17 settembre 2007

 
     

USA : i diritti delle vittime
di Claudio Giusti*

Le organizzazioni che si occupano di "diritti delle vittime" sono estremamente potenti. Ovviamente non si tratta delle "normali" vittime dei 16.000 omicidi annui, ma fanno parte del ristrettissimo numero di casi (vedi Maryland) in cui la Procura decide di chiedere la pena di morte.

Secondo Streib, in certe giurisdizioni i parenti delle vittime sono addirittura ospitati nel banco del Procuratore, mentre secondo Logan in Missouri si è recentemente arrivati a mettere in campo 46 parenti della vittima e fra questi ce n'erano alcuni non ancora nati al tempo dell'assassinio e altri che successivamente avevano divorziato ed erano quindi usciti dal gruppo familiare.

In compenso in Nebraska il Board of Pardons, nell'udienza di grazia a Reevs, si rifiutò di ascoltare i genitori della vittima perché questi erano apertamente contro la pena di morte. (dovette intervenire la Corte Suprema del Nebraska)

PAYNE, OVVERO: QUANTO VALEVA CHI AVETE UCCISO?

Con la sentenza PAYNE vs TENNESSEE la Corte Suprema ha introdotto la possibilità che nella seconda fase del processo (sentencing) possano testimoniare i parenti della vittima. Questo ha causato una notevole distorsione di giustizia, perché l'attenzione cadrà inevitabilmente sul "chi era chi avete ucciso", mentre la legge prevede che le vittime siano tutte uguali, mentre diversi sono gli omicidi e gli autori di questi.

Se uccidete per motivi abbietti e in maniera orribile un ragazzo negro, magari povero e pregiudicato, sarà decisamente difficile che la Procura chiede la pena capitale, perché i parenti della vittima non saranno del tipo adatto a influenzare una giuria. Difficilmente il Procuratore farà sfilare sul banco dei testimoni alcuni neri mal vestiti, che parlano l'Ebonics e piangono per la morte di un ragazzo con precedenti penali.

Ben diverso sarà il caso in cui avete ucciso (sempre per motivi abbietti e sempre nel modo orribile di prima) una bella ragazza della buona borghesia bianca. Il Procuratore sarà deliziato dall'idea di una sfilza di bianchi ben vestiti e bene educati che testimonieranno alla Giuria l'immenso dolore da voi causato. L'accento così passerà dal delitto commesso al "valore" che aveva la vittima.

Non c'è bisogno di avere una grande esperienza per capire quale sia la distorsione introdotta nel dibattimento e quale differenza vi sia nelle decisioni che prende la giuria quando deve soppesare aggravanti e attenuanti. Diventa così straordinariamente importante la bravura del vostro avvocato e la quantità di denaro che potete spendere nella vostra difesa e nelle investigazioni sul carattere della vittima.

Che valore aveva questa? Era proprio così brava e buona come la dipingono i familiari? era vero che beveva? il suo passato è proprio cosi immacolato e limpido? Ci sono state della relazioni extra coniugali e una richiesta di divorzio? Un aborto? ecc. Basta questo per capire cosa può architettare un avvocato con un pelo sullo stomaco sufficientemente spesso (ma se voi siete nero e l'avvocato è del posto e la famiglia della vittima è potente difficilmente pescherà nel torbido).

I Distict Attorneys hanno sfruttato in pieno le possibilità che il "victim impact evidence" di PAYNE ha offerto loro e hanno tentato di far vedere alla Giuria dei video (montati da professionisti e con musiche struggenti) fatti con pezzi dei filmini girati dalla famiglia della vittima.

STREIB VICTOR L. Death Penalty in a Nutshell St. Paul Minnesota, Thompson, 2003
LOGAN WAYNE A. Victims, Survivors and the Decisions to Seek and Impose Death. Legal Studies Research Paper Series, Working Paper No. 12, May 2005

E quelli dell'imputato.... ?

Forlì 11 Agosto 2001

Cari Amici, É inutile che vi preoccupiate per Ronald Wayne Frye. La Carolina del Nord lo ammazzerà il 31 agosto, e non c'è nulla che noi si possa fare.

Ma la storia di Ronald vale la pena di essere raccontata, così che resti qualcosa della sua povera vita. All'età di quattro anni fu ceduto dalla madre, assieme al fratellino, a una coppia conosciuta per caso. Il nuovo padre, un alcolizzato, era solito frustarlo e, quando intervennero le autorità cinque anni dopo, le cicatrici sul corpo di Ronald erano così evidenti che le sue foto furono utilizzate nei corsi per i poliziotti che si occupano di sevizie sui bambini.

Lui e il fratello furono ridati al padre (quello vero) e alla sua nuova moglie. Ma questi era solito bere e picchiarla, così lei si stancò e lascio la casa, abbandonando all'accattonaggio il dodicenne Ronald.

Quando Ronald commise l'omicidio per cui è stato condannato non c'è stato nessuno che si è preoccupato di salvargli la pelle patteggiando una pena detentiva e allo Stato del Nord Carolina non è parso vero di assegnarli un noto ubriacone come avvocato d'ufficio. Fra un bicchiere e l'altro questo ha tenuto la giuria all'oscuro della spaventosa infanzia di Ronald. Un vero peccato, perché anche in una giuria americana si poteva trovare una persona clemente.

Cari Amici, Nel caso, improbabile, che qualche giornale pubblichi questa mia e che voi abbiate voglia di fare qualcosa per Ronald, vi consiglio di non scrivere al Governatore, perché è un ex procuratore e sono convinto che faccia le tacche alla pistola ogni volta che riesce a fare un'esecuzione.

Se proprio volete fare qualcosa scrivete ai giornali di quello Stato e ricordate che non sono pochi gli americani contro la pena di morte.

* membro del Comitato scientifico dell'Osservatorio

Speciale giustizia USA

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