17 settembre 2007

 
     

USA : Bobby Lee Ramdass
di Claudio Giusti*

Dopo essere sopravvissuto a una infanzia atroce e alla violenza del carcere, Bobby Lee Ramdass non sopravvivrà al tecnicismo della giustizia americana. Il prossimo 10 ottobre la Virginia lo ucciderà grazie alla infinita capacità delle corti USA di dividere il capello in quattro quando si tratta di ottenere, a tutti i costi, una condanna a morte.

Bobby Lee venne, in rapida successione, condannato per due rapine a mano armata e poi processato per una terza rapina in cui c'era scappato il morto. Fu giudicato colpevole e nella fase successiva del processo, quella in cui la giuria doveva decidere se condannarlo a morte o lasciarlo vivere, il Procuratore usò le due precedenti condanne per affermare che Ramdass era un pericolo per la società e che questa "aveva l'assoluta necessità di eliminarlo".

Ritiratasi per deliberare, la giuria chiese al giudice se, una volta condannato all'ergastolo, Bobby Lee avesse la possibilità di essere rilasciato sulla parola. Il giudice si rifiutò di informare i giurati che, sulla base della legge dei "tre strikes", il condannato aveva perso la possibilità di ottenere il rilascio anticipato. Così la giuria lo condannò a morte, mentre, se fosse stata correttamente informata, lo avrebbe lasciato vivere (così hanno testimoniato tre giurati).

Tutte le Corti che si sono occupate del caso (dalla Corte Suprema della Virginia, alla Corte Suprema Federale) hanno approvato la sentenza, perché, la seconda condanna non era stata ancora firmata dal giudice, e quindi al momento della condanna per omicidio Bobby Lee Ramdass aveva ancora, tecnicamente, la possibilità di essere rilasciato anticipatamente.

Come a dire che le due condanne precedenti valevano per convincere la giuria ad ucciderlo, ma non valevano più quando potevano essere usate per salvarlo.

* membro del Comitato scientifico dell'Osservatorio

Speciale giustizia USA

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