6 aprile 2007

 
     

Giustizia : Mastella, accolgo invito CSM , respingo critiche ANM
di Mauro W. Giannini

Il CSM ha espresso preoccupazione per i tempi di approvazione parlamentare della riforma dell'Ordinamento Giudiziario. Il Consiglio ha sottolineato di aver piu' volte sollecitato il Governo ed il Parlamento affinché siano approntate entro il termine del 31 luglio 2007 (previsto dalla legge del 24 ottobre 2006 promossa da Mastella stesso) le modifiche alla legge delega n. 150 del 2005 voluta dal precedente ministro Castelli e concernente la riforma dell’ordinamento giudiziario, "nella consapevolezza che il mancato rispetto di tale termine determinerebbe gravi ripercussioni sul funzionamento dell’organizzazione giudiziaria e sulla stessa attività del Consiglio".

Il Consiglio superiore della Magistratura, apprendendo che l'iter parlamentare del disegno di legge approvato dal Consiglio dei Ministri in data 7 marzo 2007, concernente appunto la “Riforma dell’ordinamento giudiziario”, presenta problemi tali da far ipotizzare difficoltà nell’esame e nell’approvazione di un testo definitivo entro il 31 luglio 2007, ha affermato che "la circostanza determina forte preoccupazione, stante la necessita che, nei tempi compatibili con le scadenze fissate dalla legge, siano adottate tutte le misure normative opportune in un quadro di riforma dell’ordinamento giudiziario". Il Consiglio ha invitato quindi il Ministro della giustizia "a sensibilizzare adeguatamente i Presidenti dei due rami del Parlamento sulla assoluta ed improcrastinabile necessità di adottare tutti gli accorgimenti opportuni ai fini dell’approvazione in tempo utile delle modifiche all’ordinamento giudiziario come più volte richiesto e sollecitato".

"Accolgo con attenzione l'invito che mi giunge oggi dal Consiglio Superiore della Magistratura. - ha risposto in una nota Mastella - Da parte mia non posso che ribadire l'impegno costante, e mai venuto meno, affinché la riforma dell'ordinamento giudiziario da me proposta venga approvata in tempo utile. Come Guardasigilli è mio specifico interesse politico e istituzionale che il provvedimento divenga legge". "Quanto ai rilievi che altri hanno rivolto sull'opportunità della scelta di avviare l'iter parlamentare del provvedimento in Senato, non accetto che mi si accusi di indifferenza: è stata – h proseguito il guardasigilli - una decisione attentamente ponderata, insieme al ministro per i Rapporti col Parlamento, considerando il calendario attuale dei lavori nelle due Camere".

"A chi rivendica giustamente l'indipendente esercizio delle proprie funzioni, che io ho sempre rispettato, - conclude Mastella - ricordo che la politica ha una propria autonomia, che è l'essenza stessa dell'azione di governo". Questa precisazione era diretta all'Associazione Nazioanle Magistrati, che in una nota della giunta aveva espresso le proprie critiche e preoccupazioni e prospettato una mobilitazione, definendo "gravissima" la scelta di presentare al Senato - e non alla Camera dei deputati come era stato da più parti anticipato - il ddl Mastella sull'ordinamento giudiziario.

"E' noto - affermava l'associazione delle Toghe - che l'unico obiettivo realisticamente perseguibile entro il 31 luglio di quest'anno è l'approvazione del ddl Mastella ad opera di un ramo del Parlamento e che tale approvazione è premessa per l'emanazione di un provvedimento che blocchi ulteriormente l'entrata in vigore della controriforma Castelli, lasciando aperto il processo riformatore. La trasmissione al Senato del ddl aumenta a dismisura i rischi di ritardi e slittamenti nella discussione e nella approvazione delle nuove norme e rischia di compromettere definitivamente il percorso tracciato dal Governo e dalla sua maggioranza per sostituire alla legge Castelli disposizioni che evitino la definitiva paralisi della giustizia".

"Essa - commentava l'ANM - rappresenta dunque un segnale di disinteresse e di indifferenza al raggiungimento di risultati che pure questa maggioranza ha sempre affermato di volere. Segnale che l'associazione nazionale magistrati interpreta in tutta la sua valenza negativa ed a cui intende reagire chiamando la magistratura a mobilitarsi ancora un volta sulla questione ordinamento giudiziario e convocando il CDC in tempo utile per l'assunzione di ogni iniziativa di lotta da adottare ben prima della scadenza del luglio di quest'anno".

Ma il guardasigilli non condivide questa valutazione, precisando che "La decisione di avviare l'iter parlamentare della riforma dell'ordinamento giudiziario dal Senato e non dalla Camera - sottolinea una nota del Ministero della Giustizia, a proposito delle prese di posizione dell'Associazione nazionale Magistrati e' frutto della reale e forte volontà di far approvare il provvedimento in tempo utile. E' stata presa d'intesa con il ministro per i rapporti con il Parlamento, visto l'intasamento dell'aula di Montecitorio dove l'ingorgo di proposte di legge è tale che l'assemblea non riesce a smaltirne l'esame".

"Le priorità d'aula fissate dalla Conferenza dei capigruppo di Montecitorio - precisava ancora via Arenula - proprio per la quantità di provvedimenti presenti, ma anche a causa dei congressi di partito che si apriranno nei prossimi giorni in vista delle amministrative di maggio, non avrebbero consentito in alcun modo alla Camera un percorso parlamentare idoneo ad approvare il testo entro il termine previsto dalla legge che ha sospeso la riforma Castelli. Nonostante le difficoltà numeriche registrate talora dalla maggioranza in Senato, stabilire che l'iter del ddl venisse avviato alla Camera sarebbe stato, dunque, ancora più rischioso per la sua tempestiva approvazione".

Speciale giustizia

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