04 febbraio 2008

 
     

Informazione : a proposito di JENIN JENIN
di Mimmo Lombezzi*

Le 'meglio teste' del cinema italiano (Alberto Barbera, Direttore Museo azionale del Cinema. Giuseppe Bertolucci, regista. Bruno Bigoni, regista. Mimmo Calopresti, regista. Saverio Costanzo, regista. Stefano Della Casa, critico cinematografico. Roberto Giannarelli, regista. Marco Tullio Giordana, regista. Carlo Lizzani, regista. Daniele Luchetti, regista. Mario Martone, regista. Francesco "Citto" Maselli, regista. Mario Monicelli, regista. Davide Oberto, curatore festival. Moni Ovadia, attore-autore. Sandro Petraglia, sceneggiatore. Gianni Rondolino, storico, critico. Stefano Rulli, sceneggiatore, etc, etc) hanno firmato a sostegno del regista Mohammed Bakri.

Bakri, infatti, autore del documentario "Jenin Jenin", verrà processato e se condannato, dovrà pagare danni per 500.000 dollari. Lo hanno denunciato da 4 soldati israeliani che appaiono nel film che attribuisce all'esercito tutta una serie di crimini di guerra come la distruzione totale di un'ala dell'ospedale, l'uccisione di un disabile sepolto vivo dalla sua casa abbattuta da un buldozer, bambini uccisi "spaccandogli la testa contro i muri" e vecchi feriti a colpi di fucile senza nessuna ragione.

Va ricordato che la distruzione del campo profughi diede origine a una doppia battaglia di propaganda : gli Israeliani che sostenevano che tutti i morti palestinesi erano "combattenti" e i palestinesi che parlavano di centinaia (da 600 a 100) di morti civili , una "nuova Sabra e Chatila" . Alla fine si accerto' che i morti palestinesi erano 52 (di cui 36 combattenti) e i morti israeliani 25.

Io avevo filmato la caduta di Jenin per il settimanale "Link" di Can.5 ( che fu chiuso poco dopo ) e avevo raccolto diverse dichiarazioni di Palestinesi che parlarono di esecuzioni sommarie di combattenti, e di un disabile sepolto sotto la sua casa da un buldozer (storia vera) ma altri episodi - la distruzione totale di un'ala dell'ospedale, bambini uccisi "spaccandogli la testa contro i muri", vecchi feriti a colpi di fucile senza nessuna ragione, non hanno trovato nessuna conferma oppure sono state smentite successivamente dagli stessi "testimoni" intervistati nel film israeliano "La strada per Jenin".

Forse la via processuale e la richiesta di 500.000 dollari non è la strada piu' idonea per ristabilire la verità ma l'ira di chi si è visto associato a crimini che nessuno ha accertato è comprensibile e prima di firmare per Bakri bisognerebbe chiedergli di confrontarsi con i fatti.

Il film - un magnifico film di propaganda - si guarda bene dal dire che da Jenin erano partite 25 azioni kamikaze.

* giornalista, e' stato inviato di diverse testate su molti fronti 'caldi'

Il rapporto di Amnesty International sull'attacco che ha originato il film

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