17 gennaio 2007

 
     

Index of economic freedom : Italia agli ultimi posti
di Marco Montanari

L'Italia e' scesa al 60° posto con un voto finale di 63.4 (su 41 europei, l'Italia è 28°) - alla pari dell'Uganda - dal 42° del 2005, alla pari di Trinidad & Tobago. Nel 2001 eravamo al 35° posto: siamo solo moderatamente liberi quanto a libertà economica.

Ad affermarlo è la annuale ricerca, nota come Index of economic freedom, condotta dalla Heritage Foundation e dal Wall Street Journal in collaborazione, per l'Italia, con l'Istituto Bruno Leoni. I primi tre Paesi in classifica per grado di libertà economica sono Hong Kong, Singapore e Australia. La pubblicazione ha messo in rilievo l'elevato livello di corruzione, che ha fatto scappare giustamente gli investitori stranieri, e piangere centinaia di migliaia di cittadini italiani!

Stessa musica se si guarda all'indice di globalizzazione elaborato dalla società di consulenza A.T. Kearney in collaborazione con 'Foreign Policy' e che misura l'integrazione economica, politica e tecnologica in 62 paesi (insieme fanno l'85 per cento della popolazione e il 96 per cento del Pil mondiale). Nel 2001 l'Italia era al 13° posto, un gradino al di sotto degli Stati Uniti. In cinque anni è sprofondata al 27°, mentre gli Usa scalavano otto posizioni. Un paese chiuso alla globalizzazione, avevano ammonito cinque anni fa gli autori della ricerca, diventa terreno fertile per la corruzione.

E infatti, tra Berlusconi e questa legislatura, l'Italia ha visto peggiorare la propria posizione anche nella classifica basata sul 'Transparency international corruption perception index. Nel 2001 eravamo 29° nella graduatoria guidata dalla Finlandia. Dopo cinque anni di berlusconismo, siamo affondati al 40° posto. Superati dalla Malesia.

La ricerca odierna - nota come Index of Economics Freedom e giunta quest'anno alla sua 13° edizione - è stata condotta su 161 Paesi, prendendo in esame 10 fattori (The 10 Economic Freedoms: Business Freedom, Trade Freedom, Fiscal Freedom, Freedom from Government, Monetary Freedom, Investment Freedom, Financial Freedom, Property Rights, Freedom from Corruption, Labor Freedom). Per ogni variabile considerata è stato assegnato un punteggio da 0 a 100.

Quest'anno la libertà economica è migliorata a livello mondiale. L'Italia però non ha seguito questo trend ed ha subito un peggioramento. Troppi ostacoli alla creazione della ricchezza, primo fra tutti l'elevata imposizione fiscale italiana, fra le più alte al mondo: per quanto riguarda le tasse sulla persona, è piazzata al 131mo posto, mentre occupa la 108ma posizione per quelle sulle imprese.

Tra i problemi principali dell'Italia, secondo la ricerca, figurano " i diritti di proprietà, la libertà dall'intervento dello Stato, la libertà dalla corruzione, con forti problemi evidenziati nell'amministrazione della giustizia spesso legata alla politica e lenta, inefficiente, cosi' come forti problemi sono stati evidenziati da "un'amministrazione pubblica troppo numerosa ed inefficiente", oltre al fatto che "la spesa pubblica e le spese per le pensioni raggiungono livelli straordinariamente elevati al fine di finanziare un pervasivo stato assistenziale.

L'imponente deficit pensionistico, del debito pubblico, le rigidità del mercato del lavoro, e il peso della burocrazia rimangono problemi irrisolti. Sulla valutazione, quello che spaventa i curatori dell'Index e' più che altro il fatto che il Paese sembri essersi rassegnato all'immobilismo, ad un declino lento e forse relativamente indolore, ma in prospettiva drammatico.

L'odierna pubblicazione dell'Index of Economic Freedom ha messo in rilievo proprio il grave profilo del funzionamento della Giustizia civile e quindi anche quella Fallimentare che si occupa dei grandi gruppi caduti in disgrazia, il che da vicino coinvolge e interessa anche gli investitori stranieri che fuggono dall'Italia.

La lentezza della giustizia civile, e la corruzione in gran parte dei Tribunali Fallimentari dove divora e divampa la corruzione, l'abuso d'ufficio, l'omissione d'ufficio, le cause temerarie al solo fine di favorire gli amici degli amici e di ingrassare le c.d. rendite da posizione dei Liquidatori! Questo e' il vero cancro della giustizia. Non vi e' impresa straniera disponibile ad investire in questa condizione della Giustizia Civile e Fallimentare. Lo dico da anni!

Ed e' uno dei maggiori problemi evidenziati da questo indice pubblicato oggi. E poi l'assunzione scriteriata nel pubblico impiego invece di tagliare posti in esubero, gli aumenti indiscriminati della spesa pubblica, l'indulto esteso, la legge sulle intercettazioni. Altro che rivoluzione liberale!

Speciale Mani Pulite

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