NEW del 23 gennaio 2006

 
     

Vespa e Colombo : par condicio in RAI e doveri dei giornalisti
di osservatoriosullalegalita.org

Tiro incrociato fra il premier e l'Unita' e Vespa e Furio Colombo, ex direttore della testata, nel clima del dibattito sulla par condicio.

Dopo gli attacchi al giornale di sinistra da parte del premier e di altri esponenti del mondo politico e mediatico, il cdr ha scritto una lettera aperta sul quotidiano. Nella lettera, rivolta ai colleghi, si legge che "l'inquietante episodio di Firenze, con il presidente del Consiglio a brandire davanti ad una folla plaudente il giornale l'Unita' indicandolo come un nemico da combattere e da perseguire, e' soltanto l'ultimo sconcertante attacco a questo giornale e alla professionalita' di chi vi lavora".

Secondo il cdr, ''la colpa dell' Unita' e dei giornalisti che vi lavorano e' di aver fatto in questi anni fino in fondo il proprio mestiere esercitando il diritto di critica e di cronaca, cosi' come previsto dall' articolo 21 della Costituzione. Ma contro questo collettivo sono state mosse ripetutamente delle accuse dal presidente del Consiglio solo per il fatto di esserci occupati di lui".

In realta' la critica e' agli organismi della categoria, che non avrebbero esercitato un'adeguata tutela, cosi' come, dice il cdr, "non c'e' stato nulla quando in una trasmissione televisiva Giuliano Ferrara ha definito l'Unita' un giornale tecnicamente omicida; cosi' come non c'e' stata un'azione a tutela degli organismi di categoria quando l'inviata Marcella Ciarnelli ha dovuto fronteggiare accuse durissime del presidente del consiglio, in diretta tv, nella conferenza stampa a fine 2005".

Al contrario, fanno notare i giornalisti de L'Unita', "l'ordine dei giornalisti ha deciso di convocare rapidamente Natalia Lombardo e Furio Colombo 'rei' di aver fatto cronaca e critica nei confronti di Clemente Mimun e Bruno Vespa. Con una sproporzione inaudita tra l'inerzia mostrata negli episodi in cui giornalisti dell'Unita' sono stati vittime di attacchi e la solerzia mostrata quando sono altri a lamentarsi''. Ed infatti, come annunciato da Vespa, il presidente dell'Ordine dei giornalisti del Lazio gli ha "comunicato di aver aperto d'iniziativa un fascicolo sull’ex direttore dell'Unità''.

Intervistato dal Corriere della Sera, Colombo aveva definito ''un vero e proprio agguato politico e mediatico'' la puntata in cui si confrontavano Fassino e Fini, che secondo lui potrebbe aver ispirato il monito del Presidente Carlo Azeglio Ciampi. Colombo aveva detto di ritenere "gravissimo che quell'importante lancio dell'Ansa, contenente decisive dichiarazioni dei legali di Consorte e Sacchetti, sia stato letto con un'ora di ritardo, e solo dietro la sollecitazione dello staff del segretario'', sottolineando che le notizie nella trasmissione di Vespa sono lette ''con un tempismo perfetto. Se, naturalmente, le notizie servono ad un ospite protetto da Vespa''.

Secondo l'ex direttore dell'Unità, Vespa fa suonare ''da maestro' il campanello nella sua trasmissione. ''Per togliere la parola, per far perdere il filo del discorso a chi vuole lui. Con Fassino e' stato micidiale''. Colombo, conclude che ''Vespa e'è il capo dell'ufficio stampa di Berlusconi, il suo miglior portavoce, il vero responsabile delle sue comunicazioni'' e dovrebbe ammettere tale ruolo.

Secondo Bruno Vespa, ''l'istruttoria contro Colombo potra' naturalmente avvalersi della visione del confronto Fini-Fassino". Vespa - la cui moglie Augusta Iannini e' stata da tempo nominata dirgente del dipartimento della Giustizia dal ministro Castelli - si trova in una situazione di limbo nei confronti della federazione della stampa.

Da un lato - come ribadito di recente dallo stesso Vespa - il suo ruolo in Porta a Porta e' quello di conduttore, non di giornalista, argomento usato in occasione dello sciopero della categoria per giustificare l'andata in onda. Peraltro e' emerso che egli non abbia pagato i contributi dovuti come giornalista, che ha dichiarato di credere venissero versati in automatico e che ha promesso di regolarizzare. Tuttavia Vespa ha considerato normale la tutela retroattiva delle organizzazioni dei giornalisti scattata contro Colombo.

Intanto e' intervenuta la RAI a riconfermare "fiducia e apprezzamento a Bruno Vespa per il suo difficile e delicato compito di conduttore di 'Porta a Porta'" e respingere "le insinuazioni polemiche" nei suoi confronti. I vertici dell'azienda pubblica descrivono il lavoro di Vespa come "ispirato a quei criteri di equilibrio, imparzialità e obiettività che gli sono costantemente riconosciuti sia dagli ospiti che dal pubblico di 'Porta a Porta' e che hanno contribuito a determinare autorevolezza e successo di una trasmissione leader nell'informazione televisiva''.

Nel dibattito interviene indirettamente anche il Singrai, sindacato di categoria, secondo cui "alla Rai nulla sembra cambiare. Cinque anni fa erano i leader dell'allora maggioranza di centrosinistra a monopolizzare l'informazione con i loro messaggi elettorali; oggi l'occupazione del servizio pubblico vede protagonista il centrodestra''.

Il sindacato dei lavoratori RAi rivolge un appello alla commissione parlamentare di Vigilanza, "perché assicuri - nello spirito di quanto auspicato dal presidente della Repubblica - che si garantisca nelle trasmissioni del servizio pubblico la presenza di tutte le forze politiche", ma anche all'FNSI, che "deve dare prova di credibilità invitando i colleghi a una maggiore professionalità" ed all'Ordine dei giornalisti, che "deve assumere con tempestività - conclude la nota - iniziative atte a tutelare l'intera categoria per evitare che la credibilità dei giornalisti sia minata dagli atteggiamenti poco professionali dei singoli''.

Speciale libera informazione con gli interventi di UE, OSCE, ONU e del Consiglio d'Europa sull'anomalia italiana

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