contro la mafia di alcuni giornalisti in particolare. L'occasione delle polemiche politiche e delle ferme prese di posizione da parte degli organismi dei giornalisti sono stati le dichiarazioni di Roberto Saviano e le perquisizioni a carico dei giornalisti Fiorenza Sarzanini del Corriere della Sera e Guido Ruotolo della Stampa, 'colpevoli' di aver rivelto i retroscena di Expo 2015.

In merito a quest'ultima vicenda, il presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, Lorenzo Del Boca, ha dichiarato: "I cittadini hanno il diritto di sapere che la ‘ndrangheta, la più agguerrita associazione criminale italiana, tenta di mettere le mani, con la complicità di alcuni politici, sugli appalti dell’Expo 2015? La risposta appare scontata. Ed è affermativa. La procura della Repubblica di Busto Arsizio invece pensa di no e incrimina Fiorenza Sarzanini del Corriere della Sera e Guido Ruotolo della Stampa per aver rivelato il tentativo". "I giornalisti non sono i custodi del segreto delle indagini che spettano ad altri - ha ricordato Del Boca - Il dovere primo, essenziale, che i giornalisti hanno è nei confronti dei lettori e dei loro diritti. Sarzanini e Ruotolo lo hanno onorato".

Pochi giorni prima era stata la volta di una vicenda analoga che aveva visto come 'bersaglio' i giornalisti Di Feo e Fittipaldi de L'Espresso. In quell'occasione, Del Boca aveva commentato: "Una perquisizione in redazione e nella casa dei colleghi giornalisti – prima ancora che al limite dell’intimidazione - è un atto poco rispettoso del lavoro di chi si impegna a informare. La solidarietà dell’Ordine dei Giornalisti al settimanale L’Espresso è scontata e doverosa. In più è necessario esprimere le congratulazioni e i complimenti per un servizio efficace, documentato, completo che apre scenari di luce e di verità in questioni rimaste, per troppo tempo, ovattate. Raccontare come è stata inquinata Napoli con i rifiuti tossici è servizio non solo indispensabile ma, addirittura, meritorio".

"La cosiddetta società civile che ci sta intorno e che acquisisce notizie attraverso il nostro lavoro deve rispondere a una domanda: che informazione vuole? - chiede Del Boca - Se le basta qualche fotocopia annacquata di luoghi comuni possiamo continuare così. Se però desidera conoscere tutto, anche la polvere che di solito si nasconde sotto i tappeti, deve trovare il modo di aiutare i giornalisti più coraggiosi che hanno necessità di essere apprezzati ma anche protetti da atteggiamenti aggressivi di chi vorrebbe togliere loro la penna per armarli di bavaglio".

Commentando le stesse vicende, il presidente dell'Unione Nazionale Cronisti, Guido Columba, aveva dichiarato che sia nel caso Expo, sia sui rifiuti tossici napoletani i quattro giornalisti "hanno svolto il compito che è loro affidato dalla legislazione per garantire ai cittadini il diritto che la Costituzione loro attribuisce: quello di essere informati, in modo completo, compiuto e tempestivo". "Le ricorrenti perquisizioni contro i cronisti in tutta Italia, spesso senza o con motivazioni palesemente strumentali, hanno l'effetto di reprimere la libertà di informazione.- aggiungeva l'Unci - Colpendo direttamente quelli coinvolti e intimidendo tutti gli altri".

"La conseguenza dovrebbe essere quella di impedire che si scriva o si racconti qualsiasi cosa la magistratura non vuole gli italiani sappiano, o che sappiano solo in una versione ufficiale, funzionale a interessi e poteri particolari", notava il presidente Unci, sottolineando che "La Costituzione repubblicana, l'ordinamento democratico, il rispetto dei giornalisti per il proprio ruolo e la coscienza civile del Paese disegnano un modello diverso, nel quale l'informazione non è a senso unico e uniforme. L'Unione Nazionale Cronisti Italiani e le altre organizzazioni dei giornalisti impediranno che ciò avvenga. - concludeva Columba - La cronaca non si ferma con le intimidazioni".

Per quanto riguarda Roberto Saviano, la Federazione Nazionale della Stampa Italiana e l’Ordine Nazionale dei Giornalisti avevano emesso un comunicato congiunto riaffermando la solidarieta' dei giornalisti italiani al giornalista-scrittore campano, "costretto da due anni a vivere sotto scorta per la sua coraggiosa e documentata denuncia delle attività della camorra. Con 'Gomorra' - spiegavano le due organizzazioni - ha aiutato anche l’informazione a capire meglio come la criminalità organizzata corrompa e devasti tante zone d’Italia".

"Dobbiamo a lui - come a Rosaria Capacchione, a Lirio Abbate, a Pino Maniàci, a Nino Amadore e ad altri giornalisti - una fondamentale opera di risveglio della coscienza civile" ricordavano FNSI e ODG: "Le parole di Saviano prendono di mira stavolta anche le aree di contiguità e di compromissione con gli interessi della malavita presenti all’interno del giornalismo italiano. La nostra solidarietà suonerebbe vuota e ipocrita se fingessimo di non averle lette: è del tutto evidente che chi è compromesso o anche solo distratto nei confronti della grande criminalità non ha diritto di cittadinanza nel mondo dell’informazione, che si propone invece obiettivi di tutt’altro segno, quelli della trasparenza e della denuncia".

E cosi', mentre l'Unci ha istituito un osservatorio sulle azioni della magistratura contro i giornalisti, la Fnsi e l’Ordine dei Giornalisti hanno deciso di recente di dar vita ad un osservatorio a tutela dei colleghi minacciati dalle varie mafie. Questo osservatorio, che agirà in stretto raccordo con le associazioni e gli ordini regionali più direttamente toccati dal problema, ha tra i suoi obiettivi anche quello di eliminare ogni zona grigia dell’informazione, "facendo luce sulle aree editoriali e professionali colluse con la criminalità organizzata, anche allo scopo di tutelare i tanti colleghi perbene che in condizioni difficili fanno con grande dignità il loro lavoro in quei territori".

Per questo, inoltre, il sindacato e l’ordine nazionali, d’intesa con l’Associazione Napoletana della Stampa e con l’Ordine regionale della Campania, organizzeranno nelle prossime settimane un’iniziativa pubblica proprio nella zona di Caserta.

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