16 ottobre 2007

 
     

Strasburgo : Stato responsabile per morte giovane immobilizzato da polizia
di Gabriella Mira Marq

Lo Stato e' colpevole se la polizia non e' stata messa al corrente delle conseguenze negative della prolungata immobilizzazione di una persona fermata. Lo ha detto la Corte Europea dei diritti dell'uomo condannando la Francia per la morte di un giovane schizofrenico mentre era bloccato dalla polizia.

Il fatti riguardanti il francese di origine tunisina, Mohamed Saoud, disabile all'80%, hanno avuto luogo nel 1998, quando l'uomo - che aveva chiesto il ricovero in una struttura sanitaria specializzata vedendosi rimandare l'ammissione di alcuni mesi - ha attaccato la madre e le sorelle. Alla polizia, richiesta di un intervento, la famiglia aveva spiegato le condizioni mentali del giovane, chiedendo di chiamare un medico.

Durante l'intervento degli agenti c'era stata una colluttazione, e il giovane aveva colpito alcuni di loro con una spranga, sparando anche colpi di arma da fuoco. Nuovi agenti intervenuti a sostituire i colleghi, nel tentativo di fermarlo si sono gettati sul giovane immobilizzandolo con il peso del proprio corpo. Due poliziotti gli tenevano polsi e le caviglie, mentre un terzo lo bloccava con le braccia e un ginocchio sul torace.

In attesa del medico, i membri del servizio di primo soccorso prestarono cure ai feriti, somministrando un tranquillante all'uomo, che continuava a fare resistenza. Poco tempo dopo, il giovane ebbe un arresto cardiorespiratorio e mori'. L'autopsia ha rivelato prove di possibile "lenta asfissia meccanica".

Nel gennaio 1999, le familiari di Souad hanno presentato una denuncia per omicidio di una persona particolarmente vulnerabile e hanno chiesto di partecipare al processo in qualita' di parte civile, denunciando, in particolare, che nessun medico era stato chiamato al momento dei fatti. Poiche' le richieste e i successivi ricorsi hanno dato esito negativo fino alla Cassazione francese, le donne hanno fatto ricorso alla Corte di Strasburgo.

Il 9 ottobre la Corte ha ritenuto, all'unanimita', che vi era stata una violazione dell'articolo 2 (diritto alla vita) della Convenzione europea dei diritti umani da parte delle autorita', che hanno mostrato incapacita' di adempiere al proprio obbligo di proteggere la vita di Mohamed, e che vi era stata una violazione dell'articolo 6 § 1 (diritto ad un processo equo) della Convenzione per carenze nel processo nazionale.

Le autorita' francesi, hanno spiegato i giudici europei, avrebbero dovuto chiarire al personale di polizia le possibili conseguenze del prolungarsi delle modalita' con cui avevano immobilizzato il giovane ed in seguito avrebbero dovuto garantire che la famiglia avesse un avvocato esperto presso la Corte di Cassazione. Ai sensi dell'articolo 41 (giusta soddisfazione), la Corte ha quindi assegnato ai ricorrenti congiuntamente 20.000 euro per danni immateriali e 5.000 euro per i costi e le spese.

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