9 febbraio 2007

 
     

Dico : diritti e doveri per regolare le convivenze stabili
di osservatoriosullalegalita.org

Il Consiglio dei ministri ha approvato ieri un disegno di legge in materia di diritti e doveri delle persone stabilmente conviventi (DICO), proposto dal ministro per i diritti e pari opportunità, Barbara Pollastrini, e dal Ministro delle politiche della famiglia, Rosy Bindi.

Esso fa riferimento a "Due persone maggiorenni e capaci, anche dello stesso sesso, unite da reciproci vincoli affettivi, che convivono stabilmente e si prestano assistenza e solidarietà materiale e morale, non legate da vincoli di matrimonio, parentela in linea retta entro il secondo grado, affinità in linea retta entro il secondo grado, adozione, affiliazione, tutela, curatela o amministrazione di sostegno".

Il Consiglio dei ministri ha sottolineato che "nel rispetto dell’art. 29 della Costituzione e nella linea già tracciata dalla giurisprudenza costituzionale, il disegno di legge non prevede alcun nuovo istituto giuridico o strumento amministrativo che possa ledere i diritti della famiglia o prefigurare istituti paramatrimoniali".

I diritti riconosciuti e attribuiti dal disegno di legge, e i conseguenti doveri, discendono dalla situazione di convivenza provata mediante certificazione anagrafica, fatta salva la possibilità di provare il contrario. Viene peraltro escluso che la legge si applichi a chi coabiti in forza di un rapporto di lavoro, a coppie di cui un membro sia stato condannato o rinviato a giudizio per omicidio consumato o tentato sul coniuge dell’altro o sulla persona con cui l’altro conviveva.

Secondo Palazzo Chigi, "il provvedimento si pone l’obiettivo di tutelare i soggetti più deboli nella convivenza, superando così disparità e disuguaglianza tra cittadini. Nel rispetto degli art. 2 e 3 della Costituzione, il disegno di legge chiarisce e precisa i diritti e i doveri delle persone, anche dello stesso sesso, che hanno dato vita a convivenze stabili, legate da vincoli affettivi, di solidarietà e reciproca assistenza; pertanto le uniche limitazioni sono riferite all’esistenza di vincoli matrimoniali, di parentela (in linea retta), affinità, adozione e simili".

Fra i doveri, nell'ambito di una situazione di assistenza e solidarietà materiale e morale, è espressamente previsto l’obbligo di prestare gli alimenti in favore del convivente che versi in stato di bisogno, al termine di una convivenza iniziata da almeno tre anni.

Alcuni diritti – quali l’assistenza in caso di malattia o ricovero dell’altro convivente, la possibilità di prendere decisioni in materia di assistenza sanitaria o in caso di morte, la riduzione dell’imposizione fiscale in caso di successione testamentaria – sono immediatamente esercitabili; altri diritti – la possibilità di successione legittima, le agevolazioni in materia di lavoro o la possibilità di subentro nel contratto di locazione in caso di morte o di cessazione della convivenza – sono invece legati ad una durata minima, variamente determinata.

Chi già convive potrà, entro nove mesi dall’entrata in vigore della legge, dimostrare che la sua convivenza è iniziata prima, per l’esercizio di quei diritti che presuppongono una durata minima (salvo quelli previdenziali, che comunque saranno definiti in sede di riordino complessivo del sistema). E' prevista la reclusione da uno a tre anni e con la multa da 3000 a 10.000 euro in caso di falsa dichiarazione di convivenza.

Speciale diritti

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