23 maggio 2008

 
     

Decreto rifiuti puo' rallentare il controllo di legalita' , dicono magistrati
di osservatoriosullalegalita.org

"Le anticipazioni raccolte sul testo del decreto legge in materia di emergenza rifiuti in Campania impongono di lanciare con immediatezza un vero e proprio allarme, per il rischio che le norme che si apprestano ad entrare in vigore, lungi dal contribuire alla soluzione del problema ed alla lotta ai traffici illeciti di rifuti, diventino esse stesse causa di un forte rallentamento del controllo di legalità sul territorio campano". Lo dichiarano i magistrati Carlo Citterio, segretario generale del Movimento per la giustizia e Antonello Ardituro, presidente di Articolo 3.

Le due associazioni componenti dell'ANM spiegano che in particolare deve evidenziarsi "con forza come il decreto stravolge le ordinarie regole sulla competenza, mortifica il faticoso controllo di legalità compiuto dagli uffici giudiziari periferici, rompe perfino lo schema della divisione in distretti giudiziari su cui si fonda la struttura degli uffici italiani, attribuendo al Procuratore della Repubblica di Napoli una competenza "regionale" fuori dal sistema e foriera di inevitabili gravi disservizi. La procura di Napoli sarà invasa da migliaia di procedimenti, già pendenti preso altre procure della regione, e dovrà far fronte, con le sue sole e già insufficienti forze, ad un' articolata emergenza che fino a questo momento è stata affrontata anche grazie al lavoro di numerose altre Procure".

"La previsione poi di una competenza personale in capo al solo Procuratore, anche in deroga alle norme della recente riforma dell'ordinamento giudiziario - sottolineano Ardituro e Citterio - rappresenta una drastica violazione del principio costituzionale del potere diffuso dei magistrati, posto a garanzia dei cittadini, accentuando ulteriormente la gerarchizzazione del rapporto fra capo dell'ufficio e sostituti. Inspiegabilmente poi si elide il potere di sequestro d'urgenza in capo alla polizia giudiziaria ed al pubblico ministero, con l'effetto di privare la collettività dello strumento maggiormente tempestivo per evitare illeciti sversamenti ed irreversibili modifiche del territorio ad opera dei mercanti dei rifiuti, in un territorio caratterizzato dalla straripante attività dell'ecomafia".

Infine, secondo le due associazioni della magistratura, "non appare accettabile che rilevanti modifiche del codice di procedura penale vengano introdotte per una sola regione nell'intero territorio nazionale, secondo un 'federalismo processuale' inaccettabile per la tradizione giuridica italiana. Queste norme - concludono i magistrati - vanno ripensate, per le gravi implicazioni sull'equilibrio del sistema giudiziario nazionale e perchè determinano ancora una volta una forte penalizzazione dei cittadini campani, già costretti a subire la violazione dei propri fondamentali diritti a seguito dell'emergenza rifiuti".

Speciale rifiuti

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