Presidenza
UE condanna pene a vita per dissidenti Myanmar
di red
La presidenza UE ha condannato le pene molto severe comminate ad alcuni leader Shan nello Stato del Myanmar (Burma).
All'inizio di novembre un tribunale di Rangoon ha emesso - dopo un processo a porte chiuse - sentenze di condanna a piu' ergastoli ciascuno nei confronti di otto leader dissidenti, fra cui Khun Tun Oo, presidente Shan della Lega per la democrazia e il maggiore generale Hso Ten, presidente del Consiglio di pace dello stato Shan, arrestati il 16 febbraio. Gia' a suo tempo l'UE espresse condanna per l'arresto ed oggi parla di "sentenza politica" per gli otto e anche per Donald Sao Oo Kya, altro dissidente.
L'UE ha ribadito di supportare l'integrita' territoriale del Paese asiatico, ma ritiene che esso sia un coacervo di complessi conflitti interetnici che potrebbero essere risolti con strumenti democratici e pacifici. La presidenza UE sottolinea che "la Convenzione nazionale non puo' promuovere la riconciliazione nazionale senza che tutte le parti e i rappresentanti delle varie etnie possao partecipare liberi da intimidazioni e minacce".
L'UE chiede quindi che le autorita' del Myanmar - lo Stato che detiene da anni il premio Nobel Daw Aung San Suu Kyi, Segretaria Generale della Lega nazionale - rilascino i leader Shan e tutti gli altri prigionieri politici immediatamente ed incondizionatamente "in modo da permettere a tutte le forze sociali e politiche di partecipare ad un processo di dialogo genuino ed inclusivo".
Anche gli Stati Uniti avevano condannato due settimane fa le pesanti condanne ai dissidenti chiedendo l'immediato rilascio di tutti i detenuti politici. Nel 2002 fu l'Europarlamento a chiedere l'immediata liberazione di Daw Aung San Suu Kyi e di tutti i prigionieri politici detenuti nel Myanmar.
Le autorita' di quella nazione hanno promesso diverse volte la liberazione della leader dell'opposizione - agli arresti domiciliari - ma senza mai darvi seguito.
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