08 febbraio 2008

 
     

Garanti privacy UE : no ad uso dei dati dei passeggeri aerei
di osservatoriosullalegalita.org

Tutte le autorità europee per la protezione dei dati personali hanno accolto con forti critiche una proposta presentata lo scorso novembre dalla Commissione europea, secondo cui verrebbe introdotto in Europa l'obbligo di comunicare alle "autorità competenti" i dati dei passeggeri aerei diretti verso i Paesi dell'Ue, come già avviene nei confronti deglI Stati Uniti in base ad un accordo molto discusso.

Un parere adottato congiuntamente dal gruppo di lavoro Ue (Gruppo articolo 29) e dal "Working Party on Police and Justice", presieduto dal Garante italiano, Francesco Pizzetti, ha richiamato l'attenzione del Consiglio Ue e della Commissione sugli aspetti giudicati contrari ai principi fondamentali in materia di tutela dei dati personali. I Garanti ritengono anche che la proposta del Consiglio di istiture il cosiddetto "Pnr europeo" comporti una grave compressione dei diritti fondamentali dei cittadini europei (rispetto della vita privata e protezione dei dati personali).

Secondo i Garanti Ue, per il Pnr europeo non sono dimostrate né la necessità né la proporzionalità del trattamento previsto nel progetto di decisione quadro, soprattutto perché esiste già una direttiva UE che prevede l'obbligo per i vettori aerei europei di raccogliere e rendere disponibile, a richiesta, i dati utilizzati per il check-in, sistema peraltro del quale non si e' ancora verificata l'efficacia in tutti gli Stati membri.

Numerosi altri aspetti della proposta - sottolineano i Garanti - appaiono problematici: le categorie di informazione oggetto di trasferimento sono troppe (piu' di quelle previste nell'Accordo sul Pnr Usa); il periodo di conservazione dei dati da parte delle autorità competenti è eccessivo (13 anni); non vi è chiarezza sulla necessità di prevedere esclusivamente un sistema di invio di dati su richiesta invece che con accesso dall'esterno ai database, mentre sono troppo larghi i margini di discrezionalita' degli Stati membri nell'attuare le disposizioni contenute nella decisione.

Le Autorità europee per la privacy hanno quindi chiesto di avviare quanto prima sul tema un serio dibattito che coinvolga tutte le parti in causa: dai Parlamenti nazionali alle compagnie aeree; dal Parlamento europeo alle autorità di protezione dati, onde evitare che i cittadini, non solo quelli europei, siano oggetto di una sorveglianza generalizzata nei loro spostamenti aerei in Europa.

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