NEW del 25 luglio 2006

 
 
       
 

Commissione UE : rimborsi IVA , Italia viola direttive
di osservatoriosullalegalita.org

La Commissione europea ha deciso di indirizzare un parere motivato all’Italia a causa delle sue restrizioni su oneri e rimborsi IVA che sono contrari rispettivamente alla Sesta direttiva e all’Ottava e Tredicesima direttiva IVA del trattato CE. Se la legislazione nazionale non verra' modificata in conformita' al parere, la Commissione puo' decidere di ricorrere alla Corte di giustizia europea.

Il diritto di deduzione, che applica il principio di neutralita', e' uno dei principi fondamentali che disciplinano il sistema IVA nel suo insieme, uindi gli Stati membri non hanno la possibilità di prevedere eccezioni al diritto di deduzione a meno che tale possibilita' non sia espressamente prevista dalla Sesta direttiva IVA.

L’Italia ha introdotto dopo il 1° gennaio 1979 – cioe' all'entrata in vigore della Sesta direttiva in Italia – una restrizione al diritto di dedurre l’IVA sugli acquisti di beni e servizi relativi ad autoveicoli e sull’acquisto di combustibili e lubrificanti. All’epoca l’Italia ha argomentato che l’eccezione al regime completo delle deduzioni era giustificata da motivi congiunturali, ma ha mantenuto le restrizioni fino ad oggi.

La Commissione ritiene pertanto che l’Italia abbia violato la Sesta direttiva ed ha chiesto al nostro Paese di modificare la sua legislazione entro due mesi dalla ricezione della lettera. Inoltre, la Commissione ha ribadito che i soggetti passivi non residenti ma con centro di attivita' stabile in un Paese sono tenuti ad ottenere i rimborsi IVA secondo le modalita' previste dall’Ottava o dalla Tredicesima direttiva IVA.

In base alla legislazione italiana, quando un soggetto passivo non residente che mantiene un centro di attivita' stabile in Italia acquista beni e servizi per i quali l’IVA e' deducibile, ma l’acquisto viene fatto tramite la sede (ubicata in un altro Stato), tale soggetto passivo ottiene un rimborso dell’IVA sulle acquisizioni in base all’Ottava e Tredicesima direttiva.

La Commissione e' giunta alla conclusione che la legislazione italiana viola l’ambito di applicazione e la finalita' delle due direttive e, dopo aver dato all’Italia l’opportunita' di esprimere le proprie osservazioni con una lettera di messa in mora, ha deciso di indirizzarle un parere motivato chiedendole di modificare la propria legislazione entro il termine di due mesi dalla ricezione della lettera.

Speciale Europa

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