NEW del 02 aprile 2006

 
     

Ma l'imposta di successione c'e' anche all'estero
di Alessandro Balducci

A proposito della ventilata ipotesi di ripristino della tassa di successione, occorre tener presente che l'Italia rappresenta - da questo punto di vista - un caso piuttosto unico in Occidente: infatti tale imposta esiste in altri paesi europei ed extraeuropei.

L'imposta di successione e' una misura di chiara ispirazione liberale. Se i genitori hanno faticato e lavorato una vita per accumulare i beni costituiti da case, imprese, terreni, non si capisce perche' i figli debbano ritrovarsi tutte queste cose in mano senza aver mosso un dito.

E' profondamente liberale, oltre che moralmente ineccepibile, pretendere che chi si trovi ad essere possessore, da un giorno all'altro, di patrimoni immobiliari o societa' lasciate dai propri genitori, come minimo si veda obbligato, non dico a sudare ed a lavorare come hanno fatto la madre e il padre, ma almeno a contribuire alle spese dello Stato con una tassa.

Prima della totale abolizione della tassa di successione da parte del governo Berlusconi (misura presa soprattutto per consentire al premier di lasciare ai suoi figlioli il suo immenso patrimonio senza versare un centesimo allo stato) venivano esentati dal pagamento della tassa solo i beni aventi un valore al disotto dei 180mila euro.

Ora questa soglia potrebbe essere tranquillamente innalzata fino al valore ritenuto piu' opportuno. Ma deve essere assolutamente ripristinata. Non solo per contribuire al risanamento dei conti dello Stato, profondamente dissestati, ma anche per una questione di equita'.

Speciale etica e politica

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Berlusconi, Prodi e la verita' sull'imposta di successione