NEW del 21 ottobre 2006

 
     

Economist : evasione fiscale , Prodi e il presunto liberale Berlusconi
di Giulia Alliani

"E' naturale - secondo l'Economist - che il governo Prodi venga attaccato da tutte le parti". Per il settimanale britannico questa e' "la prova che il governo sta attuando alcune delle riforme di cui il paese ha bisogno.

"Non c'e' dubbio che il governo Prodi stia facendo alcune cose giuste" prosegue l'articolo, che cita la legge che dovrebbe porre un limite al quasi monopolio di Silvio Berlusconi sulle tv private, ed esprime apprezzamento per la "gradita ventata di liberalismo giunta con l'approccio del governo al problema Alitalia, le cui colossali perdite, in passato, erano state garantite dalle precedenti amministrazioni, ivi compresa quella del presunto liberale Berlusconi. 'La situazione e' completamente fuori controllo e non vedo possibili paracadute' ha detto Prodi ai sindacati, la settimana scorsa, e anche il suo ministro dei trasporti, che e' un comunista, e' contrario ad ulteriori sussidi".

"Tuttavia - nota l'Economist - la riforma piu' importante potrebbe avere luogo senza clamore e senza bisogno di grandi modifiche legislative, grazie ad una stretta all'evasione fiscale". "Il futuro del Paese si gioca nella guerra all'evasione mentre, a parere di Prodi, tutto il resto e' secondario. Potrebbe sembrare un'iperbole assurda, ma il significato politico della lotta all'evasione potrebbe essere piu' importante della sua effettiva capacita' di produrre gettito. In un paese dove i lavoratori autonomi hanno sempre dichiarato solo una piccola parte dei loro guadagni essa potrebbe rivelarsi un potente mezzo redistributivo".

"Cio' che veramente, la settimana scorsa, ha spinto a protestare in piazza molti professionisti e' stata la minaccia di dover pagare quelle tasse alle quali i lavoratori dipendenti non possono sfuggire. La rabbia che hanno manifestato serve a pacificare la potente ala sinistra dell'eterogenea coalizione guidata da Prodi, e potrebbe consentirgli una liberta' di manovra sufficiente per far approvare altre riforme liberali".

Per l'Economist, tuttavia, questa prospettiva porta con se' dei rischi: il primo e' rappresentato dal fatto che, come gia' accaduto in passato, la guerra agli evasori potrebbe finire in un flop. Il secondo rischio si presenterebbe invece anche in caso di successo, perche' il governo potrebbe essere indotto a basarsi solo sull'incremento di gettito per mettere a posto le finanze pubbliche, senza effettuare tagli di spesa, e rallentando cosi' la crescita.

"E' possibile essere un riformatore liberale 'tax and spend'?" si chiede l'Economist. E conclude: "Romano Prodi sembra deciso a provarci".

Speciale stampa estera

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