29 giugno 2008

 
     

USA e UE : presto accordo sul trasferimento dei dati personali
di R. Guillermo e G. M. Marq

Gli Stati Uniti e l'Unione europea sono in via di completamento di un accordo che consenta l'applicazione della legge e agenzie per la sicurezza di ottenere informazioni private - tra cui transazioni con carta di credito, storie di viaggio e le abitudini di navigazione Internet - riguardnti persone dall'altra parte dell'Atlantico. Lo afferma il New York Times, che ha avuto la possibilita' di leggere in anteprima la bozza di documento che dovrebbe concludere una trattativa che dura da febbraio 2007.

Lo scopo ufficiale della maggior condivisione delle informazioni e' il migliormento della lotta contro la criminalità e il terrorismo, ed infatti il dibattito sulla questione e' cresciuto dagli attacchi dell'11 settembre 2001, ma la privacy ne sara' certamente sacrificata, come avevano gia' paventato i Garanti europei. Infatti l'UE ha leggi piu' severe che limitano l'acquisizione e il trasferimento dei dati personali da parte di governi e imprese ed e' proprio questo che gia' in passato ha portato a controversie con gli USA, ma anche all'interno della stessa UE sulle richieste di tali informazioni.

Infatti se gli organismi politici europei (Consiglio e Commissione) sono stati piu' aperti alle richieste di Washington, il parlamento UE e in un'occasione anche la Corte europea si sono posti di traverso al progetto di monitoraggio sui liberi cittadini in viaggio fra le due sponde dell'Atlantico. Gli USA hanno anche cercato di porre rimedio alla situazione agendo sulle compagnie aeree o negoziando accordi bilaterali con singoli Paesi UE, il che ha ovviamente comportato un richiamo da parte di Bruxelles agli Stati membri.

Ora sembra che i negoziatori abbiano ampiamente approvato un progetto sulle 12 grandi questioni che sono al centro di un "accordo internazionale vincolante" per rendere chiaro che e' legittimo per i governi europei e le imprese trasferir i dati personali negli Stati Uniti, e viceversa. Ma le due parti sono ancora in disaccordo su vari altri aspetti, ad esempio se i cittadini europei possano citare il governo degli Stati Uniti per un abuso nel trattamento dei loro dati personali o per aver vietato l'ingresso negli USA in base ai dati sensibili.

Il governo americano ha chiesto anche l'accesso ai dati dei clienti detenuti da parte delle compagnie aeree e del consorzio Swift, che tiene traccia globale trasferimenti bancari (m prima della richiesta ufficiale vi era gia' stato uno scandalo sulla divulgazione degli USA di tali dati coperti da riservatezza). Ma diversi paesi europei si sono opposti, citando le violazioni delle loro leggi sulla privacy.

Secondo gli esperti, "La globalizzazione significa che sempre piu' aziende stanno rischiando di restare intrappolate tra gli Stati Uniti e il diritto europeo", ma la prospettiva che l'accordo potrebbe ridurre le barriere per l'invio di informazioni personali verso il governo degli Stati Uniti ha allarmato i sostenitori del diritto alla privacy in Europa. Mentre alcuni lodano i principi stabiliti nel progetto di testo, che stabilisce le regole, altri hanno sottolineato che' e' difficile dire se l'accordo consentirebbe grandi eccezioni a tali limiti.

Ad esempio, le due parti hanno convenuto che le informazioni che rivelano razza, religione, opinioni politiche, salute o vita sessuale "non possono essere utilizzate da un governo" a meno che la legislazione interna preveda adeguate garanzie", ma l'accordo non precisa quali siano queste garanzie, suggerendo che ogni governo possa decidere autonomamente se e' conforme alla regola. Anche diversi parlamentari europei hanno espresso le loro preoccupazioni "sul fatto che questo accordo - una volta adottato - possa servire come pretesto per condividere i dati personali con chiunque. Essi percio' richiedono chiarezza e precisione sui dettagli.

L'amministrazione Bush e la Commissione europea non hanno pubblicizzato i colloqui, limitandosi a salutare i progressi ottenuti in una piccola nota congiunta a seguito di un incontro al vertice tra il presidente George W. Bush e leader europei in Slovenia questo mese. Il 10 giugno infatti essi hnno dichiarato che "la lotta contro la criminalita' transnazionale e il terrorismo richiede la capacità di condividere i dati personali per l'applicazione della legge" e ha sollecitato la creazione di un "accordo internazionale vincolante" per facilitare tali trasferimenti assicurando che la privacy dei cittadini e' "pienamente" protetta.

Ma i punti oscuri sono molti: ad esempio, la legge europea stabilisce delle Authority indipendenti che controllino se i dati personali vengono utilizzati legalmente e per aiutare i cittadini che sono preoccupati per le invasioni della loro vita privata. Gli Stati Uniti non hanno tale agenzia indipendente, ma in una concessione i negoziatori europei hanno convenuto che il sistema interno del governo americano possa essere sufficiente a fornire la garanzie agli europei su come 'i dati sono utilizzati. Ma va considerato che solo pochi giorni fa il congresso USA ha affrontato l'annosa questione delle intercettazioni segrete dell'amministrazione Bush ai danni di Americani, quindi nella realta' non c'e' molto da fidarsi.

Inoltre in Europa la legge stabilisce che i cittadini possano denunciare un uso scorretto dei propri dati da parte dei privati o delle mministrazioni pubbliche e ottenere informazioni e correzioni sui dati. Anche i cittadini americani e i residenti permanenti possono in genere fare ricorso su questioni simili a norma della legge sulla privacy del 1974, ma questa non si estende agli stranieri.

L'amministrazione Bush sta cercando di convincere gli Europei che gli altri punti sospesi sono soddisfacenti, mentre l'Unione europea sta richiedono la possibilita' di portare chiunque nei tribunali statunitensi - in virtu' della legge sulla privacy - per raggiungere un accordo su un eventuale risarcimento. Ma l'amministrazione Bush non desidera fare una tale concessione, anche perche' richiederebbe una nuova legislazione. E Bush vorrebbe risolvere il problema prima di lasciare l'incarico nel gennaio prossimo.

Speciale terrorismo

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