05 agosto 2007

 
     

USA : peruviane cercano giustizia per massacro nel loro villaggio
di Rico Guillermo*

Cirila Pulido e Teófila Ochoa avevano 12 e 13 anni quando una pattuglia dell'esercito peruviano entro' nel loro villaggio e ne assassino' 69 abitanti, compresi madri, sorelle e fratelli delle due ragazze, che riuscirono a fuggire nascondendosi. Le vittime erano 16 uomini, 30 donne e 23 bambini. Alcune delle donne erano incinte.

I soldati spararono, stuprarono e incendiarono. Quello del 14 agosto 1985 ad Accomarca, nella regione andina di Ayacucho, nel sud del Perù, e' stato il maggiore massacro nell'ambito della guerra contro gli insorti maoisti di Sendero Luminoso (1980-2000). Poiche' tuttavia i responsabili della strage non sono stati condannati in Perù, le due donne si sono rivolte ai tribunali degli Stati Uniti alla ricerca di giustizia.

Le due peruviane ritengono che ogni giorno che passa senza che sia fatta giustizia sia un ulteriore delitto ai danni delle vittime, percio' a nome di tutti i membri dell'associazione dei parenti delle vittime della violenza ad Accomarca, le due donne hanno portato l'azione legale nelle corti di Miami, Florida, e Greenbelt, nel Maryland, contro due ex ufficiali che oggi vivono negli Stati Uniti in pensione, i maggiori Hurtado e Rivera. Il primo comandava l'unita' della pattuglia che ha occupato il villaggio, mentre Rivera ha partecipato all'operazione.

Il 28 e il 29 marzo, i due uomini erano stati arrestati dagli agenti dell'Ufficio Dogana e Immigrazione in Florida ed in Maryland per violazione delle leggi di immigrazione degli Stati Uniti. Hurtado era fuggito da Lima a dicembre 2002, dopo che era stato riaperto un fascicolo giudiziario nei suoi confronti. Rivera risiede negli Stati Uniti dal 1998.

Le cause contro Hurtado e Rivera - presentate da uno studio legale che opera per gli indigenti, il CJA - gia' sono state accettate dai giudici degli Stati Uniti e agli ex ufficiali e' stata data comunicazione delle accuse. Il CJA dichiara che i casi delle due donne rappresentano il primo del loro genere negli Stati Uniti per le atrocita' commesse durante la guerra civile del Peru'.

L'azione legale contro Hurtado e Rivera e' basata sullo Statuto dei torti stranieri del 1789 che da' ai cittadini non statunitensi che siano superstiti di abusi serii commessi dovunque nel mondo il diritto di portare il caso nelle corti federali degli Stati Uniti se i perpetratori sono negli Stati Uniti. Inoltre si basa sulla Legge di protezione delle vittime di tortura, del 1992 (paradossalemnte la stessa dalle cui conseguenze Bush ha protetto con una nuova legge il personale USA responsabile di abusi durante gli interrogatori nelle prigioni USA all'estero), che da' i diritto sia ai cittadini che ai non cittadini degli Stati Uniti di presentare istanza in tribunale per torture ed uccisioni estragiudiziali commesse in paesi stranieri contro sospetti che siano negli Stati Uniti.

In caso di vittoria, le vittime riceverebbero delle riparazioni per i danni subiti, ma questo processo ha un valore molto piu' ampio, in quanto in tale contesto le vittime avranno una tribuna, un posto per raccontare la loro storia e cercare la giustizia. Ma la difesa non si illude che averla, la giustizia, sara' un'operazione facile.

Hurtado è stato accusato di falsa testimonianza su una richiesta di visto su cui ha indicato che non era mai stato arrestato o condannato per un crimine, anche se un tribunale militare peruviano lo aveva trovato stato colpevole di abuso di autorita'. Si e' dichiarato colpevole ed e' stato condannato a giugno a sei mesi di prigione negli USA. Rivera e' invece detenuto quale immigrato illegale e non affronta accuse criminali, ma per lui sarebbe stata disposta la deportazione per collegamento ad un caso penale precedente in cui si era dichiarato colpevole.

Percio' si rischia che entrambi gli uomini siano rimpatriati. Infatti, anche se la causa e' stata accettata, i tempi tecnici per iniziare il processo potrebero essere lungi e se gli ordini di deportazione arrivano prima che il processo termini, lacausa non ha il potere di congelare o interrompere il processo. Decisione che spetterebbe alle autorita' federali. Cio' non vuol dire che il processo si concluderebbe, ma andrebbe ugualmente avanti.

E le prove ci sono. In occasione del processo in Perù, quando e' stato condannato a sei anni per abuso di autorita' da una corte militare, Hurtado ha descritto dettagliatamente il massacro, ma nel giugno 1995 ha tratto beneficio da un'amnistia varata dal governo di Alberto Fujimori (1990-2000) per i militari condannati o indagati per violazioni di diritti dell'uomo. Dopo la liberazione, Hurtado e' tornato al servizio attivo, e' stato promosso e poi stato decorato come eroe dall'esercito. Rivera non e' invece mai stato processato.

Ssono 69.280 le persone morte nella guerra ventennale, secondo la Commissione peruviana indipendente di riconciliazione e di verita'. L'atrocita' di Accomarca e' accaduta poche settimane dopo che Alan García - che ora e' ancora presidente - ha giurato per il suo primo mandato, ma non lo ha condotto a modificare la politica 'anti-sovversiva seguita dal suo predecessore, Fernando Belaúnde. Sei mesi fa, i parenti delle vittime di Accomarca hanno chiesto a García di incontrarli e contribuire ad accelerare il processo giudiziario in Peru', ma la loro richiesta non ha avuto seguito. In dicembre, invece, il presidente ha ricompensato il Generale in pensione José Williams - il superiore diretto di Hurtado e Rivera ai tempi delle uccisioni di Accomarca - con un incarico diplomatico a Washington.

*si ringrazia Claudio Giusti

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