15 gennaio 2007

 
     

Erba : i media e il funerale del pregiudizio
di Mauro W. Giannini

"Adesso che per il delitto di Erba sono stati individuati i veri responsabili, dovrebbe aprirsi un serio esame di coscienza sul modo di lavorare dei giornalisti. Forse pubblichiamo articoli e mandiamo in onda interviste con troppa superficialita'". E' stata questa la riflessione di Lorenzo Del Boca, segretario nazionale dell'Ordine dei giornalisti, sui fatti di Erba.

"Assecondando il bisogno di assicurare quantità industriali di parole e di espressioni ad effetto piuttosto che la necessità di valutare le conseguenze che le nostre valutazioni comportano", riflette Del Boca che sottolinea come "per raccontare una strage bestiale non si è esitato a indicare il responsabile in Azouz Mazouk, marito, padre, genero e vicino di casa delle vittime. Poco margine per i dubbi, pochi condizionali e nessun interrogativo. Non si trattava di un'ipotesi ma, piuttosto, di una certezza".

"Un emigrato.. con precedenti penali.. appena uscito dal carcere.. scappato chissà dove… c'era da dubitarne? - chiede Del Boca, anche se poi precisa - ...Non tutto è dovuto alla responsabilità dei giornalisti. I colleghi cronisti, evidentemente, sono stati tratti in inganno dalle prime mosse degli inquirenti che cercavano Azouz Mazouk. Ma, poi, hanno tratto convinzioni granitiche assolutamente spropositate e, alla luce della conclusione della vicenda, anche assolutamente sbagliate".

Del Boca invita ad "una maggiore prudenza nel trattare episodi che coinvolgono (e compromettono) la vita della gente" e chiede ai colleghi di non respingere qualche dubbio che puo' aiutare ad esercitare "un giornalismo piu' professionale". Infine egli mette in evidenza che ancora al 12 gennaio "soltanto il Corriere della Sera ha sentito il bisogno di scusarsi per aver sbattuto il mostro in prima pagina".

Pierluigi Battista, proprio sul Corriere, ha sottolineato che quelle scuse sono state doverose ed ha chiesto che anche le autorita' inquirenti chiedano scusa ad Azouz Marzouk per il pregiudizio che aveva portato all'atroce sospetto di aver ucciso la moglie e il figlioletto. Battista ricorda anche che - partendo da quella prima ipotesi - l'assenza di un alibi inattaccabile per il Tunisino avrebbe probabilmente impedito di trovare la verita'.

Piu' circoscritto il commento del ministro della solidarieta' sociale, Paolo Ferrero, che in una lettera aperta agli organi di informazione ha chiesto una riflessione sul rapporto fra media e immigrazione. D'accordo con il ministro Ferrero si e' detto il segretario della Federazione nazionale della Stampa Paolo Serventi Longhi, che invita i media ad un grande senso di responsabilita' ed a verificare sempre le informazioni che trapelano dalla polizia, dai carabinieri, dagli uffici giudiziari, per rispettare il diritto alla presunzione di innocenza.

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