NEW del 26 novembre 2006

 
     

Abrogare Dante o il Bingo europeo: organismi di diritto pubblico
di Rino Sanna

Luogo è là giù da Belzebù remoto
tanto quanto la tomba si distende,
che non per vista, ma per suono è noto
d'un ruscelletto che quivi discende
per la buca d'un sasso, ch'elli ha roso,
col corso ch'elli avvolge, e poco pende.
Lo duca e io per quel cammino ascoso
intrammo a ritornar nel chiaro mondo;
e sanza cura aver d'alcun riposo,
salimmo sù, el primo e io secondo,
tanto ch'i' vidi de le cose belle
che porta 'l ciel, per un pertugio tondo.
E quindi uscimmo a riveder le stelle.

(Inferno -canto XXXIV)
Così, con questi mezzi, occorre consolarsi per intraprendere un percorso inverso. Quello che a malafede e l'intenzione di sorprendere la nostra fiducia vorrebbero impedirci di fare. Organismi di diritto pubblico: quelli che la Ministra Turco ha indicato in riferimento alla deriva della Sanità Pubbica Italiana verso la mistificazione delle Fondazioni.

Consiglio di Stato, sez. 5a, n. 4748 del 22 agosto 2003: "L'individuazione degli organismi di diritto pubblico consegue all'accertamento di tre distinti requisiti richiesti cumulativamente: il possesso della personalità giuridica; la sussistenza di una dominanza pubblica; il perseguimento della soddisfazione di interessi generali di carattere non industriale o commerciale. Sussiste il requisito della dominanza pubblica nel caso di possesso da parte di soggetti pubblici della maggioranza delle quote azionarie; per contro è da escludersi che il controllo pubblico richiesto, sia esclusivamente quello esercitatile da parte di Enti pubblici con modi e forme diversi dalla partecipazione maggioritaria ed incentrati su controlli amministrativi sull'organizzazione e sull'attività della società. Il requisito del perseguimento di interessi generali è soddisfatto, fra l'altro, nel caso di esercizio di un servizio pubblico. Ai fini della qualificazione di "organismi di diritto pubblico" è irrilevante la commistione dell'attività di interesse generale con altre di natura commerciale nonché la necessità della prevalenza delle prime rispetto alle seconde".

Consiglio di Stato, sez. 6a, n. 1206 del 2 marzo 2001: "La normativa nazionale, ricalcando quella comunitaria, subordina l'attribuzione della qualifica di "organismo di diritto pubblico" al possesso di tre requisiti: il requisito della personalità giuridica; la sottoposizione ad un'influenza pubblica; il soddisfacimento dei bisogni generali della collettività, non aventi carattere industriale o commerciale. In relazione a tale ultimo requisito, per bisogno non industriale o commerciale non si intende la non imprenditorialità della gestione, ma la funzionalizzazione per il soddisfacimento di bisogni generali della collettività; inoltre tale requisito non implica che il soggetto sia incaricato unicamente di soddisfare bisogni del genere, ed anzi consente l'esercizio di altre attività".

Ne traiamo una conclusione dirimente : nell'accezione giuridica corrente di O. di D.P. è totalmente escluso e fuorviante l'immaginare che il quarto requisito degli organismi di diritto pubblico sia quello di escludere il profitto.

Sta di fatto che questa concezione tuttavia non appartiene alle verità rivelate o alle colpe originali da espiare. Anche ammesso che compagnie delle opere e sublimazioni delle comunioni e delle liberazioni, possano o meno farne oggetto di attenzione particulare. E questa sarebbe, nella sostanza e negli ideali, una delle "conquiste" del neoliberismo assunto come religione di Stato in conseguenza della pretesa di sviluppo civile, giuridico e sociale che si dovrebbe conseguire, rinunciando alla sovranità nazionale, con l'allargamento dei confini della comunità nazionale a quelli della comunità europea. Almeno secondo la concezione imposta da quelli che comandano . Almeno per adesso.

Ecco perchè la Commissione e il Consiglio europei hanno fino ad ora intepretatato e "consumato" sul piano del privilegio degli interessi individuali, i concetti alti e superiori di universalità e di bene comune, che nell'immaginario collettivo (probabilmente abbindolato e poco informato) avrebbero promosso e coltivato il processo di unificazione europea. E questi sarebbero anche i contenuti che sono approdati alla stesura di una Costituzione Europea. Sarà per questo che coloro che hanno avuto la fortuna di veder riconosciuto il diritto di esprimere democraticamente la loro scelta , hanno finora bocciato questo progetto.

Sarebbe il caso di domandarsi se e fino a che punto uno qualunque degli stati o paesi che concorrono a costituire e a dar corso al progetto di integrazione europea, debba ritenersi obbligato e tenuto ad uniformarsi a direttive che a questo punto non possono più ritenersi completamente e complessivamente condivise e reciproche. Il fatto che l'Italia si ritenga obbligata a recepire nel proprio ordinamento le direttive CEE, e tutte le relative conseguenze sul piano interno e internazionale, ha il suo non reciproco nel fatto che un paese come la Francia o come l'Olanda, dove la Costituzione Europea è stata bocciata, non dovrebbero per questo sentirsi vincolate al recepimento delle stesse direttive.

Quid iuris allora nel caso di operazioni che comportano l'inserimento nelle strutture assolutamente cruciali del paese Italia (magari energia o servizi essenziali) di organismi (O. di D.P.) che sono inquadrati e rispondono eventualmente a contesti speculativi e poco "pubblici" di paesi che da questo punto di vista sono in qualche modo estranei alla legislazione europea, in quanto non recepiti a livello di reciprocità? Come considerare non influenti e non esenziali le modalità secondo le quali ogni paese ha realizzato ed espresso la propria adesione alla CEE?

Per esempio l'Italia, ha aderito alla CE in forza del principio costituzionale dell'art. 80. (Le Camere autorizzano con legge la ratifica dei trattati internazionali che sono di natura politica, o prevedono arbitrati o regolamenti giudiziari, o importano variazioni del territorio od oneri alle finanze o modificazioni di leggi). Che dire dell'ampiezza del portato o dell'interpretazione di fatto della norma costituzionale nel caso si ratifichino trattati sovranazionali che non garantiscono neppure le condizioni assolute di reciprocità almeno in linea di principio? Non sarebbe il caso di riflettere se in questo caso anche i sudditi italiani non abbiano per caso il diritto di esprimersi direttamente con una consultazione referendaria? E che questa consultazione allo stato potrebbe solo essere in forma di referendum abrogativo?

Una riflessione in particolare: siamo in grado di capire la portata di operazioni escusivamente speculativo-finanziarie affidate al solo mercato di borsa, dove solo i soldi fanno la differenza e consentono a chicchessia di comperare strutture essenziali per il conseguimento dell'autonomia sociale ed economica? Per esempio tutte quelle di beni e servizi da considerare beni comuni essenziali alla convivenza e all'integrità socio economica? (vedi Bolkestain e non solo).

Ma la misura del tradimento della rappresentanza e della democrazia sta proprio in questa riflessione. Questo futuro è in divenire. Non è affatto completato, nè definitivo o incorreggibile. Nessuna divinità scenderà a tracciare obblighi perpetui di sudditanza. Lo dimostra il fatto che le proposte e i progetti , a nostra insaputa vengono concepiti e presentati. Potrebbero persino essere sostenuti! Bisogna trovare le forme per realizzare una partecipazione negata e sottratta come in un continuo borseggio. Se poi vogliamo capire perchè la procedura dell'appalto ormai dilagante è un escamotage socialmente deleterio e da escludere nell'affidamento di incarichi per l'espletamento di compiti di interesse pubblico ad organismi di diritto pubblico, può comunque essere consultato per esempio l'articolo di G. Sella IL "RISCHIO PUBBLICO" NELLA CONCESSIONE DI LAVORI PUBBLICI. E magari l'intuizione ci porterà eventualmente alla condivisione, ovvero a risultati diametralmente opposti a quelli dell'autore, nel senso di capire che l'appalto vada definitivamente sostituito senza ambiguità dal concetto di concessione in un Europa finalmente più solidale, più onesta e meno soggetta agli interessi e alle volontà dei poteri forti e alla speculazione privata del mercato.

Se poi vogliamo capire quale sia l'importanza dell'argomento soprattutto nella cosa tipicamente nostra, possiamo ricordare quello che scrive Salvatore Pilato Procuratore Generale presso la Corte dei Conti, sez. Regione Trentino Alto Adige, nel suo articolo "Trasparenza amministrativa e devianza finanziaria negli enti locali " al paragrafo 7: ".. Il duopolio nel mercato illecito dei pubblici appalti. L'impresa pubblica e gli affidamenti "in house". Il cono d'ombra nei procedimenti decisionali e la responsabilità amministrativa da reato.

Le analisi criminologiche e le indagini conoscitive sui metodi d'infiltrazione delle organizzazioni mafiose nel settore degli appalti pubblici dimostrano che dagli anni 90 si costituisce un potenziale "duopolio" in cui il mercato illecito degli appalti pubblici è sottoposto al controllo integrale e verticistico di due soggetti forti: Cosa Nostra ed i comitati di affari, gli uni e gli altri aventi spesso i medesimi referenti politici ed amministrativi, percettori delle tangenti...

Ma, nonostante il silenzio istituzionale e dell'informazione di regime, che avviluppa la democrazia della consapevolezza come in un sipario di celebrazioni esoteriche per iniziati o come in un siparietto di illusionismo di piazza, il nostro futuro è spalancato alla volontà di conoscere per decidere, purchè lo sappiamo conquistare e pretendere al di là delle promesse e delle parole non mantenute.

La continuità del controllo democratico è una componente irrinunciabile del mandato di rappresentanza politica. Gli strumenti ci appartengono perchè li paghiamo e ripaghiamo tutti i giorni , nelle più diverse forme. implicite come le tasse dirette e indirette, e persino addirittura esplicite come gli abbonamenti radio televisivi o i prezzi dei giornali infedeli. Non è vero. E' un crimine reiterato anche nei comportamenti quello con il quale si sostituisce l'informazione trasparente e l'offerta di divulgazione disponibile, con lo spettacolo della demenza dei realities o dei concorsi all'ultimo indovinello per l'esibizione della memoria del nulla.

La gente , soprattutto coloro che presumono tanto poco di sè da desiderare di elevarsi, sono con le mani protese araccogliere segni e vestigia del loro passato, così come del loro futuro attraverso l'unico tempo vero e conquistabile: il presente. Basta con le panzane e il mistero : la gente grida tutti i giorni il suo sommesso bisogno di conoscenza anche faticosa. Perchè sa che lì dentro c'è il segreto della sua libertà e il senso del suo passaggio.

la gente cerca quel cammino ascoso ..sanza cura d'aver alcun riposo... per uscire a riveder le stelle.

Speciale corruzione

Speciale Europa

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