NEW del 13 dicembre 2006

 
     

Strage di Erba : 'scagionati' Tunisino e indulto
di osservatoriosullalegalita.org

Sembrerebbe completamente estraneo alla strage di Erba (CO) il tunisino Azouz Marzouk, marito e padre di due delle vittime della strage di Erba in cui hanno perso la vita anche la suocera e una vicina di casa ed e' stato gravemente ferito un vicino.

In un primo tempo l'uomo era stato sospettato dagli inquirenti in base anche al fatto che si tratta di un pregiudicato per reati legati alla droga uscito questa estate grazie all'indulto. Successivamente il suocero, Carlo Castagna, ha dichiarato agli inquirenti di non credere che il giovane avrebbe potuto far male al bambino ed ha aggiunto che al momento del delitto Marzouk si trovava in Tunisia, circostanza confermata da un controllo dei tabulati delle chiamate suocero-genero.

Molti giornali avevano pero' gia' tracciato il profilo del 'mostro', con tanto di motivazioni. Qualche politico o media lo aveva definito anche marocchino, mentre l'uomo e' originario della Tunisia. Claudio Giusti, esperto di diritti umani, ironizza su queste reazioni con un ipotetico lancio d'agenzia: "L'apertura della caccia al negro è temporaneamente rinviata: La caccia al negro, iniziata ieri a Erba, è stata momentaneamente sospesa per assoluta mancanza di indizi". Questa volta, per giunta, il 'negro' e' pure presumibilmente islamico.

Il gruppo leghista alla Camera - primo firmatario Maroni - ha pure presentato un'interrogazione al Ministro della giustizia, in cui si legge: "premesso che: la stampa odierna riporta notizia di un episodio di cronaca dalla violenza inaudita avvenuto ad Erba nella giornata di ieri, con protagonista un giovane marocchino di nome Marzouk che ha sgozzato la giovane compagna italiana, il figlioletto di soli due anni avuto dalla coppia «mista», la suocera accorsa in soccorso della figlia ed una vicina di casa; sembra che il marocchino, che aveva già numerosi precedenti penali sulle spalle legati a rapine e spaccio di droga, sia stato recentemente scarcerato per effetto dell'applicazione dell'indulto".

Per la notizia l'interrogazione si rifa' ai media, ma poi sottolinea che l'episodio "rappresenta, secondo gli interroganti, l'ennesima conferma di quanto sia difficoltosa la integrazione delle persone provenienti da Paesi con culture profondamente diverse dalla nostra e di quanto siano sottovalutate le conseguenze che possono derivare dalla unione tra simili persone" e prosegue spostando il discorso sulle critiche all'indulto, il provvedimento adottato l'estate scorsa a larghissima maggioranza parlamentare, quindi con decisione bipartisan. Tuttavia, come gia' ha fatto rilevare piu' volte il guardasigilli Clemente Mastella, sembra che lo abbia voluto solo la maggioranza attuale.

L'interrogazione commenta la situazione affermando che "mentre si arroventano le discussioni intorno a quanto sia stato fallimentare adottare un provvedimento di clemenza che rappresenta, secondo gli interroganti, un'iniziativa dannosa per la sicurezza dei cittadini e simili episodi rilanciano prepotentemente il problema della incertezza della pena, legato al fatto che chi dovrebbe stare in carcere finisce per non esserci e si trova libero di tornare a delinquere, la maggioranza sembra ancora una volta non intenzionata ad adottare gli opportuni rimedi per tutelare i cittadini onesti e minimizza gli episodi di cronaca citati".

L'interrogazione chiede quindi "quali interventi legislativi il Governo intenda adottare al fine di contrastare un aumento cosa evidente di criminalità visto e considerato che, secondo gli interroganti, le scarcerazioni hanno ampiamente dimostrato l'inefficacia del provvedimento di clemenza a tutto danno dei cittadini onesti privati della tutela dello Stato".

Il ministro dovrebbe rispondere all'interrogazione oggi alla Camera, ma senza l'assassino islamico scarcerato grazie all'indulto i presupposti del discorso sono in buona parte caduti.

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