20 settembre 2007

 
     

Bottiglie incendiare contro il campo Rom ...
riceviamo e pubblichiamo

Dopo quanto successo a Livorno dove sono morti 4 bambini rom nell'incendio di un campo abusivo sul quale è ancora aperta un'inchiesta, l'altra notte, a Roma, qualcuno ha lanciato bottiglie incendiarie nel campo nomadi di via Furio Cicogna. La mano è di stampo razzista criminale e non è il primo segnale nella nostra città.

Poco tempo fa nella Pineta di Castel Fusano, a seguito di un incendio di baracche abusive, il direttore della riserva ha dichiarato: "c'è qualche sceriffo che ce l'ha con i rumeni". A mio avviso, la campagna mediatica sui rom ha aumentato impropriamente la percezione di insicurezza provocando una spirale di intolleranza dagli effetti non prevedibili.

Nei secoli scorsi abbiamo avuto casi emblematici sugli effetti dei messaggi instillati sui media: in America si etichettavano i neri come persone puzzolenti che non si lavano. Da qui si arrivò all'apartheid anche sui mezzi pubblici e poi al kukluxklan. La Germania degli anni 30, paese più avanzato d'Europa, divenne in poco tempo lo stato più sanguinario dopo una campagna mediatica che inculcava nella popolazione la paura degli ebrei, dei bolscevici, degli zingari...

E' una coincidenza o sono i cicli e ricicli storici?

Domenico Ciardulli

Speciale immigrazione e razzismo

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Nazismo: l'annientamento dei Rom