30 gennaio 2007

 
     

Corte dei diritti dell'uomo : Italia nella top ten dei violatori
di Gabriella Mira Marq

La Corte dei diritti dell'uomo ha reso nota la somma delle violazioni commesse dai singoli Paesi del Consiglio d'Europa nel 2006. L'Italia ha collezionato 96 violazioni, mentre solo 5 giudizi su quelli ritenuti ammissibili dalla Corte si sono conclusi a favore dello Stato Italiano.

Il maggior numero di violazioni della convenzione commessi dall'Italia sono quelli relativi alla protezione della proprieta' (50), spesso riferiti al fenomeno degli espropri senza adeguato risarcimento. Seguono il rispetto per la vita privata e familiare (31), il diritto ad un effettivo rimedio (25), la lentezza delle procedure giudiziarie (17), il diritto ad un processo giusto (11), il diritto a libere elezioni (10), mentre 3 casi riguardano il diritto alla protezione ed alla sicurezza.

Si ravvisano quindi 53 violazioni relative al settore della giustizia (sebbene per taluni casi sia stata lamentata la mancanza di leggi adeguate) e 43 riguardanti altre amministrazioni dello Stato e i poteri esecutivo e legislativo (sebbene anche alcune sentenze riguardanti la violazione della privacy della vita privata o familiare siano da riferirsi a decisioni dell'apparato giudiziario).

Il nostro Paese e' poi - fra i 46 Stati membri del Consiglio d'Europa - nella 'top ten' di quelli che hanno commesso piu' violazioni, preceduto dalla Turchia (312, soprattutto processi non equi e discriminazione), la Slovenia (185, nella quasi totalita' per lentezza dei procedimenti), l'Ucraina (quasi tutti processi non equi), la Polonia (107, quasi equamente ripartiti fra processi non equi e violazione della schiavitu' o del lavoro forzato) e la Francia (97), che si contraddistingue per un alto numero di violazioni relative al giusto processo.

Il dato sui Paesi con poche violazioni non garantisce pero' in essi il celere procedere della giustizia o l'equo processo o il rispetto degli altri diritti umani. A ben guardare, infatti, e' piu' probabile che in Azerbaijan, in Bosnia Erzegovina e in Serbia (ciascuno con una sola violazione), non vi sia adeguata informazione sulla possibilita' di ricorrere alla Corte di Strasburgo.

Speciale diritti

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