NEW del 01 marzo 2006

 
     

Tacere o informarsi sui nostri parlamentari e politici ?
di Rodolfo Roselli

Durante l'ultimo conflitto mondiale, in Italia, erano frequentissimi i manifesti che imponevano al popolo di tacere. Lo slogan era "TACI ,IL NEMICO TI ASCOLTA !". In quel caso il nemico erano le spie dei nostri avversari militari. Oggi, dopo la rivelazione delle singolari conversazioni svoltesi tra esponenti politici, economici ed istituzionali, questa campagna si ripete e, in questo caso, il nemico è il popolo, che non deve sapere. Anzi, chi fa trapelare qualche cosa, deve essere condannato e, tutto quello che viene scoperto deve essere non solo ignorato, ma addirittura distrutto, per evitare eventuali ripensamenti.

Il popolo non deve sapere quali sono i rapporti sotterranei tra i reggitori del potere, il popolo non deve sapere quello che accade dietro le quinte, il popolo non deve sapere che chi afferma pubblicamente qualche cosa è una persona che, in quello stesso istante, mente e sa di mentire. Lo scandalo enorme è tutto qui, non su ciò che impudentemente è stato detto, ma sul fatto che questa impudenza è stata resa nota all'opinione pubblica.

Che tutti siano convinti che certi predicatori politici da strapazzo non valgano moralmente un soldo bucato è una cosa, ma avere prove in mano che lo siano è un'altra cosa. Questa differenza non è secondaria perché, ogni sospetto non provato, può essere sempre tacciato di falsità, dai soliti fedelissimi a tutti i costi, invece la voce registrata del "santo", è più difficile da contestare e, allora, si dice che la scorrettezza è nell'averla registrata non nelle frasi e nei concetti espressi. Insomma si invoca una immunità morale, sapendo bene che certi personaggi non conoscono cosa sia la morale. Per loro deve esistere una licenza assoluta di dire quello che vogliono, perché i politici pensano di non sono esseri come noi, ma semplicemente dei superuomini o semidei.

L'affare Watergate fu un caso esemplare di pirateria politica, che sollevò un' ondata d'indignazione, non perché queste cose fossero state rese note, ma perché i responsabili dimostrarono di avere una bassezza morale che poco si conciliava con la carica istituzionale che ricoprivano e con la responsabilità di assicurare un'immagine nei confronti della nazione. Giustamente, il principale responsabile di questo modo di agire, cioè il Presidente americano Nixon, fu messo alla porta. E questo è stato il minimo che si poteva attendere, perché aveva dimostrato, con i fatti, di non saper ricoprire degnamente la sua carica.

Nel caso Italia, la cosa è ancor più grave perché, mentre negli Stati Uniti certe notizie trapelarono a seguito dell'azione di un commando giornalistico, più o meno regolare, da noi le intercettazioni sono state ordinate dalla magistratura, solo perché questa aveva fondati motivi di sospetto sui comportamenti di certe persone. Nessuna intercettazione è autorizzata senza un motivo, e il sistema più sicuro per non subirle, è semplicissimo,basta solo comportarsi bene. Il problema è che, per certi politici, richiedere questo, è cosa impossibile.

Con il Watergate fu fatto un prezioso servizio al popolo americano, smascherando che razza d'individui avevano rubato il potere e, con il loro allontanamento, non solo sono stati evitati ulteriori danni, ma il tutto è stato un significativo segnale di allerta per altri imitatori. Certe disinvolte operazioni finanziarie, che hanno derubato i correntisti, che hanno truffato gli investitori, non sarebbero mai potute avvenire se anche i controllori, politici o non, non fossero stati complici, e tutti sappiamo che queste operazioni non sono stati casi isolati, e sappiamo da quanto tempo avvenivano sotto i nostri occhi.

Con persone di dubbia moralità, nelle stanze dei bottoni, queste cose non avranno mai fine, anche perché, volutamente, si costruiscono leggi che incrementano il groviglio delle norme, nuove, decadute, rinnovate, modificate. Si hanno regolamenti dei quali si spera solo nella loro inosservanza, giustificata dal fatto che altrimenti, se si osservassero, si resterebbe intrappolati, come le mosche, nella tela del ragno. Tutto questo è fatto apposta per favorire non solo i politici, ma tutti i furbetti del quartierino, che così trovano sempre maggiori appigli per farla franca o per specularci sopra. I romani che in fatto di leggi la sapevano lunga dicevano " in pexima re publica, plurimae leges". Rendere comprensibili le leggi a tutti non sarebbe solo una operazione da eroi, ma una dimostrazione di concreta onestà di chi le formula.

Attenzione, amici, le conseguenze sono tremende, e ricordiamo tutti le tragedie immense che sono seguite, dietro cose che ci sono state accuratamente nascoste. Nessuno ci aveva detto che le armi di distruzione di massa di Saddam non esistevano. Questa bugia è costata decine di migliaia di morti innocenti tra civili e militari. Nessuno ci aveva avvertito che i bot argentini erano pezzi di carta fasulli, eppure questo segreto è costato a migliaia di famiglie la perdita della loro serenità economica. Quindi ben vengano anche le intercettazioni, autorizzate dalla magistratura, ma non solo su alcuni, ma su tutti, senza alcuna immunità , semplicemente perché ogni immunità è ingiustificata, specialmente al crescere di autorevolezza del personaggio in questione.

Ci si domanda quale dovrebbe essere la nostra reazione quando, in un dialogo telefonico legalmente sorvegliato, salta fuori un aspetto preoccupante e comunque discutibile della vita politica di chi, poi, ha la sfrontatezza anche di darci ordini, e giudicarci? Dovremmo ignorare il contenuto, per soppesare la liceità di come e quando è stato ottenuto, dovremmo preoccuparci solo di sapere chi, e in quale modo, è riuscito a ottenere questa notizia, e condannarlo, e non perseguire senza pietà chi ha dialogato? Se una lettera anonima mi facesse sapere che sono cornuto, forse la mia prima reazione dovrebbe essere quella di andare a scoprire la filigrana della carta, o di chiedere spiegazioni alla mia consorte? Non sarebbe più razionale che fosse affrontata la sostanza della conversazione del nostro personaggio in questione, il suo stile, lo stile dei suoi interlocutori e capire meglio, non solo cosa si dice, ma anche come si dice, e quanto dietro a quelle parole, si nasconde in termini di confidenzialità o peggio di complicità?

Ma la cosa ancor più penosa che salta fuori da questo imbroglio delle intercettazioni, è che chi oggi si scandalizza e si strappa le vesti, non si è mai scandalizzato di casi analoghi quando questi riguardavano l'altra parte avversa politica. Tutto questo dimostra, anche a chi non vuol vedere, che questo scandalizzarsi è tutto falso, che è tutta una commedia, che è tutta una occasione per danneggiare qualcuno, sfruttando il desiderio di salvaguardare la morale per sottrarre consensi, sull'onda dell'emozione, salvo poi continuare a fare peggio, il giorno dopo. Questo è uno sporco garantismo, poco credibile, e diviene tanto meno credibile, quando ci si autonomina persone oneste, persone di una razza diversa da quella del resto degli Italiani, insomma un popolo di santi, contrapposto ad un popolo di peccatori.

Certe teorie, se non fosse squallide, sarebbero semplicemente ridicole. Scappa una gran risata, quando si sente dire dal nostro Silvio, che ha sempre mantenuto separati affari e politica, quando è provato che la sua discesa in politica, è solo stata originata dal fatto che Fininvest rischiava la bancarotta. Scappa un'analoga risata quando la politica e l'economia non si sono mai fuse nel Partito Comunista. A tutti è noto che, la massima fonte di denaro per il PCI veniva dall'URSS, sia in modo diretto e soprattutto in modo indiretto, attraverso il monopolio delle licenze di esportazione delle merci italiane in Russia. Vendere aranci in Russia significava pagare il pizzo al PCI. Lo stesso pizzo che, ogni cooperativa o imprenditore neutrale, ha dovuto e deve pagare a giunte e cooperative rosse, anche specialmente in Emilia-Romgna. Se proprio s'intendesse essere credibili allora dovrebbero esserci fornite prove tangibili, come ad esempio che ogni partito rinunci a presentare come candidati almeno i 23 parlamentari condannati dai tribunali con sentenza definitiva e che hanno ammesso la loro colpa patteggiando. Due nomi per tutti come esempio, Gianni De Michelis e Cirino Pomicino.

Questi onorevoli signori poi divengono ancora più divertenti quando dichiarano di salvaguardare gli interessi dei cittadini, tenendo però ben nascosti alcuni piccoli dettagli. Da una inchiesta pubblicata su La Stampa del 23 Gennaio 2006, si capisce anche perchè su certi aspetti converrebbe tutto mettere sotto silenzio. La Corte Costituzionale 26 anni fa sentenziò che "la pensione, costituisce un prolungamento, ai fini previdenziali della retribuzione, proporzionata alla qualità e quantità di lavoro effettivamente prestato e deve assicurare al lavoratore i mezzi adeguati alle esigenze di vita del lavoratore. Tutti i lavoratori devono obbedire a questa norma, ma i deputati e senatori di questa norma se ne sono sempre infischiati. I parlamentari di tutti i partiti si sono costruiti il diritto di godere di una doppia pensione, e stesso diritto è stato esteso agli eurodeputati, governatori di regioni e sindaci di grandi città. Questo diritto scatta dopo 30 mesi di permanenza in Parlamento, prima era addirittura dopo un solo giorno. Tutti i fessi attendono diecine di anni.

Fino al 1996 un parlamentare ne poteva godere dopo 50 anni di età, dal 1997 è stata elevata a 65 anni, però chi è stato più di 5 anni in Parlamento, gode di uno sconto di 5 anni, cioè ha la pensione dopo i 60 anni. L'importo varia da un minimo del 25% ad un massimo dell'80% dell'indennità parlamentare, quando è stato parlamentare per 30 anni. Mentre i lavoratori fessi, per avere la pensione devono lavorare per decenni, abbiamo invece alla Camera 3 mila onorevoli e loro eredi con pensione e nel 2005 noi cittadini abbiamo pagato loro pensioni per 122 milioni di euro e 1 milione 100 mila euro per i rimborsi delle spese viaggio di questi pensionati, che stranamente nche da pensionati ne godono ancora. Altri 69 milioni di euro per le pensioni e 1 milione e 500 mila euro per i rimborsi viaggi dei pensionati senatori.

Questa però è la prima pensione ma se il parlamentare - prima di essere eletto - aveva un'altra pensione, scatta un secondo trattamento pensionistico, secondo l'art.31 dello Statuto dei Lavoratori (legge n.300 del 20.5.1970) non solo possono mettersi in aspettativa, conservando il posto di lavoro, ma hanno accreditati anche i contributi figurativi per la loro seconda pensione. Anche chi non avrà frequentato quasi mai Montecitorio, come Toni Negri, ha diritto a questo duplice vantaggio. Paradossalmente, la pensione di tutti questi lavoratori che vengono eletti in Parlamento, autorizzati a non fare niente, sarà pagata dai loro colleghi di categoria, che invece dovranno continuare a lavorare anche per loro.

Quest'atto incostituzionale, in 36 anni, è costato a noi cittadini, secondo stime attendibili, 5 miliardi di euro (circa 10 mila miliardi di lire), e anche tutta questa schifezza, non solo è stata tenuta accuratamente nascosta, ma per non dare nell'occhio è stata volutamente sottostimata, sia nelle previsioni di costo secondo le regole dello Statuto dei lavoratori, sia nella legge 336 del 1970, ove addirittura fu fatta una previsione di spesa falsa, cioè di circa di 16 miliardi di lire. Intervenne la Consulta che in questa faccenda aveva sentito odore di bruciato, fu richiesto nel 1980 un rigoroso controllo al Ministero del Tesoro e solo allora, dall'accertamento, saltò fuori che la spesa non era di 16 miliardi di lire ma era stata superiore ai 10 mila miliardi di lire. Ma il tutto passò naturalmente sotto silenzio.

Siamo arrivati al punto che, pur di giustificare questi fatti nei quali sono coinvolte pesantemente anche le sinistre, insieme alle destre, si invoca un certo tipo di cultura, si richiamano tradizioni, affinità elettive, si tira in ballo la storia del movimento operaio, come se esistessero solo operai con il fazzoletto rosso o verde al collo, e non operai con il fazzoletto che usano solo per tergere il sudore dalla fronte, mentre lavorano.

Forse è meglio buttare nel cestino tutte queste elucubrazioni, anche perché la questione è molto più semplice. Chi vuole governare ha l'obbligo di essere onesto, non di apparire onesto, da qualunque provenienza politica arrivi, perché si assume la responsabilità di condizionare la vita e la sopravvivenza dei propri simili. Chi non lo fa, comunque, è sempre un criminale.

*intervento su Radio Gamma 5 del 1.3.2006

Speciale etica e politica

___________

NB: I CONTENUTI DEL SITO POSSONO ESSERE PRELEVATI CITANDO L'AUTORE E LINKANDO
www.osservatoriosullalegalita.org