![]() ![]() |
||||
NEW del 29 novembre
2006
|
||||
![]() |
![]() |
|||
![]() |
![]() |
|||
Libano
: sostegno Italia a tribunale internazionale per omicidio Hariri Il deputato Sergio D'Elia ha sostenuto oggi alla Camera la necessita' che l'Italia si faccia sostenitrice del Tribunale internazionale sull'assassinio dell'ex primo ministro Rafik Hariri approvato il 25 novembre scorso dal governo libanese. In una interrogazione urgente al governo, d'Elia sottolineava che "a questo tribunale si oppongono gli hezbollah e il presidente filosiriano Lahoud, con il conseguente tentativo di far cadere il Governo Siniora". Tentativo nel quale si inserisce - a parere del deputato - anche il recente assassinio del ministro Pierre Gemayel. Nel recente vertice italo-francese a Lucca, il Presidente Prodi ha affermato la necessità di avviare un dialogo con la Siria per trovare una soluzione politica alla crisi libanese, per cui il parlamentare ha chiesto se il minietro degli estri non ritenesse "di dover esprimere il concreto sostegno italiano all'entrata in funzione del Tribunale internazionale sul caso Hariri, annunciando da subito un forte aiuto economico alla sua messa in opera, perché rispetto alla soluzione politica della crisi libanese non si può fare economia sull'accertamento della verità e sull'affermazione della giustizia in Libano". In qualita' di Vicepresidente del Consiglio dei ministri, Massimo D'Alema, ha risposto di condividere "pienamente il fatto che la soluzione della crisi libanese non possa prescindere dalla necessità di accertare la verità e di fare giustizia sull'assassinio di Hariri ed ora... anche sull'omicidio di Pierre Gemayel". Per questo il governo italiano ha apprezzato il fatto che il primo ministro Siniora, al quale ha espresso più volte sostegno "in termini politici e concreti", nonostante l'assassinio di Pierre Gemayel e le polemiche e le precedenti minacce dell'opposizione parlamentare di ricorrere alla piazza, abbia deciso di continuare le procedure per avviare il progetto di legge di ratifica del Tribunale internazionale. Il progetto è stato approvato dal Consiglio dei ministri del Libano nel tardo pomeriggio del 25 novembre e trasmesso il 27, come previsto dalla Costituzione, al Presidente della Repubblica, ha spiegato D'Alema. Il Capo dello Stato libanese ha la possibilità di esaminare il progetto istitutivo per 15 giorni, entro i quali potrà approvarlo o rinviarlo al Consiglio dei ministri. Entro tali termini o qualora il Consiglio dei ministri confermi la propria decisione, il progetto sarà trasmesso al Parlamento che potrà votarlo o respingerlo. Spetta pertanto al Presidente dell'Assemblea nazionale Nabih Berry la decisione di fissare la data in cui esso dovrà essere messo all'ordine del giorno. D'Alema ha detto che il nostro governo sostiene questa scelta sia attraverso i contatti politici, sia attraverso le dichiarazioni pubbliche, essendo convinto "che lo scopo dell'impegno internazionale debba essere quello di garantire la piena sovranità del Libano e di consolidare le istituzioni democratiche in tale paese", scopo cui si allinea l'azione dell'UNIFIL, impegnata a collaborare con le forze armate libanesi nei limiti del mandato stabilito dalla risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite n. 1701 del 2006. Per quanto attiene alle questioni di carattere finanziario, D'Alema ha sottolineato che il Segretariato generale delle Nazioni Unite ancora non ha valutato le esigenze finanziarie connesse al funzionamento del tribunale e che comunque il Governo libanese ha chiesto che il 49% delle spese del tribunale siano coperte dal Libano mentre il 51% sarà finanziato da contributi volontari degli Stati membri, per cui si attende il momento in cui le Nazioni Unite lanceranno ufficialmente la raccolta di contributi. ___________ NB:
I CONTENUTI DEL SITO POSSONO ESSERE PRELEVATI CITANDO L'AUTORE
E LINKANDO
|
|