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7 agosto 2007
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Il
razzista totalitario A più di trent’anni dalla morte, Julius Evola è un ancora un punto di riferimento ideologico per il mondo della destra radicale. Resiste soprattutto il suo mito di razzista innocuo perché “spirituale”. Fra il 1933 e il 1943 Evol, artista e filosofo, si interess' – precorrendo i tempi – allo studio dei problemi delle razze, "respingendo ogni teorizzazione del razzismo in chiave esclusivamente biologica" (R. De Felice). Egli scrisse il testi "Tre aspetti del problema ebraico" (1936), "Il mito del sangue" (1937) e "Indirizzi per una educazione razziale" (1941), il libro che gli valse una convocazione di Mussolini a Palazzo Venezia con il commento "È il libro che ci occorreva". Il libro di Gianni Scipione Rossi "Il razzista totalitario" mira a confutare le tesi di Evola, dimostrando come non abbia senso distinguere tra razzismo spirituale e razzismo biologico. Evola in fondo - conclude il libro - fu un razzista tout-court forse più intransigente degli altri teorici della razza vicini al fascismo. L'autore, Gianni Scipione Rossi, è vicedirettore dei servizi parlamentari della Rai. Il razzista
totalitario ___________ NB:
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