10 maggio 2007

 
     

Antitrust chiede la rimozione del Tariffario dei giornalisti
di osservatoriosullalegalita.org

Secondo i giornalisti il tariffario e' una forma di difesa dei loro diritti contrattuali, ma l'antitrust ritiene che si tratti di una limitazione alla libera concorrenza e quindi ne chiede l'abolizione.

Il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti ha reso noto di essere stato convocato il 3 maggio scorso in audizione dall’Autorita' garante della concorrenza e del mercato - nell'ambito dell'indagine conoscitiva volta a verificare l'adeguamento degli ordini professionali ai principi di concorrenza stabiliti dall'’art. 2 della legge Bersani n. 248/2006 - per valutare l'adeguamento delle norme di autoregolamentazione.

Nel corso dell’audizione l’Antitrust ha preso atto che le norme deontologiche dell’Ordine non contengono alcun divieto in materia di pubblicità delle attività giornalistiche e di costituzione di società interdisciplinari tra gli iscritti, cosi' come previsto dalla legge, ma ha ritenuto che l'esistenza di un Tariffario di compensi minimi - sia pure "non inderogabili" - produca l’effetto di uniformare i comportamenti di mercato degli iscritti in merito al prezzo di vendita del servizio, comportando una restrizione della concorrenza tra gli operatori del settore.

La rappresentanza del Consiglio dell'Ordine ha fatto presente che in realta' il tariffario "assolve principalmente allo scopo di difendere una posizione contrattuale debole come quella del giornalista che svolge spesso, in regime di precarietà e di sfruttamento, una prestazione autonoma che solo fittiziamente può essere qualificata come servizio d’impresa", ma l'Antitrust ha chiesto comunque la rimozione del tariffario. Di tale richiesta - sottolinea l'attuale dirigenza dell'Ordine - farsi carico il Consiglio nazionale che risulterà eletto nella prossima tornata elettorale.

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