NEW del 19 febbraio 2006

 
     

La "demonizzazione" del Cavaliere ha funzionato
"Luttazzi, Bobbio e l'Economist un milione di voti alla sinistra"

TORINO -Paga o non paga "demonizzare" Berlusconi? E vero che rinfacciare al Cavaliere il suo dubbio passato, i gua igiudiziari, il conflitto d'interessi e tutto il resto è un "boomerang", perché gli fa guadagnare voti? A queste domande tenta di rispondere uno studio dell'Università di Torino sui 'flussi" delle elezioni del 13 maggio, coordinato da Luca Ricolfi sul campione elettorale Ispo-Nielsen (oltre 5 mila italiani intervistati prima e dopo il voto).

La prima risposta è quantomai sorprendente: "Tutti i dati-afferma il docente universitario -ci dicono che la demonizzazione è stata molto utile al centrosinistra: ha spostato almeno un milione di voti a vantaggio dell'Ulivo, il 2% del corpo elettorale e il 3% dei voti validi. Un' enormità, specie per il sistema maggioritario, che conosce solo spostamenti minimi"'.

E da dove viene il milione di voti? Dal gran serbatoio del non-voto: "Gli astensionisti delle europee '99 e delle regionali 2000 sono tornati alle urne quasi in massa. Eppure, ancora ai primi di marzo, non parevano affatto intenzionati ad andare a votare. "Tanto sono tutti uguali" era la risposta. Poi c'è stato 'L'odore dei soldi" di Veltri-Travaglio, poi il Satyricon, gli appelli degli intellettuali, l'Economist... Così gli astensionisti sono tornati quasi tutti al voto. Per votare centrosinistra. Senza il surriscaldamento del clima elettorale e lo scongelamento delle astensioni, il Polo avrebbe stravinto. Dilagato".

La ricerca di Ricolfi distingue tre tipi di demonizzazione. Il "modello Travaglio-Luttazzi", tipico di "giornalisti e intellettuali anche non di sinistra, come Montanelli e l'Economist, che negano legittimità a Berlusconi da un'ottica liberale, per le vicende giudiziarie e il conflitto d'interessi". Il "modello Bobbio-Sylos Labini , più sottile perché "proclama il dovere morale di combattere Berlusconi che mette in pericolo la democrazia". E il "modello Umberto Eco", che "non demonizza solo Berlusconi, ma anche i suoi elettori, dipinti come un miscuglio di teledipendenti e farabutti, puntando su una presunta (e infondata) superiorità etica dell'elettorato del centrosinistra". I modelli più efficaci sarebbero i primi due. "quello di Eco è perlomeno tardivo, come il risveglio del centrosinistra sul conflitto d'interessi dopo 5 anni di letargo".

Ma quali sono le prove del rapporto fra il ritorno all'ovile degli astensionisti e la demonizzazione di Berlusconi? Primo 'Nella settimana dell' Economist, l'ultima di aprile, s'è registrato lo spostamento pii' cospicuo di voti fra destra e sinistra: da 2 a 5 punti ". Secondo: 'Rispetto alle politiche del '96 c'è stato un forte rientro di astensionisti. Ma è andato per metà al Polo e metà all'Ulivo: effetto nullo. Invece, rispetto alle europee del `99, il rientro ha premiato molto di più l'Ulivo". Una curiosità: l'effetto Celentano. Lo showman si accredita di 4-5 milioni di voti, ma- dati alla mano- non ne avrebbe spostato neppure uno.

Resta da chiarire un dato inquietante: chi domenica notte ha fatto la coda per votare - diversi milioni di persone - ha scelto massicciamente il Polo, con 1 milione di voti di scarto. Perchè? Per protesta contro la macchina elettorale del ministro Enzo Bianco, perché influenzato (via telefonino) dalle proiezioni pro-Berlusconi in tivù, o per altre cause ancora ignote? L"'effetto code " richiede ancora studi approfonditi. Ma alla fine potrebbe pure emergere che l'effetto Bianco ha cancellato, o alleviato, l'effetto demonizzazione.

* la Repubblica 02-06-2001

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