12 aprile 2007

 
     

Gay Pride ad Anno Zero : inchieste e denunce per Santoro
di Mauro W. Giannini

Dopo l'istruttoria dell'Autorita' per le garanzie nelle comunicazioni tesa ad accertare se le immagini mandate in onda nella puntata di AnnoZero dell'8 marzo 2007 e riferite al Gay Pride del 2000 erano idonee a essere trasmesse in fascia protetta (ore 21.30 circa), altre grane in arrivo per Michele Santoro.

È stata depositata alla procura di Roma una denuncia che ipotizza a carico del giornalista il reato di 'pubblicazione di spettacolo osceno', previsto e punito dall'articolo 528 del codice penale. A sporgerla Amedeo Francesco Mosca, giovane operatore della comunicazione free lance, il quale precisa che "da microindagini [...] effettuate è emerso che un senso di repulsione e/o disgusto è pressoché generalizzato tra i soggetti che hanno assistito alle scene", rimandando al concetto di oscenità previsto dall'articolo 529 del codice, che fa riferimento al comune senso del pudore.

Il giovane ha tenuto a precisare che la "sgradevole sensazione prescinde dall'orientamento sessuale dei soggetti ripresi nelle scene, come opportunamente sottolineato in occasione di altri programmi nei quali si e' commentato l'evento e le immagini sono state rimesse in onda a titolo di mero riferimento".

All'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni si era invece rivolto per la stessa vicenda - chiedendo sanzioni - il Consiglio Nazionale degli Utenti, "sconcertato" dalla trasmissione. Il Consiglio evidenziava "la tipologia di inchiesta giornalistica che punta sulla spettacolarizzazione degli orientamenti sessuali, indugiando su aspetti morbosi in palese violazione del Codice di autoregolamentazione Tv e Minori, che vieta diffusione di programmi che possano nuocere allo sviluppo dei minori, che facciano ricorso gratuito al turpiloquio ed alla scurrilità e che offendano le confessioni e i sentimenti religiosi".

"Giova inoltre ricordare - sottolineava l'organismo - che la trasmissione di tali immagini non e' stata preceduta, così come previsto dall'art. 2, comma 3, del succitato Codice, dall'annuncio che la trasmissione non e' adatta agli spettatori più piccoli". Altri commentatori evidenziavano che contemporaneamente su altre reti - anche pubbliche - venivano comunque trasmessi film o serie televisive con esibizione di violenza, sopraffazioni o particolari rccapriccianti (ma corredati del bollino giallorossoverde).

La vicenda era gia' stata anche oggetto - il 14 e 21 marzo - di un acceso dibattito in Commissione parlamentare di vigilanza RAI in occasione di un'audizione del presidente del CdA Claudio Petruccioli e del direttore generale Cappon. Alle obiezioni dei parlamentari e del presidente, Mario Landolfi, Claudio Cappon ha spiegato che "una volta ricevuta una lettera di chiarimenti dalla rete, la direzione generale ha provveduto ad un incontro con conduttore, direttore della rete e vicedirettore generale, formulando alcuni specifici rilievi", fra cui la messa in onda in prima serata del filmato sul Gay pride e le affermazioni di Santoro a seguito dell'uscita dallo studio del ministro Mastella.

Cappon ha detto che "al riguardo, la direzione ha ascoltato anche le considerazioni del conduttore, che in alcuni casi ha aderito alle critiche della direzione stessa, adducendo anche motivazioni tecniche". La direzione generale "ha confermato a Santoro, e successivamente ha provveduto a scrivere e a formalizzare in una lettera di richiamo, questi puntuali rilievi. Il conduttore Michele Santoro ha risposto formalmente alla lettera della direzione generale, impegnandosi a tenere nella massima considerazione tutte le esigenze e le indicazioni prospettate a partire dalla puntata successiva, nella quale peraltro, ad avviso della direzione generale, queste condizioni sono state rispettate".

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