18 marzo 2008

 
     

Italiani all'estero : voto , un diritto per tutti ?
di Mauro W. Giannini

Il diritto di voto e' realmente garantito a tutti i citadini italiani all'estero?

I cittadini italiani stabilmente residenti all’estero, iscritti nelle liste elettorali della circoscrizione Estero, possono partecipare alle elezioni votando per corrispondenza. Essi votano per le liste di candidati presentate nella rispettiva ripartizione della Circoscrizione Estero. A ciascun elettore residente all’estero, che non abbia optato per il voto in Italia entro il 16 febbraio, il Consolato competente invia per posta, entro il 26 marzo, un plico contenente: un foglio informativo che spiega come votare, il certificato elettorale, la scheda elettorale (due per chi, avendo compiuto 25 anni, può votare anche per il Senato), una busta completamente bianca, una busta già affrancata recante l’indirizzo dell’Ufficio consolare stesso, le liste dei candidati della propria ripartizione.

L’elettore, utilizzando la busta già affrancata e seguendo attentamente le istruzioni contenute nel foglio informativo, dovrà spedire senza ritardo le schede elettorali votate, in modo che arrivino al proprio Consolato entro - e non oltre - le ore 16 ora locale del 10 aprile 2008. Il voto è personale e segreto ed vietato votare piu' volte e inoltrare schede per conto di altre persone. L’elettore che alla data del 30 marzo non avesse ancora ricevuto il plico elettorale, potrà rivolgersi al proprio Consolato per verificare la propria posizione elettorale e chiedere eventualmente un duplicato.

Il problema nasce tuttavia per gli Italiani temporaneamente all'estero per alcuni mesi e per gli Italiani che non risiedono all'estero da almeno 12 mesi. Infatti possono votare per posta gli Italiani iscritti all'AIRE, un registro cui l'iscrizione che e' obbligatoria per chi sia redidente all'estero da almeno 12 mesi. L'11 marzo, ad esempio, alcuni sindacati del comparto scuola, FLC Cgil, CISL SCUOLA, UIL SCUOLA, SNALS e CONFSAL, hanno scritto al ministero degli esteri e alla Direzione Generale per i servizi elettorali del Ministero dell’Interno avidenziando il problema dell'esercizio del diritto di voto per corrispondenza del Personale della scuola in servizio all’estero.

I sindacati contestano "nel metodo e nel merito" le recenti disposizioni relative al voto per corrispondenza dei cittadini italiani temporaneamente all’estero per motivi di servizio. Nel metodo, i sindacati ravvisano, ancora una volta, la violazione da parte della Direzione in questione del diritto di informazione preventiva. Infatti i citati messaggi, pur avendo risvolti contrattuali legati alle modalità di esercizio del diritto di voto, non sono stati inviati, né preventivamente né successivamente, alle scriventi organizzazioni sindacali. La contestazione nel merito si riferisce principalmente all’interpretazione restrittiva delle disposizioni contenute nella legge 27 febbraio 2008, n. 30 e sottolineano due punti di criticità.

"Il primo è rappresentato dalla condizione che fa obbligo al personale della scuola di iscriversi contestualmente all’AIRE per poter esercitare il diritto di voto per corrispondenza. Condizione questa non contemplata dalla citata legge 30/3008. Come si ricorderà, nella passata tornata elettorale, in applicazione della legge 22/2006, venne data, a tale personale, la possibilità di esercitare il diritto di voto per corrispondenza, senza condizionarlo all’iscrizione all’AIRE. Il secondo punto di criticità consiste nell’esclusione dal voto per corrispondenza del personale docente assunto con nomina del Ministero degli Affari Esteri e titolare di contratto a tempo determinato superiore a sei mesi. La DGIT, infatti, nel messaggio dell’8 marzo 2008, in contrasto con le norme generali e con le disposizioni di cui alla citata legge 30/2008, asserisce che detto personale non può essere considerato dipendente da Amministrazioni dello Stato".

Sulla base di quanto esposto, le organizzazioni sindacali della scuola invitano il MAE a riconsiderare le disposizioni impartite con i messaggi sopra citati per consentire, a tutto il personale della scuola in servizio all’estero, l’esercizio del voto, anche per corrispondenza, senza porre il vincolo della contestuale iscrizione all’AIRE.

Ma il problema non riguarda solo il personale della scuola. Molti altri cittadini italiani residenti all'estero solo per alcuni mesi, quindi non iscritti all'AIRE, rischiano di non poter votare qualora l'impresa presso la quale operano nel Paese estero non garantisca loro qualche giorno di permesso per esercitare questo diritto. L'obbligo per le aziende di concedere un tempo proporzionato per recarsi a votare sussiste infatti solo in Italia. Anche potendo fruire di tali permessi o di ferie (quindi a pagamento), questi connazionali saranno costretti a spendere cifre notevoli soltanto per esercitare il loro diritto, un aspetto che puo' risultare proibitivo, soprattutto considerando che nel nostro Paese - vieppiu' con il 'porcellum' - anche le elezioni politiche rischiano di verificarsi con una certa frequenza. Un problema che sarebbe risolvibile autorizzando il voto per corrispondenza o presso i consolati italiani nel mondo anche per chi si trovi al'estero solo temporaneamente e non sia quindi iscritto all'AIRE.

Speciale diritti

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