NEW del 30 novembre 2006

 
     

Caso Mitrokhin : polemiche e una interrogazione alla Camera
di Mauro W. Giannini

Il governo non fa indagini, ma governa il Paese, tuttavia esprime perplessita' sul fatto che un personaggio che i servizi segreti avevano ritenuto inaffidabile fosse il principale informatore del presidente della commissione parlamentare d'inchiesta sul caso Mitrokhin, Paolo Guzzanti. E' in sintesi quanto affermato ieri da Massimo D'Alema alla Camera, nella sua risposta in qualita' di Vicepresidente del Consiglio dei ministri ad una interrogazione urgente a firma Bonelli e altri.

I deputati chiedevano chiarimenti in merito a quanto riportato dal quotidiano La Repubblica del 26 e 27 novembre 2006 sulle attività della commissione Mitrokhin, che ritenevano allarmante. La Repubblica del 26 novembre 2006 riporta, infatti, un articolo-intervista, in cui l'ex agente del Kgb, Euvgenji Limarev, a detta dei deputati, "tira in ballo pesantemente sia l'ex presidente della commissione parlamentare Mitrokhin, Paolo Guzzanti, sia il suo collaboratore Mario Scaramella. Limarev dichiara, infatti, che «dal gennaio 2004 svolgo una consulenza segreta e confidenziale con la commissione parlamentare del presidente Guzzanti, incontrando soprattutto il suo braccio destro, Mario Scaramella»".

I deputati ricordavano che "Mario Scaramella, giudice in pensione ed ex consulente della commissione parlamentare Mitrokhin, è stato uno degli ultimi ad incontrare l'ex colonnello del Kgb Aleksander Litvinenko, in un sushi-bar di Piccadilly, a Londra, il giorno prima che quest'ultimo venisse avvelenato mortalmente" e che "ancora la Repubblica riporta una lunga intervista registrata nel marzo 2005, con l'agente segreto ucciso Litvinenko, in cui racconta i suoi rapporti con la commissione Mitrokhin e il suo sentirsi usato dalla commissione stessa".

Lo stesso Litvinenko, sottolinea l'interrogazione, "ricorda l'insistenza di Mario Scaramella, in particolare su tre questioni: «a) il sequestro Moro e i rapporti di Prodi con il Kgb. Mario mi raccontò che Prodi conosceva l'indirizzo dove le Br tenevano sequestrato Moro per averlo appreso durante una seduta spiritica. Mi chiese se non ritenevo che Prodi avesse appreso del covo dal Kgb. Mi chiese anche se il sequestro non fosse stato organizzato dal Kgb e se avesse addestrato le Br. Dissi che non conoscevo alcun dettaglio del sequestro e che non avevo mai sentito parlare di Prodi. (.... ) b) Le attività dei Verdi. Mario sembrava ossessionato dal gruppo dei Verdi. Non avevo particolari informazioni. Piuttosto fui io ad ascoltarlo attentamente, mentre sosteneva che dietro la loro attività politica potessero nascondersi interessi del Kgb. (........ ) c) La Olivetti. Mario voleva sapere se gli affari dell'Olivetti nell'ex Unione Sovietica nascondevano legami con il Kgb»".

Sempre sul quotidiano La Repubblica, il 27 novembre 2006, è riportata un'intervista a Euvgenij Limarev, che, tra l'altro, ricordavano i deputati interroganti, "dichiara testualmente: «Mario Scaramella mi ha chiesto di controllare il back-ground di una ventina di personalità politiche italiane nella presunzione che potessero avere avuto nel passato rapporti con il Kgb», e tra questi personaggi Limarev cita i più importanti: «Naturalmente Prodi. Naturalmente D'Alema. E poi Pecoraro Scanio»; sempre nello stesso quotidiano vengono riportate le parole di Litvinenko, che dichiara testualmente: «Mario mi disse che la sua società, la Ecpp (Environmental crime prevention programme), si occupava di grandi temi della sicurezza ambientale e aveva un contratto con la commissione di Paolo Guzzanti per condurre delle indagini sul Kgb.»".

Secondo i deputati interpellanti, tutto cio' "lascia trasparire un oscuro disegno, che aveva come intento quello di intorbidire e destabilizzare la normale attività delle forze politiche italiane". In definitiva, ha sottolineato il deputato Bonelli nel suo intervento, "un consulente della commissione Mitrokhin, allora presieduta dal senatore Guzzanti, ha candidamente affermato di aver richiesto a tali agenti notizie ed informazioni circa personalità politiche del nostro paese, tra cui il Presidente del Consiglio Prodi, allora leader dell'opposizione, lei, ministro D'Alema, e l'attuale ministro dell'ambiente, allora presidente dei Verdi. Tale Mario Scaramella, consulente della Commissione Mitrokhin, nominato dal senatore Guzzanti, ex presidente della stessa Commissione Mitrokhin, sembrava ossessionato dal ruolo dei Verdi e dall'attività di alcuni gruppi di opposizione".

L'interrogazione chiedeva quindi di quali informazioni fosse a conoscenza il Governo rispetto e quali iniziative intendesse porre in essere "per fare al più presto la massima chiarezza su tutta questa vicenda inquietante e oscura, se e quali rapporti Mario Scaramella abbia o abbia avuto con i servizi segreti italiani e se non si ritenga effettuare tutti i possibili accertamenti al fine di verificare l'esistenza di dossier e archivi dati relativi a personalità pubbliche, del mondo della politica, del sindacato, dell'economia".

Nella sua risposta D'Alema ha parlato di vicenda "piuttosto sgradevole, anche dal punto di vista di chi risponde all'interrogazione, in quanto negli ultimi mesi abbiamo assistito al ripetersi di episodi che farebbero pensare che durante gli scorsi anni, tra controlli telefonici, predisposizione di dossier ed indagini non autorizzate sulla vita delle persone, sia avvenuta una serie di fatti piuttosto sgradevoli e che poco hanno a che fare con le abitudini di un paese democratico quale il nostro". Ha pero' confermato quanto gia' detto dal ministro dell'Interno Giuliano Amato, cioe' che "il Governo non intende indagare su queste vicende, non è nei suoi poteri, né nelle sue intenzioni, salvo che per un punto che è stato chiaramente indicato nell'interrogazione, ossia per accertare se Scaramella abbia - o abbia avuto - rapporti con i servizi segreti, i quali effettivamente dipendono dal Governo".

D'Alema ha informato la Camera che "risulta, sulla base degli accertamenti compiuti dai responsabili sia del SISDE, sia del SISMI, che lo Scaramella non ha avuto né ora, né nel passato alcun rapporto organico con i servizi segreti italiani, salvo che l'interessato ha, in due occasioni, contattato dirigenti del SISDE. Ma, in considerazione di elementi informativi precedentemente acquisiti, il SISDE stesso ha invitato lo Scaramella a desistere dal ricercare ulteriori contatti con tale servizio". "Perché mai, poi, questo soggetto - il quale, sulla base di elementi acquisiti, era stato invitato a desistere dall'avere contatti con i servizi segreti italiani - fosse il principale collaboratore del presidente di una Commissione parlamentare è cosa che lasciamo al giudizio popolare valutare. Spetta al Parlamento, se lo vuole - ma io non sono qui per invitare nessuno -, promuovere eventuali approfondimenti di tali questioni, o alla magistratura, nella misura in cui essa ne è investita dai compiti che le competono", ha concluso il ministro.

Mentre i Verdi annunciano che presenteranno un esposto alla Procura della Repubblica su tale vicenda, il sen. Guzzanti - che critica ferocemente il dossier di Repubblica sentendosene diffamato - ha annunciato di aver chiesto di essere ascoltato dal Copaco come accusatore e non come accusato.

Speciale etica e politica

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